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La uno, la due o la tre?

Alcuni hanno notato come il presidente del consiglio si sia comunicato durante la messa per i funerali di Vianello.
Già di quest’uomo sentiamo parlare in pubblico e privato perennemente, lasciamo che i suoi rapporti con il Superiore restino affar suo.
Però, trattandosi del primo ministro e di una messa ripresa in televisione, ovviamente il fatto non è passato inosservato a tutti quei divorziati a cui è impedito di ricevere la comunione perché la chiesa non riconosce il divorzio e li considera, per banalizzare il concetto, delle persone che vivono apertamente nel peccato. A quel punto il Vaticano avrebbe potuto trovare tre risposte

  1. Risposta cinica ma onesta: siamo avvinghiati a questo governo che ci garantisce un po’ di soldini per le nostre scuole private extralusso, ci fa degli sconti ogni volta che può e per il quale facciamo spesso e volentieri campagna elettorale. Potevamo negare un favore così ad un amico?
  2. Risposta liberale: noi come chiesa diamo le indicazioni sulla strada che secondo noi porta alla salvezza, ma non abbiamo nessun potere di negare di avvicinarsi a Dio ad alcun uomo. Sarà poi lui, se si comunica nel peccato, a dover fare i conti con la sua coscienza e con il giudizio del creatore
  3. Risposta assurda, incredibile, imbarazzante, inadeguata e ridicola: dal momento che Berlusconi si è divorziato dalla seconda moglie, e che meno per meno fa più, per noi adesso è tornato ad essere felicemente sposato con la prima moglie in grazia di Dio. 

Indovinate quale delle tre risposte hanno dato (o meglio, ha dato Monsignor Fisichella in un’intervista al Messaggero). Un aiutino: secondo questa versione la chiesa accetta benevolmente i divorzi, a patto che siano sempre in numero pari. Se divorziate dieci volte va bene, nove no.

Si ritorna al travaglio usato

La festa dell’immacolata è tanto, troppo lontana, il 1? novembre quest’anno ce l’hanno scippato chi vive a Bologna quest’anno anche la festa di San Petronio capita disgraziatamente di sabato. Si apre così l’autunno orribile per chi lavora, senza feste, ponti o qualsivoglia nota sorridente da applicare sul calendario.
Non resta che sospirare e cominciare a preparare gli addobbi natalizi, se questo può rendere più lieta l’attesa. O guardarci indietro e cambiare lo sfondo del desktop con le foto sorridenti del mare d’agosto. In un caso o nell’altro, perpetuiamo il dramma del nostro tempo, quello di avere un bel passato da ricordare e un bel futuro da sperare ma un presente grigio con cui fare i conti…

A me sembra una cassata

Immaginate di essere un ingegnere: progettate una palazzina, comprate i materiali, istruite la ditta edilizia, seguite il cantiere, e dopo mesi, forse anni di lavoro arriva una ruspa con una scritta stampata e ve la butta giù, perchè il campanello rosso stona con il tappetino.
Oppure immedesimatevi in un medico che ricorre ad una complicata operazione di chirurgia per salvare un paziente, lo cura con tutte le sue forze, riesce a rianimarlo, poi ad un certo punto arriva un tizio con una scritta sul camice, osserva la sala, si accorge che gli avete dato un aspirina effevervescente anziché una da ingoiare, vi ordina di sospendere la cura e ammazza il povero paziente.
Ancora, non so, fate finta ti essere un insegnante che guida con passione la sua classe di liceo, trasmette loro l’amore per la cultura e la voglia di sapere, arriva a presentarli all’esame di stato, dopo di che una commissione – tutti con una scritta sulla giacca – decide di non ammettere nessuno all’esame bocciandoli perché una mattina di tre anni prima, nel fare lezione, avete dedicato tre ore ai presocratici anziché due, come previsto dal programma.
Vi sembra folle? Allora completiamo dicendo che la scritta che i tizi della finzione riportano è “Cassazione”, e allora vi renderete conto di come devono sentirsi magistrati, procuratori, ma anche assistenti, poliziotti, carabinieri, segretari, e in fin dei conti tutti i contribuenti quando la corte decide di “cassare”…

8 giugno

Pietro Ricca è stato scagionato dall’accusa di ingiuria: la Cassazione infatti ha spiegato che dare del buffone non è un’offesa ma una critica politica. Specie se l’interessato è davvero un buffone.

Campagna per il riciclaggio promossa dall’Hera, che mostra come da bottiglie di plastica e cartacce si ottengono maglioni di pile. Crollano le vendite delle felpe sintetiche.

Di Pietro caccia coraggiosamente dal suo partito un senatore che si è fatto eleggere presidente di commissione con i voti del centrodestra. Poi il governo fa i conti in senato e lo riabbraccia calorosamente. Il figliol Prodi-go.

L’Italia è il primo paese in Europa per numero dei cesarei. Sotto accusa i medici che si discolpano spiegando che il parto naturale è terribilmente noioso.

La nazionale azzurra non si presenta in Germania all’appuntamento con i tifosi. Delusioni tra i fruttivenduli per la merce rimasta invenduta.