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Sbloccare i fondi. Fosse facile

Una delle espressioni giornalistiche più infelici di sempre è quella che fa riferimento al termine “sblocco”, associato quasi sempre a finanziamenti di opere pubbliche. Si sblocca un’auto ferma con il freno a mano o una serratura chiusa a chiave: operazioni semplici e immediate.

Perché la faciloneria ignorante che purtroppo imperversa in alcune redazioni a questo allude: soldi pubblici pronti, disponibili per realizzare opere mirabolanti e migliorare le magnifiche sorti progressive dell’umanità, tenute ferme dall’inerzia di qualche burocrate fannullone. Ora, a parte che almeno la visione di centinaia di telefilm polizieschi avrebbe dovuto insegnare a saccente titolista di turno che dietro ogni crimine c’è sempre un movente, e davvero non si capisce, se lo sblocco è così banale, per quale fine il funzionario non dovrebbe dargli seguito.

Ci sono dei soldi per fare delle cose, e tu non li sblocchi? Vi assicuro che anche il più pigro dei lestofanti lo farebbe, non foss’altro per levarsi di dosso la pressione.

La verità è un’altra. La verità è che dietro quella parolina semplice ed edificante, sblocco, ci sono procedimenti lunghi, complessi e farraginosi. E non crediate che sia colpa solo degli italiani, le norme europee spesso sono anche più difficili. Non riesco a fare degli esempi, perché ci vorrebbe un trattato di miglisoldiaia di pagine, altro che un post. Ma tornando all’esempio della serratura da sbloccare, diciamo che è necessario prima presentare un progetto per spiegare come si ha intenzione di girare la chiave nella toppa, trovare i fondi perché la chiave non te la pagano, farsi approvare il progetto di giramento della chiave, apportare le varianti che sicuramente verranno richieste dagli organi la cui esistenza sarebbe messa a rischio se non chiedessero sempre varianti.

E poi ancora selezionare con evidenza pubblica chi dovrà maneggiare la chiave, valutandone integrità e curriculum, il tutto sempre, mi raccomando, rendicontando ogni passaggio, seguendo la dettagliata modulistica e pubblicando i dati doverosi per garantire il diritto alla trasparenza dei cittadini. E una volta approvato il progetto di giramento di chiave e selezionato il giratore, finireste poi in tribunale, perché il primo dei candidati giratori non selezionati come minimo vi farà ricorso. Perché ammettere che c’è un altro più bravo, quando possiamo usare il magico alibi della raccomandazione degli altri? Fare ricorso è doveroso, e se perderemo sarà colpa della lentezza della magistratura.

Ancora convinti che sbloccare i finanziamenti sia così facile? Allora procedete pure, ma sappiate che nel frattempo qualche politico avrà promesso a un cugino, un finanziatore, un amico o un elettore di peso un utilizzo dei fondi diverso da quello previsto inizialmente, per cui si ricomincia.

Maledetti burocrati, se solo i finanziamenti potessero essere sbloccati dai titolisti dei giornali, quanti progressi faremmo.

Il bello di non avere un euro da parte è che non hai un euro da parte in Monte dei Paschi. Un anno di notizie a uecchio

A noi piace la famiglia tradizionale, quella che vive in mezzo ai campi di grano, con la mamma che si sveglia con la messa in piega e il papà che ha il tempo di coccolare i figli tanto ha la fermata dell’autobus che lo porta al lavoro giusto a due passi dal portone del mulino a vento.

Il bello di chiamarsi Carmine è che non troverai mai il tuo nome sulla bottiglia di una bibita o su un barattolo di cioccolata.

Prepari le bimbe e le accompagni a scuola con il pranzo a sacco perché c’è sciopero, corri alla manifestazione, rivedi
qualche amico e ti fai qualche km a piedi sotto la pioggia e il freddo, rinunci ad un po’ di stipendio, passi da casa per
cambiarti e sei pronto per farti 40 km di auto per andare a lavorare due ore. E lo fai primo perché questo sciopero è
giusto, e secondo per rispondere pfui a quei lavoratori autonomi che ti dicono che scioperate per allungarvi il weekend.
Pfui!

Macché Monte Bianco o Montecarlo. È Montevideo la prossima meta di vacanza degli italiani

Tenente, non faccia storie. Non può intercettare gli italiani anche stasera. Si fa un po’ ciascuno, stasera a lei toccano i
danesi. Non faccia così tenente. Poi al limite il collega l’aggiornerà sulla storia di Ruby, si lo so che si è appassionato,
adesso basta sennò la tengo su Copenaghen tutta la settimana!

Trapelata una certa irritazione nel governo israeliano alla notizia che, a causa del blocco del bilancio, gli Usa potranno
attaccare la Siria solo con qualche fialetta puzzolente catapultata dall’Arabia ed eventualmente con qualche gavettone
preparato dagli alleati.

Ma quale doping, ero solo uscito a sgranchirmi le gambe, ha commentato il ciclista Horner fresco vincitore del giro di
Spagna, rinvenuto mentre correva sulle rive del Mar Caspio.

12 ore per spostare di 10 gradi una nave? Non scherziamo ragazzi, come spettacolo televisivo nemmeno “Quelli che il
calcio” di Nicola Savino è così lento12 ore per spostare di 10 gradi una nave? Non scherziamo ragazzi, come spettacolo
televisivo nemmeno “Quelli che il calcio” di Nicola Savino è così lento.

Una raccolta di firme di Cl? Non ci credo. Al limite il capo avrà firmato ed altre migliaia avranno scritto: anch’io, anch’io, anch’io…notizie_a_uecchio

Pare che gli americani avessero schedato la popolazione mondiale dividendola in due categorie; i soggetti potenzialmente
pericolosi perché intelligenti da una parte, i clienti Microsoft dall’altra.

L’Etna da oggi è patrimonio dell’umanità. In questi casi mi domando sempre: ma perché prima era dei marziani? Di un
circolo di uomini in nero?

Se non c’é più comunità siamo tutti extracomunitari.

Se la smettete di farli pedalare per centinaia di km in salita sotto la pioggia, forse loro la smettono di drogarsi.

Settemb, ottob, novemb. Sempre più italiani non arrivano a fine mese.

Se i preservativi reggessero quanto i sacchetti biodegradabili della Coop, sulla Terra saremmo già 15 miliardi

Perché quando mi confesso quello in fila prima di me ha sempre più peccati da raccontare di Heinrich Himmler?

Caro Valentino, vanno bene le larghe vedute, ma dammi retta: io un bacione ad un’auto che si chiama Adam non glielo
darei. Al limite una virile pacca sul cofano.

I nordeuropei hanno accolto bene il rifiuto di Cipro al prelievo dai conti correnti. In effetti abbiamo esagerato, hanno
ammesso i tedeschi presentando il nuovo piano di salvataggio che prevede il prelievo forzoso di un rene di tutti i
primogeniti ciprioti.

Cambiando argomento: che poi a me la carne di cavallo piace anche di più, io sto scandalo findus proprio non lo capisco

Quella di Mengoni non è un un’acconciatura ricercata. È che è arrivato a Sanremo con un volo Carpatian Air

In momenti di tensione e domande inevase come questi si avverte la necessità di una puntata di Voyager che spieghi come dietro le dimissioni del Papa si celi un complotto dei Templari che dopo essersi nascosti nell’Area 51 ritornano coperti dai servizi segreti moldavi. E Nostradamus aveva già previsto tutto.

Diventa il governo di te stesso!

camera_deputatiSe tutti i cittadini italiani prendessero esempio dal governo, sarebbero sicuramente più felici,
Io almeno la penso così, e lunedì prossimo ho intenzione di cominciare.
Appea svegliato indirrò una conferenza stampa indicando quali sono le attività che ho intenzione di svolgere. Siccome però c’è la conferenza stampa, non andrò a lavoro. A metà mattinata nominerò una commissione di saggi che dovrà valutare quali sono le attività che dovrò svolgere nei prossimi mesi. Nel frattempo, aspetto. Ma siccome le nomine sono delicate, ci sono equilibri da difendere, ordini da rispettare, penso che ci metterò almeno una settimana a completare questo processo.
Nel frattempo però nominerò qualcuno che vada a prendere mia figlia all’uscita dalla scuola materna; questa nomina sarà immediatamente esecutiva perché io ho altro a cui pensare, diamine. Nel pomeriggio farò un giro dei miei amici per illustrare loro cosa ho intenzione di fare in futuro, sulla scorta ovviamente di quello che i saggi prepareranno per me. Siccome ho molti amici, e non tutti vivono nella mia stessa città, mi ci vorranno un paio di mesi per questa prima fase, e un altro paio di mesi per aggiornarli sui progressi in corso. Se poi qualche amico ha un’idea, mi riconvocherà per un ulteriore incontro di approfondimento.
Martedì presenterò qualcosa, non so, un libro, perché bisogna pur fare un po’ di pubbliche relazioni, poi farò la rassegna stampa di quello che è stato pubblicato e ne organizzerò un’altra per smentire ciò che hanno scritto e non mi piace. Facciamola mercoledì però che martedì pomeriggio dovrò occuparmi di nominare una commissione che individui qualcuno che porti la mia auto in officina per il cambio dei filtri.
Giovedì sarà dedicato a spiegare ai critici il mio operato in nome della più assoluta trasparenza, mentre venerdì valuterò il lavoro delle commissioni a cui ho indicato di fare la spesa confrontando i prezzi più convenienti e senza trascurare i bollini.

Durante il weekend mi riposo, cavolo, vivere come un governante è stressante…

Quello che i professori non dicono

Si parla tanto di articolo 18, di farmacie, di tassisti. A ragione, perché si tratta di temi importanti. Ma non mi pare ci si stia soffermando a sufficienza su quella presunta “semplificazione” che dovrebbe garantirci una vita più agile. Intanto va detto che il governo segue a scia le campagne già avviate dal precedente: uno spot pubblicitario diceva “da oggi puoi richiedere i certificati con un click”. Come? Be’ certo se il comune si dota di una infrastruttura informatica che verifichi l’identità dei cittadini con la carta di identità elettronica, produca un documento con timbro e firma digitale e lo invii tramite porta certificata… Senza voler entrare nel dettaglio, vi dico solo che questi strumenti costano, e tanto. E tutte le leggi sulla semplificazione sono dotate della meravigliosa postilla “senza oneri per le pubbliche amministrazioni”. Cioè il ministero spende milioni in spot, e i comuni poi devono organizzare il servizio senza un euro. Magari chiudendo un asilo per aprire una server farm. Il risultato è che il cittadino si aspetta i servizi, non li trova, e il ministro può dire che è colpa dei fannulloni.

La semplificazione peggiora, se possibile, la situazione. Perché non dice che il certificato non serve (quella sarebbe vera decertificazione), dice che tu cittadino non puoi più chiederlo, ma devi autocertificarti, e poi la pubblica amministrazione dovrà controllare i tuoi dati. Facciamo un esempio per far capire come questa idea sta alla semplificazione come Belen sta all’ascetismo monastico. Fino all’anno scorso, per richiedere un determinato beneficio o servizio, se necessario dovevo procurarmi uno o due certificati da uno sportello, e consegnarli ad un altro. Una seccatura, certo, ma avevo la certezza che in una determinata giornata la mia pratica era avviata. Adesso devo autocertificare. Ora, se autocertificare un certificato di residenza può essere abbastanza facile, già sull’estratto di matrimonio avrei qualche difficoltà. E provate voi a farvi da soli un certificato urbanistico. Per cui in qualche modo devo procurarmi quei dati, che non è detto che conosca, chiedere a qualche ufficio cosa devo autocertificare, magari farmi rilasciare un certificato (si può ancora fare, ma si pagano 15 euro di bollo) per sapere cosa autocertificare! Oppure rischiare, tanto se sbaglio si blocca tutto. Quando ho consegnato la mia autocertificazione, devo aspettare che l’ufficio verifichi i miei dati: finché si tratta di dati anagrafici, non è poi così complicato. Ma provate a metterci dentro dati che per esempio vengono da tribunali, prefetture, motorizzazioni, Inps.

Certo che nei telefilm americani in cui l’operatore accede ad Echeleon e scopre tutto, questo si risolve in un attimo. Ma in Italia tutto ciò dà l’avvio a telefonate, e-mail, fax, raccomandate…Tutto senza oneri, in teoria. Per fare le stesse cose temo che ci vorrà come minimo il triplo del tempo. E questa la chiamiamo efficenza della pubblica amministrazione? Questa è semplificazione? Una volta si diceva: chi sa fare fa, chi non sa fare insegna. Ecco, appunto, abbiamo un governo di rettori di università private, godiamocelo.

Contro cosa scioperiamo?

Ai tempi del liceo la domanda “per cosa scioperiamo” era piuttosto frequente: infatti si poteva scioperare per la guerra in Iraq, contro il ministro della pubblica istruzione (ai miei tempi c’era, che nostalgia…) contro la sporcizia del bagno della palestra. O magari per tutte queste cose insieme.

Da lavoratore lo sciopero è molto meno leggero: costa un bel po’ economicamente e per tanti è anche una dichiarazione di “indipendenza” che i superiori tollerano male. Eppure, vent’anni dopo, anch’io mi sono chiesto contro cosa scioperassimo oggi: si perché ogni dieci minuti questa manovra economica cambia, e finisce per spiazzare gli oppositori. Molti oggi indossavano la maglia “siamo tutti partigiani”, stampata evidentemente quando ancora la festività del 25 aprile – poi ripristinata – minacciava di essere soppressa.

E molti altri striscioni facevano riferimento al contributo di solidarietà per i più ricchi, inserito, cancellato e forse poi rimesso. Un balletto indegno per uno stato civile. Perché qui non si tratta piùdi essere di destra o sinistra, qui si tratta di mera incompetenza. Non abbiamo di fronte Bismark, la Thatcher o Reagan. E neppure Andreotti, che mai avrei pensato di rimpiangere. Abbiamo di fronte un governo che naviga a vista, ossessionato dal fatto che l’orchestra continui a suonare che non vede l’Iceberg contro il quale ci sta conducendo….

2 aprile 2011

Probabile soluzione della crisi libica: Berlusconi annuncia l’ingresso dei figli di Gheddafi nei Responsabili

Montezemolo annuncia: scenderò in campo appena sarà pronto il tappeto.

Il mercato italiano dell’auto crolla del 27%. Migliaia di tunisini approdano sulle coste italiane. Il governo pensa ad una soluzione: rimpatriarli su Fiat Panda.

Forum una figurante, recitando una parte preparata dagli autori, tesse le lodi dell’operato del governo per il terremoto dell’Aquila. Finalmente un esempio chiaro di cosa sia il processo breve a cui punta la maggioranza.