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Odio Halloween

I nordici sono fondamentalente un popolo di quaquazzoni.
Cioè si fanno facilmente spaventare, e un po’ sembrano anche goderne. Nel lago di Lochness speculano sull’esistenza di un mostro, quando in fondo al lago di Garda al massimo ci trovi qualche pregiudicato e un po’ di scarichi edili.
Il loro romanticismo evocava fantasmi e cimiteri, il nostro battaglie e belle donne. Si fanno spaventare da film che definiscono horror ma che sono solo orrendi: toh, c’è una vecchia casa abbandonata vicino ad un cimitero, una porta che cigola e una inquadratura in soggettiva, vuoi vedere che salta fuori il morto con le fauci insanguinate?
Se un americano vede un morto grida disperato e si fa venire l’esaurimento nervoso, se lo vede un napoletano gli chiede i numeri per il lotto. Sarà questione di clima, forse, ma voi ce lo vedete un film di zombie ambientato a Reggio Calabria? La malavita li farebbe fuori in venti minuti, figurati se ci facciamo rubare il mercato da quattro cadeveri.
Perché dico tutto questo? Perché odio Halloween. E’ una festa demenziale, da quaquazzoni mangia zucche rincitrulliti. Non ha l’eleganza del Carnevale, non ha lo spessore spirituale della festa di Tutti i Santi, in cui dovremmo riflettere e meditare – credenti e non – su chi ci ha preceduto in questa avventura terrestre.
Halloween serve a vendere quaderni, giocattoli e pupazzi, ma anche a forgiare subito dei piccoli, spaventati quaquazzoni. Insegnamo loro subito ad avere paura, terrore, angoscia: da bambini è una zucca, da adulti sarà il terrorismo islamico, la sars o gli immigrati.
Odio Haloween, e chissà, forse lo odia anche Michael Moore.
Viva il carnevale e le zucchine (quelle lunghe e saporite, magari fritte, non quelle arancioni e insipide dei quaquazzoni del nord).

Benvenuti in Italia

La Sicilia è la terra di Peppino Impastato, Falcone, Borsellino, e tanti altri eroi che non sto a citare, e solo per questo merita un rispetto e un amore immenso. Però però, capperi, con una condizione economica disastrosa, con un governo evidentemente in difficoltà, con un clima politico straordinariamente favorevole al centrosinistra, conferma (con qualche scalfitura, ma niente di rilevante) la sua fiducia nella destra. Conferme in particolare l’operato del governatore Cuffaro che molti ricorderanno in una vecchia puntata del Maurizio Show contestare violentemente Giovanni Falcone perché il magistrato a suo dire offendeva l’immagine della Sicilia (si è ripetuto anche più recentemente contestando Report reo di aver detto che in Sicilia c’è la mafia). C’è chi ha fatto notare che senza la Sicilia l’Italia sarebbe stata governata per 50 anni dalla sinistra: ragionamento un po’ stucchevole perchè si potrebbe dire il contrario eliminando l’Emilia Romagna, ma insomma, l’idea è chiara: il clima politico italiano, quella rabbia e quella insoddisfazione diffuse da Trento a Reggio Calabria (avvertito anche da Lombardia e Veneto) non influenza lontanamente l’isola che vota soddisfatta il centrodestra. Come se la Sicilia fosse un posto a parte.
Gli eroi sono evidentemente lontani, mentre mi balza agli occhi l’immagine di una scritta visibile dal traghetto quando si approda in Calabria (vista in tivù perché di persona non ci sono mai stato): benvenuti in Italia.
Contenti voi, amici siciliani…