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I crocifissi di Adro

Nel discutere e polemizzare con la scelta originale del sindaco di Adro di tappezzare la scuola della sua cittadina con il simbolo della lega, si è forse trascurato un altro dettaglio secondo me importante.
E cioè che il sindaco, nella stessa scuola, ha fatto murare i crocifissi, così da non poter essere rimossi. Se già i teologi cristiani parlano talvolta dello "scandalo della croce", adesso dovranno affrontare il tema dello scandalo della croce murata. Si perchè se nostro Signore avesse voluto essere "obbligatoriamente" davanti a tutti noi, semplicemente non ci avrebbe donato la libertà  di arbitrio, la possibilià  cioè di scegliere se seguire o no il suo messaggio. Tutte le volte che i cristiani hanno dimenticato questo passaggio essenziale, dalle crociate ai missionari che accompagnavano conquistadores fino all’inquisizione, hanno fatto dei danni enormi.
Quella della croce è una scelta, se imposta non serve a nulla.
"Liberate" quei poveri crocifissi: se resteranno appesi è perchè c’è qualcuno che crede nel messaggio che ricordano, e non per l’opera di un muratore.
Se solo si potesse murare il buon senso, mi armerei di cemento a presa rapida..

Io non mi astengo

Questo per i cristiani è un periodo molto importante, il periodo del silenzio, del dolore, della meditazione. Il venerdì e il sabato santo sono giorni di riflessione. Allora voglio approfittare per riflettere su un tema su cui recentemente siamo stati chiamati in causa come cristiani: quello dei referendum e dell’astensione più volta richiesta da Camillo Ruini. Non entro nel merito della questione etica. A me interessa il fatto che Ruini non abbia chiesto di votare no, come sarebbe stato lecito attendersi, ma ha chiesto di astenersi. Io non mi asterrò. Non mi asterrò perché l’astensione l’ha chiesta Camillo Ruini, al limite la CEI, non la Chiesa. Non stiamo parlando di dogmi di fede, qui, inutile chiedere l’obbedienza per gli spazi dove invece deve muoversi la scelta di coscienza individuale. Diciamo che quello di Ruini è un consiglio. Lo ringrazio, ma no. Non lo seguirò, non mi asterrò. Perché astenersi è politicamente corretto ma subdolo, è astuto ma poco limpido. E poi gli inviti all’astensione mi ricordano certi politicanti da prima repubblica a cui non voglio accostare neanche per errore le personalità ecclesiastiche.
Andrò a votare e invito tutti a farlo, indipendentemente dal sì o dal no. In democrazia vincere non significa far perdere.