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Il maggiolino fuxia

I giornali di questi giorno riportano il caso di un ragazzo di Brindisi a cui non è stata rinnovata la patente per gravi patologie che potrebbero risultare di pregiudizio per la sicurezza della guida. Non c’è niente di strano, uno potrebbe dire, pensando magari ad un non vedente o ad un narcolettico. Il ragazzo in questione invece si è dichiarato omosessuale durante il servizio di leva. E quindi non può guidare.

Ora, lasciamo per un attimo da parte la doverosa indignazione per questi episodi di discriminazione, e concetriamoci su un altro punto: ma perché mai un omosessuale non dovrebbe saper guidare? Perché avrebbe una parte femminile accentuata (donne e motori…)? Perché potrebbe acquistare un maggiolino fuxia che distrarebbe gli altri automobilisti? Perché anziché guidare si fisserebbe ammiccando nello specchietto retrovisore? Perché l’ascolto dei Village People potrebbe portarlo a sbandare a ritmo?

Per quanto ci si possa  sforzare di scavare tra i luoghi comuni, proprio non si riesce a trovare uno straccio di idea, per quanto razzista. E se pensiamo che ci sono in giro automobilisti che hanno ucciso e investito pedoni e dopo qualche tempo hanno riacquistato la patente, allora l’indignazione diventa inxxxxatura…

Rigurgito reazionario

Sì,lo so che la guerra non è un’alternativa alla diplomazia, lo so che bisogna lavorare perché l’Onu arrivi ad una decisione condivisa, lo so che non ci si può improvvisare sceriffi del mondo e intervenire negli affari interni di uno stato sovrano, lo so che cercare un accordo dovrebbe essere di sinistra e bombardare dovrebbe essere di destra…

Però alzi la mano chi almeno per un momento di fronte a quello che sta succedendo in Libia mentre l’Europa discute se è meglio spedire una multa con raccomandata a Gheddafi oppure con corriere espresso non ha avuto un briciolo di nostalgia del vecchio Ronnie che a quest’ora avrebbe già scatenato la cavalleria facendo assaggiare un po’ di piombo caldo e pestare come tappateti quei mercenari pagati dal dittatore, yahaahii caramba!

Sanremo 2011

Immagine tratta da www.vanityfair.it

Sarà che si è ascoltata ottima musica (AC/DC, Prince, Queen, The Clash…) – si vabbé erano gli stacchetti che giganteggiavano rispetto ai brani che annunciavano, ma non si può avere tutto – sarà che Benigni è stato immenso come al suo solito, sarà che mettetela come volete, ma in un reality non sentirete mai proclamare Gramsci, sarà che Viva l’Italia cantata da Van Der Stross e la straordinaria “Here’s to you” dei Modà e …mi hanno emozionato, ma questo Sanremo mi è proprio piaciuto.
Se poi confrontiamo la canzone di Roberto Vecchioni con quelle di Valerio Scanu e Marco Carta, allora la vertigine dà i capogiri. Sanremo quest’anno ha svoltato, speriamo lo faccia l’Italia, perché le idee son come le stelle, che non le spengono temporali

Al lavoro!

Da più parti in questi giorni si stanno sollevando polemiche contro le celebrazioni per i 150anni dell’unità d’Italia, che prevedono (prevederebbero) un giorno di festa. Gli industriali hanno detto che perderanno 4 miliardi di euro per colpa di un giorno di riposo.

Praticamente il nostro pil è legato più al fatto che quest’anno non ci saranno feste per il 25 aprile e il 1° maggio che per le capacità imprenditoriali della cosiddetta classe dirigente. Ma allora osiamo, andiamo oltre.
Quanti miliardi perdiamo per colpa delle inutili soste settimanali della domenica (e addirittura anche del sabato in alcuni casi)? Quanto scaleremmo le classifiche della produttività se portassimo la giornata lavorativa a 15, 16 ore (con eventuali due ore di straordinario), come accade nei paesi più redditizi?

E perché non liberarci di questi assurdi vincoli burocratici legati al novecento che impediscono per esempio di migliorare i rendimenti attraverso lo sfruttamento della mano d’opera infantile? Se i bambini meridionali, per esempio, anziché andare a scuola lavorassero in fabbrica, otterremo un valido taglio alla spesa pubblica e saremmo più competitivi sui mercati nazionali.

Per non parlare della sacrosanta abolizione delle ferie estive, che ingolfano le autostrade e le spiagge d’Italia che invece devono essere libere per incrementare il turismo straniero.

Insomma, le strade per far felici gli industriali sono tante, basta volerlo.

La controreplica

Dopo Maroni, adesso sono le associazioni pro-life (ma perché mai i reazionari in Italia hanno un nome da shampoo anticaduta?) richiedono la replica al programma di Fazio. Mi sembra doveroso.
E non solo: ecco una serie essenziale di repliche che una società civile dovrebbe consentire:

  • dopo la messa del Papa la domenica mattina, cerimonia religiosa di musulmani, ebrei, buddisti, scintoisti, induisti, animisti. Da individuare uno spazio di replica per gli atei, i agnostici e i satanisti (magari trasformabile in reality show)
  • dopo ogni goal dell’Inter trasmesso da un programma sportivo, replica con un goal del Milan. Se malauguratamente non avessero segnato, si ricorra ad immagini di archivio
  • per ogni plastico di Vespa sul delitto di Avetrana, per par condicio aggiornamento anche sui plastici dei delitti di Perugia e Garlasco (e anche un po’ di revival con Cogne e Novi Ligure, suvvia)
  • per ogni numero estratto al Lotto, estrazione nella puntata successiva di tutti gli altri numeri ingiustamente trascurati
  • per ogni notizia sulle tendenze della moda, sui gelati probiotici e sull’uomo con i calli più grossi del mondo data dal Tg1, contro replica con tre pezzi di giornalismo vero.

No, non esageriamo, cancello l’ultima, sarebbe troppo per il TG1..

I crocifissi di Adro

Nel discutere e polemizzare con la scelta originale del sindaco di Adro di tappezzare la scuola della sua cittadina con il simbolo della lega, si è forse trascurato un altro dettaglio secondo me importante.
E cioè che il sindaco, nella stessa scuola, ha fatto murare i crocifissi, così da non poter essere rimossi. Se già i teologi cristiani parlano talvolta dello "scandalo della croce", adesso dovranno affrontare il tema dello scandalo della croce murata. Si perchè se nostro Signore avesse voluto essere "obbligatoriamente" davanti a tutti noi, semplicemente non ci avrebbe donato la libertà  di arbitrio, la possibilià  cioè di scegliere se seguire o no il suo messaggio. Tutte le volte che i cristiani hanno dimenticato questo passaggio essenziale, dalle crociate ai missionari che accompagnavano conquistadores fino all’inquisizione, hanno fatto dei danni enormi.
Quella della croce è una scelta, se imposta non serve a nulla.
"Liberate" quei poveri crocifissi: se resteranno appesi è perchè c’è qualcuno che crede nel messaggio che ricordano, e non per l’opera di un muratore.
Se solo si potesse murare il buon senso, mi armerei di cemento a presa rapida..