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Omeopatia del rientro

In fondo le pubblicità dei panettoni sono lì dietro l’angolo che ci aspettano. E poi non è che con tutto questo caldo si stesse poi così bene. Il lavoro nobilita l’uomo. Sai che noia sarebbe la vita sempre stesi in sdraio a prendere il sole?
Si vabbe’.
Il rientro è un trauma a cui non ci si abitua mai. Non è un caso che “la vacanza” sia stata sconosciuta agli uomini che hanno popolato la terra per milioni di anni, e l’abitudine di mollare tutto e godersela per tre settimana sia emersa solo a partire dal secolo scorso, almeno in forma così popolare. Hai voglia a convincerti che è un passaggio necessario: per quanto ci possiamo sforzare di essere seri e adulti, prima o poi ci sarà un dettaglio che ci farà ripiombare nella tristezza. Un costume da bagno rimasto appoggiato ad una sedia, un biglietto aereo stropicciato, quel libro che avremmo voluto leggere, e invece.

Tutto congiura contro di noi, perché diciamocelo, il rientro è innaturale, in natura non si rientra. Una volta venuti alla luce non torniamo nel pur confortevole ambiente materno, la farfalla non torna nel bozzolo e un fiore non torna germoglio. E allora, se non possiamo liberarci del ricordo dei bei tempi perduti (che già Virgilio ricordava essere uno dei sentimenti più dolci e dolorosi al tempo stesso), portiamoceli dietro, manifestiamoli orgogliosamente. Continuiamo a canticchiare l’esercito del selfie anche in ottobre, compriamoci l’album intero se esiste, magari la stessa canzone riproposta in dieci forme diverse. Sostituiamo il divano con una sdraio di tela. Guardiamo Teche Teche te tutto l’anno, al cinema e in surround. Presentiamoci in ufficio con la treccina colorata o gli occhiali da sole da cinque euro e mettiamo fuori dalla camera da letto il cartoncino “non disturbare”. Una sorta di omeopatia del rientro, probabilmente più inefficace ancora di quell’altra, ma come quella buona a distrarci un po’e a illuderci per qualche minuto.
Perché se tutto va bene tornerà l’estate, ma noi saremo un anno più vecchi, maledizione.

The village – vacanze 2015

14 luglio
“La Basilicata è quella cosa che scopri quando alzi il cofano della Puglia” (Rocco Papaleo). Apriamo il cofano thevillage herewego again

piscinaDa anni, ogni volta che arriviamo in un villaggio turistico, ho un sogno proibito. Una bellissima ragazza mi si avvicina, con sguardo suadente e un sorriso che mi regala un brivido. Tende una mano verso di me e mi sussurra, riempendomi di gioia autentica: prendo le tue figlie e le porto con me al miniclub per un paio d’ore.
Macché. Non si è ancora avverato.
thevillage miniclub nonvogliamoandarci

15 luglio
Per colazione cappuccino, cornetto alla nutella, torta al cacao, torta di mele, krafen, crostata. Ma nel cappuccino ci ho messo il dolcificante al posto dello zucchero, eh? Per stare leggero ?#?thevillage? ?#?ciaodietaciao?lungomare

Ho la pelle mimetica imparareaspalmarelacremasolare

16 luglio
L’acqua bolle a 100 gradi, il ferro fonde a 1538. Per il papà che è riuscito a smollare le sue bimbe per un’ora e mezza al miniclub, il caldo non è un problema thevillage miniclub

splendido_quarantenneDopo aver valutato che con lo stato di forma attuale sarebbe in grado di fare 10 vasche, si ma di una piscina lunga 6 metri, acquista un paio di “Ray Bon”, o forse “Okley”, e cerca di convincersi di essere ancora uno splendido quarantenne.
PS Grazie per gli auguri: w gli onomastici!

17 luglio
Lo chiamano risveglio muscolare, ma, per tanti villeggianti, è più che altro una evocazione di spiriti d’oltretomba thevillage Iloveminiclub

18 luglio
– Mi raccomando Sere non fare la pipì in mare!bimbe_villaggio
– Tanquillo papà non la faccio. Io faccio pipì solo nella pissina.
cuoredipapa ironia presiperifondellidaunatreenne

19 luglio
Si viene e si va.
Nuove famiglie pallide scrutano l’ambiente mentre noi coloured sospiriamo pensando alle nostre samsonite. Per una settimana non ho pensato a delibere, comunicati o siti, ma solo a palettine, babydance e ciabattine. Quando qualcuno mi chiede se a volte non desidererei una carriera più appagante, gli rispondo convinto: sono le ciabattine, la babydance e le palettine ad appagarmi.
Se poi c’è il miniclub…thevillage domaniacasa

20 luglio
Come dmuseo_policoroa tradizione, la settimana di vacanza si ritaglia uno spazio culturale: visita al museo di Policoro. Un piccolo gioiello che se l’avessero gli americani ci farebbero un grattacielo di 150 piani espositivi. Tra l’altro organizzato bene, con aria condizionata e ambienti spaziosi. Con noi, solo due turisti stranieri. Una bella mattinata che si è conclusa con la sentenza di Serena: sono tufa di tutte quette tatuine. Se passate da queste parti, visitatelo