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26 volte no

Piazza Minghetti prima delle ruspe
FOTOSCHICCHI, da "Il Resto del Carlino"

Non è un momento facile per i sindaci e gli amministratori pubblici in generale, ma di certo i primi mesi della giunta Merola non lasceranno un segno positivo della storia del Comune di Bologna. Alla faccia del rispetto della costituzione, che a sinistra si sbandiera solo quando serve a colpire Berlusconi, il Comune infatti ha esordito con una serie di assunzioni che se ne infischiano dell’articolo 97 della Costituzione. Niente inutili concorsi, graduatorie, esami, gli assunti li sceglie il direttore generale con contratto privatistico, tanto sono a tempo determinato.

Ma il colpo più grosso per chi – come il sottoscritto – aveva ben altre aspettative in questa giunta l’ha assestata la “riqualificazione” di piazza Minghetti, che in questa foto del Resto del Carlino vedete com’era prima del passaggio delle ruspe selvagge del Comune. Il giardinetto è scomparso, e con esso 26 – ventisei – alberi che davano ossigeno alla piazza.

Tutto in nome di un urbanizzazione incomprensibile: e da quando ai pedoni non piacerebbe più il verde? E  c’era proprio bisogno di un’altra piazza di mattoni e cemento a pochi metri da piazza Maggiore e piazza Santo Stefano? Niente da fare, i 26 alberi se ne sono andati, e con essi, se le cose non cambiano e in fretta, anche un bel po’ di voti per questo centrosinistra…

Scoprirsi ignorante e non poterci fare nulla

Cos’è questo?
…ehm…quello…quello è un pino
E questo cos’è?
Quello è… che sarà… ah si questo lo so, quello è un alloro (almeno credo)
E quello cos’è?
E, quello… quello è un altro albero, quello…
Ci sono momenti in cui ti domandi a cosa è servito dedicare tante ore di studio a concetti che non ti torneranno mai utili, ai cultural studies, alla sociologia della conversazione, a cosa sono serviti tutti quei libri sulla psicologia della comunicazione e sulla storia del giornalismo quando avresti potuto dedicare QUALCHE MINUTO alle basi della botanica, quel tanto che ti basterebbe a dare una risposta sensata a tua figlia che indica gli alberi e si aspetta che tu sappia come si chiamino.
E quello cos’è?
…Quello è un albero starnutellum, che cresce ogni volta che un bambino fa uno starnuto, e infatti vedi com’è alto… e quello è magicofogliade, un albero che di notte quando tutti dormono può andare in giro a sgranchirsi le gambe… e quello è solleticantis, perché gli piace tanto quando gli si solletica la corteccia proprio sotto i rami…
Meno male che se non altro sono sempre stato bravo a raccontare storie

Oggi va cos

Un pomeriggio silenzioso di pensieri dissolti in una strano stato tra la veglia e il sogno. Passeggio nel grigiore illudendomi di essere sempre lo stesso e interrogandomi sul soffio di vita che anima gli alberi intorno, il cane che rincorre festoso il padrone, la città che si affanna dietro la siepe. Quel soffio che ci attorciglia, ci guida, ci tiene aggrappati e poi ci lascia andare verso ignote destinazioni. L’uccellino svolazza smarrito, non comprende il cemento sotto di lui, non capisce le auto, non può adattarsi ai rumori che ne smorzano il canto. Può volare lontano, certo, verso altri prati e altri lidi, alla ricerca di quel mondo per cui fu creato e che se sta andando sotto barili di bitume. Può fuggire ma non può cambiare quello che lo circonda.E sopra di un sole svogliato, distante, un sole lontano siamo solo un puntino nel cosmo.
Le parole sono l’unico strumento che abbiamo per carezzare l’anima.
Oggi va così.