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Quelli che il codice

In questi giorni sto leggendo il Codice da Vinci.
Lo sto leggendo perché ho voluto che passasse la moda, mi sono documentato su Templari, Santo Graal eccetera per non farmi cogliere impreparato dalla storia, e adesso sono pronto ad affrontarlo criticamente. Non entro nel merito del romanzo, che è tecnicamente fatto benissimo anche se ha una prosa abbastanza mediocre e alcune grossolanità scellerate; lo farò quando l’vrò completato.
Invece mi diverte di più notare l’atteggiamente che c’è intorno al codice. Per alcuni è stata una lettura estiva, una concessione alla leggerezza, divertente ma niente di che. Quasi si vergognano di ammettere di averlo letto, e comunque se lo citano è per evidenziarne gli errori. Altri ne parlano come se averlo letto abbia aperto loro le porte della conoscenza, si eccitano al solo ricordo e puntano il dito contro il complotto che ci avvolge. Altri ancora pontificano di cavalieri del santo sepolcro e Opus Dei vantandosi del fatto che hanno letto il Codice da Vinci, tutto quanto! In fondo alla catena ovviamente ci sono quelli che il libro non l’hanno letto, ma hanno visto il film: chiacchierano molto anche loro.
Finora sono stato alla larga dalle conversazioni, trincerandomi dietro un "non l’ho letto". Devo trovare una valida scusa per continuare a estraniarmi e portare la conversazione su un più agile Harry Potter…

Mercatone zero

© Moreno Soppelsa/Photomicrostock

Uno poi si domanda come mai l’economia italiana sia in crisi e i nostri mercati siano colonizzati dagli stranieri. Mi è capitato l’altro giorno di entrare in un negozio Mercatone Uno alle 12,30. So che al contrario di altri grandi magazzini non fanno orario continuato, ma ho pensato che in mezz’ora avrei avuto modo di fare gli acquisti di cui avevo bisogno. Sono un consumatore funzionalista: non amo gironzolare, punto dritto al prodotto.

Errore imperdonabile: in meno di 30 minuti gli altoparlanti hanno annunciato 7 volte la chiusura del negozio, con voci sempre più ansiose e animose. Ad un certo punto ho temuto che stessero per attivare Hal8000 pronto ad annunciare l’autodistruzione del negozio entro pochi secondi. Addirittura una commessa ad un certo punto ha bloccato la porta per evitare la scellerata evenienza che qualche cliente entrasse fuori orario. In un ambiente così sereno ho deciso di non acquistare niente. E lo stesso devono aver pensato gli altri tre (Tre! Di sabato!Questo si chiama successo).

Non è colpa certo dei commessi che hanno diritto alla pausa e probabilmente sono pagati poco, ma certo se la prossima volta andrò nella solita catena di provenienza nordeuropea, avranno ancora meno clienti da cacciare per fare pausa…