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“Mister, mi scaldo? No, che poi ti stanchi”

tormenta_neveNiente da fare, quel romanzo di oltre 500 pagine che da mesi attende speranzoso sul comodino vi incute timore. Non avete nemmeno il coraggio di aprirlo. E che dire di  quel saggio divulgativo sull’inquinamento ambientale, l’argomento è interessante, potrebbe essere utile apprendere delle nozioni, ma no, potreste finirlo quando ormai del mondo non sarà rimasta traccia. Per non parlare di quei racconti in inglese, mi servirà per il lavoro, sì dai non scherziamo, ogni due paragrafi ti tocca aprire il dizionario per capirci qualcosa.
Rinunciamo allora ad uno dei piaceri della vita, la lettura? Ci limitiamo ad una sfogliatina al quotidiano la domenica mattina per le quotazioni del fantacalcio? No. Un’altra possibilità, prima dell’abbruttimento dell’analfabetismo di ritorno, c’è.

Sono le storie da leggere sullo smartphone. Sui telefoni di oggi (ma ha ha senso chiamarli ancora telefoni?) possiamo leggere racconti, romanzi, riviste. Ma anche racconti brevissimi, pensati proprio per quei dieci minuti in autobus, o per lo svolgimento di funzioni vitali del ciclo digerente (svelti, prima che vostra figlia bussi alla porta del bagno!).
Oggi voglio consigliarvi un servizio del Gruppo Editoriale l’Espresso che siamo appunto storie brevi,pensato per leggere sullo smartphone. Di storie ce ne sono tante, ma io ve ne consiglio due, da cercare tra le storie top. Oltre tutto sono gratuite, mentre per altre è richiesta l’iscrizione o il pagamento di una modesta cifra.
L’autore è Rocco Citro, la mia storia prefererita si chiama “Mister, mi scaldo? No, che poi ti stanchi“. In realtà la mia passione per le battute è tale che basta il titolo a eleggere questo racconto nella mia personalissima top di sempre. Un titolo che da solo racchiude l’epica delle partite di calcetto tra quarantenni, sportivi o sedicenti tali non ancora abbastanza vecchi per passare al Subbuteo e alla Scala 40, ma sicuramenti troppo avanti negli anni per dare una parvenza di gioco al loro trottorellare affannoso in campo. Non aggiungo altro, il racconto è lì e aspetta solo di essere gustato.
Il secondo consiglio riguarda un racconto dal taglio sempre umoristico ma dai colori che sfumano nel malinconico. Si chiama “È vietato andare in bici nella tormenta” e racconta un’esperienza davvero estrema, altro che bungee jumping o parapendio: andare in bici quando nevica. Io personalmente non ve lo consiglio, d’altronde odio la neve. Però vi consiglio di leggere queste due storie. E magari di cercarne altre di Rocco:  mi ringrazierete.