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Imparcheggio

I posti auto riservati ai disabili sono un diritto sacrosanto.
Le strisce pedonali sono preziose, in una civiltà dominate dalle auto.
I paletti agli incroci servono eccome per agevolare la circolazione impedendo il parcheggio selvaggio.
I commercianti possono occupare spazio pubblico con i loro gazebo, a patto di pagare le tasse: mantengono viva la città.
Ma quando in poche settimane sotto casa ti vedi circondato da strisce pedonali (in diagonale, così portano via due posti macchina), strisce gialle (manco a Chernobyl ci sono tanti invalidi) pizzerie che aprono la terza sala sul marciapiede e paletti ovunque, tu poveraccio senza posto macchina che perdi mezz’ora ogni volta a lasciare la tua utilitaria ad un chilometro da casa non devi stupirti se cominciano a girarti vorticosamente fino a rimpiangere l’allegra anarchia prepotente dei comuni di centrodestra…

Tutto cambia

Ho tanti amici siciliani, tantissimo rispetto quasi adorante per la terra che è stata di Sciascia, Tommasi di Lampedusa e Peppino Impastato oltre che di Falcone e Borsellino (e mettiamoci pure il Commissario Montalbano…)
Ma se non ce l’ha fatta la sorella di un eroe, sconfitta da chi quell’eroe lo insultò in televisione perché parlando di mafia si danneggia il turismo (andate a guardare negli archivi del Maurizio Costanzo Show, se riuscite), allora non c’è proprio speranza.
Allora aveva ragione il Gattopardo, amici siciliani, voi non cambierete mai.
Credo che la stragrande maggioranza di voi, amici siciliani, sia onesta e lontanissima da logiche mafiose. Ma quella stessa maggioranza onesta evidentemente è contenta dello stato delle cose e non vuole cambiare.
Che dire? Contenti voi…

Giornalismo interpretativo

Accessibile come un convento di clausura arroccato sul monte, usabile come certe caffettiere chic che ti ustionano le mani, coerente come le prese di posizione di certi politici, graficamente elegante come il volantino di una svendita per chiusura locale, il nuovo sito di Repubblica.it ha rappresentato una pagina mediocre di giornalismo. Si perché di fronte a centinaia, forse migliaia di utenti che protestavano  e giudicavano brutto l’intervento sul sito la redazione ha pubblicato un articolo in cui affermava che l’evoluzione “è stata accolta con umori alterni” e che “sono tanti quelli che hanno manifestato apprezzamento”. Si tratta di un bellissimo esempio di interpretazione della realtà così forzata da poter risultare addirittura mistificazione. Se, faccio un esempio, in 100 (sono tanti) dicono che il sito è bello, e in 2000 dicono che è brutto, è corretto scrivere che in tanti apprezzano? Non è falso, certo, ma non è quello che mi aspetto da un giornale serio. Per chi non ha ancora capito a cosa mi riferisco (sveglia!Meno male che domani non si lavora, eh?) sto parlando della nuova veste grafica di Repubblica.it che ha introdotto il blu per i titoli degli articoli, razionalizzato alcuni spazi in vista – sospetto – di una integrazione con kataweb ma tutto senza grande rispetto delle minoranze, visto che il sito non è visibile dai Macintosh e mette in difficoltà alcuni browser per disabili e gli utenti privi di un computer potente e aggiornatissimo. Forza ragazzi, tutti sbagliano ogni tanto. L’importante è ammetterlo