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Giù le mani dalle matite!

Il ministero dell’interno è intervenuto con mano ferma e volontà indomita nella lotta agli sprechi. Gli alfieri ministeriali hanno infatti fatto pervenire tramite una circolare precise indicazioni: la Repubblica  non tollererà oltre il pervicace malcostume che porta, in occasione delle elezioni, alla riconsegna di un numero di matite copiative inferiore a quelle consegnate. Mai più! Si estirpi all’origine questo turpe vizio dalla sana pianta italica. Vigilino dunque le prefetture affinché i presidenti di seggio non si arricchiscano indebitamente tornando a casa con le tasche piene delle matite copiative sottratte al popolo italiano!

Ma la coraggiosa circolare non si ferma qui. Un altro colpo viene infatti sagacemente inferto alla mollezza di chi sperpera le risorse della nazione: d’ora in poi le scatole di cartone adibite ad urna e utilizzate per la raccolta dei voti saranno a carico degli enti locali. Ah! E vedremo, dunque, se continueranno le indegne ruberie di scatole di cartone! W Angelino, W l’Italia, W la spending review.

Domanda impertinente: quante matite copiative si comprano con un Rolex d’oro?
Domanda ancora più impertinente: dovremo abituarci all’idea di sostituire le bandiere presso gli edifici pubblici con più economiche, ancorché meno visibili, bandierine da aperitivo? E per la foto del Presidente della Repubblica nell’ufficio del sindaco, una fotocopia non adempierà forse più che dignitosamente alla funzione?

Il nonno scheda bianca

cinque_stelleC’è il nonno che vota estrema sinistra alla continua ricerca di un compagno tra incrociare tre le corsie, con cui discutere dei tempi belli dei partigiani e con il quale litigare prima di arrivare alle casse.

C’è la nonna che vota Forza Italia che si guarda con sdegno intorno, ancora incredula di essere caduta così in basso da essere stata costretta a fare la spesa dai comunisti delle cooperative. Ma tant’è, il negozietto sotto casa che gli portava la spesa a domicilio ha chiuso e il cinno a cui per trent’anni non ha dato la mancia adesso fa l’impiegato in un autosalone.

C’è la nonna che vota per i Verdi che controlla che i prodotti siano a chilometro zero, compra l’insalatina triste biologica, il sapone che non fa schiuma ma non uccide i tonni dell’Atlantico, la banana solidale e prima di imboccare la via di casa infila nel carrello quattro belle bombolette spray di insetticida, si va be’ l’ambiente Mario Tozzi e l’ecosistema due maroni ma lei gli scarafaggi proprio non li sopporta.

C’è il nonno leghista che è in incognito, perché di solito fa la spesa dai negozi con la S ma stavolta non ha potuto fare a meno di venire qui perché c’è l’offerta sul Lambrusco e si sa che i comunisti il Lambursco sanno farlo bene. Il nonno leghista dà la precedenza alla mamma incinta, sorride ai bambini che gli hanno pestato il piede, ringrazia la cassiera che ha sbagliato a dargli il resto e tutto soddisfatto se ne va a lasciare il carrello al parcheggio. Nel carrello ha infilato cento lire anziché un euro con l’unico obiettivo di vedere che faccia farà il bingo bongo cui lo lascerà quando si renderà conto che l’ha fregato anche stavolta.

C’è il nonno del PD area Renzi che ha con sé 70 € ma ha fatto una spesa da 120 € contando sulla comprensione dei mercati e degli investitori esteri, c’è il nonno della minoranza PD che ha con sé 120 € ma ne spenderà 70 perché gli investitori esteri sono tedeschi e lui quelli lì se li ricorda bene ma porca miseria il 3 a 1 al Bernabeu sì che fu una soddisfazione, l’unica di quarant’anni in officina per un marchio dei crucchi.

Non c’è il nonno che vota per i Cinque Stelle. Uno ce n’era, a dire la verità, che sperava che quel Peppe Crille lì facesse davvero la rivoluzione. Ma dopo aver saputo dei bambini poveri di Pomezia che non mangiano il dolce, dopo aver letto dei tagli allo stipendio dei dipendenti di Parma, dopo le esplulsioni dei dissidenti e le battute sessiste contro le donne che osano parlare, ha deciso che no, lui non vota più i Cinque Stelle. Che se la prenda pure coi nonni pensionati e li insulti, l’ex-comico genovese, il nonno Cinque Stelle è diventato un nonno scheda bianca.

BatBeppe sconfigge per sempre la presidente della Camera Catwoman

catwoman
Immagine tratta da www.totalfilm.com. Tutti i diritti riservati Warner Bros,

Molti sanno che nei quotidiani e in generale nei prodotti di informazione i titoli non sono dati da dagli autori, ma da un redattore specializzato chiamato titolista. Il titolista è un giornalista di esperienza e dotato di particolare talento perché in poche parole deve richiamare l’attenzione, estrarre il succo di un articolo e soprattuto mantenere una linea coerente nel giornale. Perché se strilli e sbraiti in una pagina, strilli sempre, se invece evochi, citi e giochi, cerchi di farlo sempre per non disorientare il lettore.
Ebbene, una delle più divertenti strategie messe in campo dal Movimento Cinque Stelle è quelle di titolare in maniera, come dire, un tantino partigiana prodotti editoriali che non sono nemmeno i loro, ma recuperati da trasmissioni televisive. “Freccero ‘sistema’ Augias e loda i parlamentari M5S“. “Luigi Di Maio (M5S) svela le porcate del PD – Porta a Porta” “Alfonso Bonafede (M5S) inchioda la deputata del Pd” “Un MITICO Di Maio (M5S) DISTRUGGE a otto e mezzo un’ imbarazzante e ignorante Serracchiani (PD)“” Loretta Lupo (M5S), lezione di democrazia alla Boldrini“, e così via.

Provate a guardare i video, e vi accorgerete che o voi e il titolista avete visto due trasmissioni diverse, o davvero c’è un po’ troppo entusiasmo in quelle semplificazioni. Anzi, l’impressione è quasi sempre quella di ragazzi poco preparati che finiscono nel tritacarne televisivo a fare le vittime sacrificali di volpi ben più astute (ma questa non è una colpa, anzi, semmai la spiegazione del perché per anni Grillo ha impedito loro la partecipazione ai talk-show).
E dire che il M5S passa per essere quello dei fini conoscitori del web! Rischiamo di passare da un ventennio in cui abbiamo trasformato in “grande comunicatore” una politico (Lui) che al limite aveva grandissimo potere nella comunicazione (che è una cosa diversa), ad un periodo in cui questi ragazzi che fanno un uso talmente infantile di Internet da fare tenerezza si spacciano per strateghi della comunicazione multimediale.
Se vogliono continuare, allora, gli suggerisco di osare di più. Si potrebbe pubblicare un video di Italia-Germania 3-1 del 82, e titolarlo “La nazionale del M5S massacra undici tedeschi del PD”; oppure una bella scazzotata di “Altrimenti ci arrabbiamo” con Bud Spencer e Terence Hill da titolare “Due cittadini del M5S si sbarazzano dei burocrati del Parlamento”. E poi, la mia preferita: una scena da “Batman – il ritorno” del 1992 in cui “BatBeppe sconfigge per sempre la presidente della Camera Catwoman”.

Niente stato, niente tasse. Spending review.

folliaQuante storie per per questi 150 euro che quei noiosi dei professori so tutto io non vogliono restituire. Che poi con 150 euro oggi non ti paghi nemmeno ape e disco se proprio non sei un pezzente. Ma restituissero tutto lo stipendio! In fondo, perché dovremmo pagarli? Non potrebbero fare del volontariato? Che poi il loro mica è un vero lavoro, tipo le nostre fabbrichette o lo studio di zio. Vai a scaldarti a scuola qualche ora, bla bla bla, quattro chiacchiere, poi tre mesi di vacanza. E a me tocca pagare il commercialista per evitare di farmi strozzare dalle loro tasse. Ci sono tutte quelle associazioni di cattocomunisti e compagnia bella, gente che ha un sacco di tempo libero, come lo chiamano, no profit, ecco non è approfittare ma io farei fare tutto a loro. Visto che sono di buona volontà, volontariato.

Niente più professori, a scuola c’è Nini l’idraulico e la sarta Lucia, che almento impari un mestiere, dico io. Ci vanno a tempo perso perché certo hanno le loro botteghe, ma tanto lo sanno tutti che la scuola è tempo perso. Dicono tutti che in Italia non legge nessuno,  ma allora perché dobbiamo continuare a imparare a leggere? E’ come insegnare sci di fondo ad un subsahariano. Smettiamola con questi sprechi.

Vai nell’ospedale pubblico e trovi il tuo vicino Oronzo, il giardiniere, che nel tempo libero fa un po’ di chirurgia. Che tanto si sa che negli ospedali pubblici si esce con più malattie di come si entra, allora dico io, facciamola una autentica revisione. Chiudiamo i teatri e smettiamola di finanziare i film dei comunisti, e coi soldi che risparmiamo vedrai che anche la zecca si può guardare le partite con la parabola e il campionato di wrestling. O se proprio vuoi tenerli aperti al teatro ci trovi quattro ragazzotti che vogliono fare le star e che ballano e cantano gratis che devono farsi le ossa.

E poi, tutti questi soldi per asfaltare e mettere a posto le strade, ma dico io, siam tutti fuori di testa? Spending Review! Niente più strade, chi c’ha il Cheyenne va comunque dovunque, gli altri si trovino un lavoro vero e si comprino un Cheyenne. A rate, magari. E ancora carabinieri, poliziotti, finanzieri, e io pago, e io pago. Posso mica mantenere tutti i terroni in divisa, io? Tanto basta una busta a fine mese agli amici degli amici e potete stare sicuri che problemi di criminalità non li avete.

La politica si faccia gratis. Faremo come con i rappresentanti di classe che non vuole farlo nessuno ma poi ci mettiamo d’accordo e votiamo tutti lo sfigato dell’appartamento al terzo piano che c’ha il senso di responsabilità e non dice mai di no. Si risparmia, con il senso di responsabilità degli altri. Aboliamo le province, e le regioni, e i comuni. Burocrazia zero. Così si rilancia il paese. Vuoi costruire? Costruisci. Vuoi demolire? Demolisci. Chi sei tu per dirmi quello che posso o non posso fare? Dicono che corrompiamo i politici per vincere le gare. Ma appunto, aboliamo le gare, basta sciocche procedure, risolviamo il problema alla radice. Si deve costruire un ponte? Facciamo una colletta, date i soldi a mio cugino che c’ha la ditta edile e vedete che il ponte si fa. Poi al limite a turno si va a dare una spazzata. Io sono esonerato però, ho l’allergia alla polvere.
Niente stato, niente tasse.
W l’Italia.

Piove, governo largo. Un anno di pensieri di pollittica

polliticaA tutti gli amici laicisti che contestano il fatto che il Papa viene eletto solo dai cardinali e non da tutta la comunità (come accadeva fino al 1059): ringraziateci.
Se votassero tutti avremmo Papa Silvio I.

Affermare che a Taranto si muore per le sigarette é come dire che a Hiroshima morirono per il frastuono

Il governo Letta ha annunciato trionfante che quest’anno i Re Magi dovranno consegnare solo incenso e mirra. Ci dovranno pensare dopo i sindaci a riscuotere l’oro

Hanno amici con la Jaguar, vogliono bruciare le librerie e minacciano la marcia su Roma. Magari mi sbaglio ma più che forconi mi sembrano fascioni..

Letta ha spiegato che c’è stato un errore nella traduzione: le sue sono in effetti due palle di pane, ricoperte da un sottile strato di cobalto

Non so se é peggiore la difesa della Cancellieri o quella del Milan

– VOTO PALESE! VOTO PALESE!
-Ma, cittadino, noi non votavamo Rodotà?
– Prima, cittadino, prima. Le cose cambiano. Adesso votiamo Palese.
– Ma almeno è uno bravo?
– Bravo, è bravo. L’ha detto il capo.
– Ah, be’, se l’ha detto il capo.
– Gli hanno persino intitolato un aeroporto. E non è neppure morto!
– Il capo la sa lunga. Voto Palese anch’io. Come hai detto che fa di nome?
– Bari Palese , cittadino. Voto Palese.
– Voto Palese.

La maggioranza si è ristretta. Il problema è che Letta è  un capo delicato

Dall’Assemblea del Partito Democratico:
– Facciamola semplice, dai. Facciamo testa o croce, e chi vince vince.
– Sono d’accordo. Ma con una moneta da un euro o da due? Per deciderlo dovremo votare.
– Va bene, per decidere faremo pari e dispari.
– Sono d’accordo. Ma chi fa pari e chi fa dispari? Per deciderlo dovremo votare.
– Va bene, per decidere faremo sasso, forbici e rete.
– Sono d’accordo. Ma sasso forbici e rete, o rete forbici  e sasso? Ci sono sei combinazioni. Per deciderlo dovremo votare.
(…) Ad Libitum

Alfano ha spiegato agli elettori perché il partito tornerà a chiamarsi Forza Italia anziché, come proposto da molti, Popolo della Libertà Vigilata

Domani all’isola del Giglio cominceranno le operazioni per recuperare lo scafo arenato del Pdl

Cloppete, cloppete, cloppette, swissh… ihhhhh….sbam! Ahia, cribbio!
(da “Il cavaliere decaduto”)

Letta premier, Renzi segretario. Peccato che non c’é più lo zio Giulio perché lo avrei visto bene presidente
del Pd.

Stavolta il governo Letta si è scelto uno scoglio troppo arduo da affrontare. Un nemico troppo potente che lo
sconfiggerà: nessun decreto notturno potrà eliminare il fax dalla PA. Nessuno.

Calciomercato: Berlusconi quattro anni in prestito al San Vittore

Sono sempre più persuaso che una rifondazione radicale della sinistra non possa prescindere dall’alligalli, il ballo di Vito e le più recenti direttive provenienti dai compagni latinoamericani.

La difesa di Alfano dopo il rapimento della oppositrice kazaka: non sapevo di essere ministro

Che poi la soluzione ci sarebbe; mandiamo Calderoli in Kazakistan e facciamola pari e patta…

Questo governo dovrebbe fare Buffon ministro, considerando tutta l’esperienza che ha nei rinvii

Fare bisBoccia: dire una grossa castroneria e poi, non contenti, replicare con una ancora più grossa.

Come dici, zio? Stavolta ha raccontato che con i cacciabombardieri vuole spegnere gli incendi? Allora, a
parte il fatto che è uno dei vostri e lo sai bene, lo abbiamo preso con noi solo perché la De Girolamo non
sopportava di tenerlo vicino anche in aula. E poi cosa posso farci io? L’ho sempre detto che è una Boccia
persa.

Bocciofila= lunga coda di gente che su twitter aspetta il proprio turno per prendere per i fondelli l’onorevole
Boccia.

Svelato il mistero della fuga di Snowden. Pare sia espatriato in Ecuador insieme agli elettori siciliani del
PDL.

Deciderà la rete, lo chiederemo alla rete, bisogna ascoltare la rete… Ma io non sono poi così convinto di
affidare la democrazia a jimmynerchione83@yahoo.it, pesciolina92@gmail.com e inkuloallakasta@libero.it…

Durante una manifestazione il sindaco di Terni è stato ferito da una manganellata. Per la magistratura la
colpa anche stavolta è dei medici.

“Ne resterà soltanto uno”, ha dichiarato Beppe Grillo riferendosi ai voti per il suo partito.

L’unica astensione che davvero mi preoccupa è quella dell’Anticiclone delle Azzorre.

L’austerity è quel principio economico per cui se una belva affamata ti insegue per sbranarti tu acceleri il
passo in scioltezza e senza correre per non sciupare le scarpe.

Pare Che il PDL sia intenzionato a trasformare l’appoggio al governo Letta in concorso esterno in associazione.

Referendum a Bologna: Guccini, Daverio, Gino Strada e Rodotà stanno da una parte. Sacconi, Lupi e Bernini
dall’altra. Indovinate dove sta il PD.

La morte di Andreotti, la condanna in appello di Berlusconi… Per il PD maggio è stato veramente un periodo terribile.

Alla prossima festa dell’Unità mi porto il panino da casa. Eh, quando decido di ribellarmi non ce n’è per nessuno.

Si prepara la scissione nel PD. Da una parte il Partito, dall’ altra la Democrazia.

Finalmente una scelta chiara del PD, che annuncia il suo voto coerente al resto del centrodestra.

Dalle mani dei renziani non può essere venuto il tradimento; anche volendo, non sono così numerosi.
Dalle mani dei bersaniani non può essere venuto il tradimento: Prodi l’hanno proposto loro.
Dalle mani degli ex-democristiani non può non può essere venuto il tradimento: la Bindi ma anche Letta
sono i primi a rimetterci da questa disfatta.
Dalle mani, dalle mani…
D’Alemiani.

PDL e Lega non parteciperanno alle votazioni per il Quirinale di venerdì pomeriggio. Ci sono dei valori da
difendere. Eccheccacchio, quando è weekend è weekend.

Dalla candidatura Marini mi aspettavo di più. Un solo voto per l’indimenticabile protagonista di Bambola è un po’ troppo poco.

Dice: cosa c’hai contro D’Alema? È intelligente. Intelligente sarà intelligente, dico. Ma è sfortunato. Si è sempre trovato di fronte avversari politici più
intelligenti di lui.

Un grande politico non dice quello che pensa l’uomo della strada. Un grande politico aiuta l’uomo della
strada a pensare meglio.

…non so più, uhuuu, il calore che dà, quella carezza della sera… Niente paura, è che per dare fastidio ai grullini faccio il new troll…non so più, uuuuh, se mi manca di più…

Si parla già di un governo di scopo. Chi meglio di me,  pare abbia dichiarato Berlusconi.

Autosatira punto 2. Secondo fonti certe, una volta in

Africa Laura Boldrini ha camminato sulle acque. Dopo un po’ comunque si è tolta le scarpe perché i tacchi le
impicciavano.

Autosatira punto 1: dopo il trionfale 3 virgola un cacchio alle elezioni, Vendola ha dichiarato che tornerà a fare il governatore della Puglia. D’altronde non è un caso se si siamo stati noi pugliesi a inventare la vittoria di Pirro.

Grande delusione in parlamento per i grillini. Dopo aver aperto la scatola si sono resi conto che adesso i tonni sono loro.

I grillini si sono accomodati in alto. Per forza. Si fossero messi in basso sarebbero stati formichini.

L’Italia è depressa e infatti ha i cognati di vomito

Si mormora di un possibile crollo in borsa di Mediaset. Gli analisti hanno calcolato quanti milioni costerà raggiungere la maggioranza alle camere

È impossibile con gli strumenti tecnici impedire gli abusi durante la pratica del voto (Sanremo). Io lo scriverei anche nella cabina elettorale.

Non so voi ma tutte le volte che vedo la Meloni in tivù mi aspetto che da un momento all’altro sibili “il mio
tesssoro..”

Il vero problema della politica italiana sono gli elettori impresentabili

Al Milan non lo dicono, ma nel contratto di Balotelli c’é  una clausola che dice che se Berlusconi non vince le elezioni lo danno in prestito alla Pro Patria

Aboliamo la burocrazia. E pure la proprietà privata?

ufficiNella recente convention alla Stazione Leopolda Matteo Renzi ha detto che essere di sinistra vuol dire essere contro la burocrazia. Come espressione mi sembra talmente banale da sfiorare l’ovvio, come dire che la sinistra è contro la pioggia nel weekend o contro la pizza con i bordi bruciacchiati e la pasta al centro cruda.

Ma tant’è, quello è il livello intelllettivo della platea a cui Renzi si rivolge, e non escludo che in un prossimo futuro, se si renderà conto che gli porta consenso, il sindaco di Firenze non apra una crociata contro i bordi bruciacchiati della pizza, di cui gli unici responsabili sono i sindacati dei pizzaioli, le pizzerie gestite da magrebini, le segreterie del partito e Rosy Bindi. (A proposito, Davide Serra, un finanziere amico di Renzi la cui società è nata nelle isole Cayman, ha tuonato che i sindacati hanno rubato ai giovani il loro futuro. Detto da uno che gestisce fondi di investimento, mi ricorda tanto la scena di Johnny Stecchino in cui si diceva che la Sicilia ha un grosso problema, ed è il traffico).

Ma veniamo alla questione chiave: la burocrazia. Da un punto di vista linguistico, la burocrazia è l’organizzazione che sovrintende alla gestione di un bene collettivo; l’insieme degli uffici che amministrano il potere, insomma. Ovviamente l’accezione negativa a cui fa riferimento Renzi è quel potere impersonale che si autoalimenta e che si accresce senza fine.

Per il populino antikasta, sono burocrazia quella montagna di carte che gli impiegatucci fanno riempire prima di concedere un diritto dovuto, e non c’è immagine più nitida del Processo di Kakfa per rappresentare bene questa perversione.
Ebbene, contro questi eccessi siamo tutti contrari.
Ma il punto è un altro.
Cosa genera e alimenta la burocrazia?
Se dovessi spiegarlo ad un bambino, direi che la burocrazia è la reazione del sistema immunitario di un organismo statale che si difende dalla tradizionale tendenza dei cittadini a cercare di fregarlo, in altre parole la reazione alla loro disonestà.
Proprio come i pollini che si sono modificati per difendersi dallo smog e hanno finito per generare in noi diverse allergie, così la burocrazia finisce a lungo andare per diventare tossica. Ma all’origine c’è il vero problema: la disonestà.

Caro sindaco di Firenze, essere di sinistra significa per me essere contro la disonestà, non essere contro la burocrazia.
Vediamo di fare un esempio facile facile.
Immaginiamo che un sindaco abbia le risorse (fantascienza) per aiutare le persone in difficoltà. In una comunità di persone oneste (e magari a Report faranno vedere che in una provincia di Copenaghen funziona così, dannati danesi!) le persone si recano dal sindaco e si distribuiscono le risorse disponibili. Tutti felici. A Copenaghen.
In Italia si presenterebbero tutti, compreso il sindaco stesso e il suo cugino venuto apposta da Canicattì, per spartirsi la torta. E allora come si fa? Ecco che nasce la burocrazia. Facciamo che i soldi li diamo in proporzione al reddito. Per cui ci servono le dichiarazioni dei redditi, che funzionano sul principio che chi più ha più mette a disposizione, e che sono quella burocrazia che i ricchi odiano, perché la verità è che chi più ha più vorrebbe avere.

Al di là del fatto che le dichiarazioni dei redditi sono eluse da tante classi disoneste (di nuovo), non basta, perché a parità di reddito tu che vivi da solo avrai meno esigenze di chi ha tre figli. Ed ecco che arriviamo a quel rapporto tra reddito e nucleo familiare che è l’ISEE, altre carte, altra burocrazia. Ma l’ISEE a sua volta si basa sul nucleo familiare: e l’italiani se possono fottono alla grande i loro pari (scusate l’espressione, ma così è) e mentono facilmente anche sulla composizione della famiglia. A seconda delle esigenze, c’è gente che dimentica di avere nonni e zio in casa quando deve pagare l’affitto, per poi vederli riemergere per chiedere altri sussidi. Per cui dobbiamo avere dei registri in cui annotiamo pedissequamente ogni nascita, ogni morte, ogni matrimonio; per noi l’anagrafe, lo stato civile e la carta di identità sono cose scontate, ma guardate che per altre nazioni civili, per esempio per il mondo anglosassone, non è così.
Credo che come esempio possa bastare. Più gli italiani imbrogliano, più lo Stato moltiplica la burocrazia per difendersi. Se per avviare un’attività ci vogliono certificati, pratiche, documenti e controlli, è perché se così non fosse avremmo ristoranti in capannoni di eternit dove camerieri bambini servono cani e gatti arrostiti in un garage. Rilasciando scontrino non fiscale con inchiostro simpatico.
Esagero, dite? Temo non conosciate a fondo i vostri compatrioti.
Per dare un taglio alla burocrazia, il governo Monti ha stravolto il procedimento del cambio di residenza. Prima occorreva presentarsi di persona nel Comune dove si dichiarava di andare a vivere, attendere una verifica da parte della polizia municipale che verificasse che davvero quell’appartamento era abitato dal dichiarante, e quindi poter richiedere una certificazione dopo 45 giorni. I geniali tecnici hanno detto che no, il cambio di residenza lo facciamo in tempo reale, poi al limite il controllo dei vigili servirà a confermarlo. E per chiedere il cambio di residenza basta una e-mail. Evviva.
Sapete o no che piccoli comuni settentrionali si sono ritrovati sommersi da e-mail inviate da broker assicurativi napoletani che fanno cambiare residenza ai loro clienti per ottenere premi assicurativi più vantaggiosi? E che c’è gente che chiede la residenza presso la casa al mare di un conoscente ignaro, si presenta all’anagrafe e ottiene subito il documento di identità con il quale se ne va in Spagna? Certo poi la pratica verrà annullata, ma intanto andate a riprenderlo e a farvi restituire la carta di identità regolarmente emessa. Andate a spiegare alle autorità spagnole che qui la residenza è in tempo reale, anche se falsa.

Caro sindaco, eliminiamo pure la burocrazia. Sappi però che quando non ci saranno più conservatorie, anagrafi e tribunali, in ultima istanza non ci sarà più nessuno a tutelare lo stato di diritto e la proprietà privata, garantita da quei burocrati che tanto odi.

Se al tuo amico banchiere di Londra va bene, that’s all right, puoi stare ben certo che andrà bene anche a noi.