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Guardiamo i cartoni?

Come giovane papà ho il dovere di fari una cultura di cartoni animati, o per lo meno di rinfrescare la mia. Purtroppo non ci sono più in giro Grande Mazinga, Goldrake e Jeeg Robot d’acciaio, con i quali avrei fatto un figurone con mia figlia.
Ma nemmeno Candy Candy, Anna dai capelli Rossi e l’Ape Maia, se si esclude qualche replica sui canali locali. Oggi ci sono Winnie the Pooh, per i più piccolini: la straordinaria idea di trasformare dei giocattoli in personaggi televisivi, per vendere poi giocattoli. E le Winx, cui spero arriverò più tardi, perché non sono ancora pronto a sorridere di fronte a delle eroine vestite (vestite?) come hai miei tempi si vestivano le vallette di Colpo Grosso.
Poi ci sono i film d’animazione.
E se una volta ti potevi fidare del solito filmone natalizio targato Disney, tranquillizzante, reazionario quanto basta, con qualche messaggino satanico qui e lì ma fondamentalmente inoffensivo, adesso di film d’animazione ne escono ogni mese.
Oltre a quelli della Disney ci sono quelli della Dreamworks (adoro Shrek ma non sempre i suoi epigoni sono all’altezza), poi ci sono quelli della Pixar che sono sempre Disney ma più scanzonati, e ancora quelli dell’Era glaciale che sono moderni ma con un’animazione più tradizionale, e poi i film d’autore italiani come quelli di D’Alò, e poi quelli sperimentali tedeschi, e quelli poetici francesi, e…
Che ansia. Confidiamo nella mamma.

Gli incredibili

Torna alla carica la Pixar anticipando, almeno in Italia, il ciclone Shreck, e lo fa con un bel film sotto tutti i punti di vista. Molteplici le chiavi di lettura, come ormai succede sempre più spesso ai film di animazione: per i bambini è una bella storia divertente, con la tipica struttura delle storie dei supereroi gloria – decadenza – ritorno e rivincita. Per gli adulti numerosi i riferimenti ironici alla vita moderna (il cubicle del protagonista deve molto a Dilibert, mentre le storie familiari sono una concentrato ironico del conflitto al tempo della situation comedy). Terza e probabilmente non ultima possibilità di lettura è quella che possono dare gli esperti di fumetti: chi è cresciuto con la DC Comics e la Marvel non può non cogliere i riferimenti, le prese in giro e le strizzate d’occhio, dalle gag sui costumi pacchiani (e sui mantelli, probabilmente la scena più divertente del film) a quelle sui monologhi dei cattivi. Buoni e non invasivi gli effetti speciali, unica a non eccellere la colonna sonora, senza infamia e senza lode, anche se siamo tutti riconoscenti alla Pixar per aver eliminato le inutili canzoni con le quali la Disney è solita interrompere i momenti migliori dei suoi film.