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La sindrome del budget

Ci sono tanti modi più o meno sofisticati per capire quello che sta succedendo in America e che presto raggiungerà il resto del mondo.
Banche che falliscono, famiglie per strada dopo aver perso la casa…
Si tratta dei sintomi di una patologia moderna del sistema dei servizi: la sindrome del budget. Il budget è un obiettivo che le imprese si danno e che nella maggior parte dei casi è annuali. Entro la fine dell’anno dobbiamo aver raddoppiato il fatturato. Entro due anni la nostra redditività deve essere cresciuta del 20%. E così via. In confronto i piani quinquennali di staliniana memoria erano bazzeccole da principianti. Che male c’è se un’azienda dei servizi si dà degli obiettivi? Nessuno. A parte il fatto che

  • questi obiettivi sono quasi sempre sovradimensionati, perché nessuno vuol crescere meno dei concorrenti, e questo genera una reazione a catena
  • questi obiettivi generano un effetto domino che parte dalla direzione aziendale e coinvolge il management, poi le sedi sul territorio, poi le succursali, poi i reparti operativi.

Il risultato è che il bancario, o il dipendente di una finanziaria, o il responsabile di una telecom deve necessariamente raggiungere un certo numero di contratti entro la fine dell’anno. Se non lo fa niente premio di produzione, nella migliore delle ipotesi; posto perduto nella peggiore. Ed ecco che il nostro uomo comincia per forze di cose a sottovalutare i rischi, a concedere il mutuo ad una persona non troppo affidabile, e a costruire su quel mutuo una piramide di servizi accessori quali assicurazioni, investimenti derivati, aperture di conto…
L’ansia ossessiva del budget può accecare il più equilibrato degli operatori, può fare aprire contratti ADSL a vecchiette novantenni che a malapena usano il telefono, può caricare di inutili servizi accessori il conto corrente di un operaio che lo usa solo per ritirare lo stipendio, può concedere un mutuo superiore al valore della casa.
Fate bene attenzione, anche il settore industriale ha i suoi budget. Ma nessuno può chiedere ad un operaio di costruire dieci autovetture all’ora, da solo, senza passare per pazzo. Ai bancari questo è stato chiesto.
L’hanno fatto, e bene, per parecchi anni, raggiungendo i budget sempre più "sfidanti" (nel gergo si dice spesso così, con una pessima traduzione dell’inglese challenging). Inventando nuovi prodotti e perfezionandone di vecchi. Con una creatività che ha gonfiato i risultati su una pila di carta sempre più lontana dall’economia reale.

E i risultati li vediamo….