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Top ten delle balle che ti inventi dopo gli anta

10. Ci vedo ancora benissimo, ma con gli occhiali ho più fascino
9. Non è vero ho messo i tappi nelle orecchie per venire in discoteca. Cosa dici? Come?
8. Mi dispiace non essermi iscritto alla maratona. È che non ho le scarpe adatte
7. Pensa che mi sta ancora il vestito di quando mi sono laureato. No, non il pantalone. No, non la camicia. La cravatta, mi sta bene la cravatta.
6. Certo che uso Snapcot. Stopchat. Spamchat. Insomma, lo uso eccome
5. Se non pogo più sotto il palco dei concerti metal è per lasciare un po’ di spazio anche agli altri e sacrificarmi sulla tribuna numerata
4. Vacanze in tenda con lo zaino in spalla per ostelli? Ma certo. L’importante è che in bagno ci sia la vasca con l’ idromassaggio.
3. Ho ancora il fiato di un ventenne, solo in campo ho imparato a gestirmi
2. Non sono sovrappeso. Ho le ossa pesanti.
1. No, non sono capelli bianchi, è il sole che mi schiarisce i capelli

 

 

Per colpa di chi

Una delle mie preferite leggi di Murphy dice che chi sorride quando le cose vanno male ha già trovato qualcuno a cui dare la colpa. Si tratta di un motto universale che però è straordinariamente adatto al modo di pensare italiano. Per anni siamo stati divisi tra quelli per cui la colpa di ogni male era da imputare al capitalismo e al consumismo occidentale, e quelli per cui all’origine di tutti i problemi c’erano i comunisti, il materialismo e i sindacati.

Venuti meni questi capisaldi dell’italico scaricabarile, sono emersi nuovi capri espiatori: se il nord non produce più non è perché i nipoti degli imprenditori dilapidano le fatiche dei loro nonni in festini, orge e macchine di lusso, no, la colpa è dei meridionali che ci rubano il posto in fabbrica. Versione che poi si è evoluta nel più moderno “prima gli italiani“: prima mio figlio che si alza alle undici di mattina ogni giorno, non si è diplomato perché a scuola non lo capivano e spende 500 € al mese alle macchinette al bar, poi i profughi che parlano tre lingue e per salvarsi hanno attraversato il deserto e il mare, loro sì causa dei nostri problemi.

La fine delle ideologie ha prodotto però il moltiplicarsi dei fronti: ci sono quelli per cui la colpa di tutto è ascrivibile a chi mangia carne (dall’inquinamento atmosferico alla crisi in Libia, e forse anche i fallimenti recenti della nazionale sono colpa del prosciutto cotto), quelli per cui i credenti sono la tana in cui si annida ogni cattiveria, mentre gli atei sì che sono persone per bene (e in effetti un ateo che per il bene di tutti avrebbe voluto estirpare tutte le fedi religiose c’era, peccato secondo alcuni che l’abbiamo fermato nel 1945 prima che potesse completare l’opera).

Ci sono poi i leitmotiv immancabili, come quelli che “fattura o sconto?” con il suv dichiarato come macchinario agricolo per i quali sono i maledetti salariati a rovinare l’Italia, con le loro ferie e i loro giorni di malattia, i signori che dimenticano sistematicamente di dichiarare un conto corrente milionario (che distratto, sa, lo usiamo poco) o un reddito (sì è vero abbiamo tre appartamenti in affitto, ma è solo per non tenerli vuoti e far cambiare l’aria) e quando devono accedere a benefici pubblici la colpa è sempre dei maledetti burocrati e dei dipendenti fannulloni che ostacolano i loro piani.

Va bene, mi arrendo, la colpa è sua, è nostra, è mia. Vi fa stare meglio? Vi fa sorridere? Bene. Sorridete pure. Almeno così quando le cose vanno male saprò distinguervi dagli altri e potervi mandare a quel paese senza perdere tempo in inutili fasi istruttorie.

Spreconi

Periodicamente ci capita di fare acquisti più o meno ecologici, piùo meno intelligenti che servano a farci sentire a posto con la coscienza.
La carta riciclata, il sacchetto biodegradabile. Però sono scuse, perchéla verità è che continuiamo a essere immersi in un mondo basato su uno spreco. Un utilitaria di dieci anni, non importa se ancora perfettamente funzionante, non è assicurabile per un valore superiore ai 1000 euro.
E se si ammacca il paraurti, il carrozziere per cambiartelo ti chiede 800 euro. Per un auto che nominalmente ne vale 1000. Dove sia il trucco non lo so, il risultato è che quell’automobile, che a Cuba o nell’Africa equatoriale sarebbe un lusso, finisce ad ingrossare il mucchio di rottami di qualche discarica. E che dire delle batterie dei cellulari? Si scarica la batteria, si butta il cellulare.
E le cassette di birra, per le quali si rendevano i vuoti?
E i televisori? Io me lo ricordo ancora il tizio con la sua borsa nera da tecnico e i suoi schemi stampati fittissimi, che si nascondeva dietro il televisore, osservava,smontava, cambiava un pezzo e per magia tornava a farla funzionare. Pensate che oggi qualcosa del genere sarebbe possibile?
Siamo degli spreconi e anche se ci sforziamo di risultare solidali, equi non lo siamo per niente.

Top-ten delle scuse se non l’avete cambiato in tempo

10 – Ha fatto la cacca? Pensavo che quella verde fosse crema idratante!

9 – Ha fatto la cacca? E io che credevo che quest’odore fosse un tuo nuovo piatto etnico…

8 – Mi dispiace, il codice etico della mia azienda me lo vieta

7 – Incredibile, l’ho cambiato due minuti fa!

6 – Ho letto su un libro che non bisogna cambiarli subito altrimenti si traumatizzano

5 – Scusami ma quella lezione del corso pre-parto l’ho saltata

4 – È stato il piccolo a chiedermi di non cambiarlo. I loro sguardi sono molto comunicativi, sai?

3 – Non volevo privarti di questo momento di intimità

2- Sei proprio sicura che il pannolino che gli hai messo tu fosse pulito?

1 – Tesoro, non ha fatto la cacca. Quello è appena l’aperitivo. Aspettavo la portata principale

State attenti ad Expedia

[Attenzione, l’articolo è di quasi quindici anni fa. Nel frattempo è plausibile che molto di quanto descritto sia cambiato, ndr]

Mi dispiace parlare male di aziende o servizi, perché so che dietro c’è comunque il lavoro di persone serie e il loro impegno, ma segnalare le disfunzioni può forse servire a migliorare il loro operato. Per cui devo darvi un consiglio, vista l’esperienza personale: state attenti ad Expedia.
Ecco quello che mi è successo. Premetto che in passato ho comprato online di tutto, dai libri agli elettrodomestici, compresi ovviamente i biglietti aerei e le prenotazioni alberghiere. Mi è capitato di prenotare senza problemi con lastminutetour.com e opodo.it. Per un viaggio a New-York, ho deciso di provare Expedia: indubbiamente, specie quando si parla di Stati Uniti, la loro offerta è ricchissima e i prezzi concorrenziali. Seleziono viaggio e albergo, controllo le modalità di pagamento e verifico la disponibilità della mia carta di credito ricaricabile, già usata altre volte.
I soldi ci sono, faccio l’ordine.
Transazione non eseguita, riprovare.
Riproviamo, e di nuovo la transazione non va. In compenso mi accorgo che mancano più di mille euro dalla carta di credito. Provo a telefonare, ma il numero telefonico di Expedia, a pagamento, non è disponibile nei giorni festivi. Allora chiamo allarmato Cartasì, fanno delle verifiche e mi dicono che sono stati prenotati più soldi della disponibilità, e le carta è stata bloccata.
La faccio breve e vi risparmio i dettagli: la sostanza è che Expedia ha “prenotato” sulla mia carta di credito più soldi di quanto non fosse la spesa complessiva. Il loro call center è evasivo, dice che stanno lavorando per risolvere il problema, inventa delle scuse. In banca mi spiegano che probabilmente accade questo: tu ordini un acquisto di 5 euro di volo e 5 di viaggio, sulla carta hai 12 euro, per cui sei tranquillo; Expedia prenota i 10 euro, comunica l’ordine alla compagnia aerea che a sua volta prenota altri 5 euro sulla tua carta. A quel punto gli euro prenotati diventano 15, e non bastano più.
Ovviamente non c’è traccia di tutto ciò sul contratto, o sul sito, negano tutto anche al telefono e solo alla terza telefonata una addetta al call center si lascia scappare che in effetti sì, sono a conoscenza del problema. Navigando su Internet ho scoperto che sono in parecchi ad aver avuto lo stesso problema con Expedia, e succede anche con le carte di credito normali, cioè non ricaricabili: anche in quel caso se la cifra prenotata supera il platfond, patatrac, siamo allo stesso punto.
Ci fosse scritto da qualche parte: occhio, se spendete 10 euro, dovete averne la disponibilità per 15. E invece no. Io vi ho avvisato, state attenti. PS La prenotazione dei soldi e quindi il blocco è immediato, per ridarteli cartasì ci mette 21 giorni. Per cui a volare non siete voi ma il pacchetto vacanze, che vi saluta e fa ciao ciao dal finestrino…

Le donne inglesi fingono

Un terzo delle donne inglesi finge l’orgasmo. OOOOHHHH.
Più o meno tre volte, prima delle feste, salta fuori l’indagine inglese che afferma che molte donne fanno finta, tra risolini imbarazzati e commenti scandalizzate.
Ma basta.
Lo sappiamo. Se c’è una cosa che le donne moderne hanno imparato dagli uomini è fingere. Fingono di pulire, e invece hanno dato una passatina con l’aspirapolvere.
Fingono di cucinare, e invece hanno scongelato un piatto pronto e l’hanno infilato nel microonde. Fingono di avere commissioni stressanti da fare, e invece vanno a zonzo a guardare scarpe in vetrina. Che male c’è se fingono anche di provare piacere?
Il problema bisognerà porselo quando non fingeranno più perché impegnate a pensare alle scarpe guardate in vetrina al pomeriggio.
PS Ho detto, e ribadisco, che la finzione è un brutto vizio, ma gli uomini non sono certo da meno.
Per secoli hanno fatto finta di andare a caccia, mentre si trastullavano in giro; poi hanno finto di dedicarsi all’arte, ed erano scuse per far colpo sulle donne; adesso fingono di avere meeting, conference call e business plan, e l’unica cosa che davvero li impegna è la formazione del fantacalcio. Se non fingono l’orgasmo anche loro è per motivi biologici, ma ci arriveremo.