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L’ultimo arrivato

Vi è mai capitato di arrivare ad una partita di calcio a metà secondo tempo?
Oppure ad una festa quando il cibo è finito e già i primi invitati cominciano a tornare a casa?
Oppure in spiaggia, al tramonto, mentre le persone con la pelle arrossata radunano ombrelloni e teli e si preparano al rientro? Non riesco ad immaginare niente di più triste.
Meglio non assistere del tutto ad un evento, non vederlo, non conoscerne l’esistenza, che assaporare il triste sapore del finale. Tutto ciò per dire che nonostante le gengive sanguinanti, il dolore e la futura parcella del dentista, provo un po’ di compassione per il mio dente del giudizio. Il poveraccio è spuntato poco tempo fa, a trentatre anni compiuti. Oddio, non è che io pensi di morire presto: ma insomma, rispetto agli altri denti che sono lì da più di venticinque anni, lui se n’è perso di spettacolo.
I suoi fratelli sono ingialliti, devitalizzati o piombati, ed ecco che arriva lui, sgomita per conquistare spazio, mentre tutti preferiscono ignorarla.
Poveraccio, proprio un destino avverso.
 E dire che non gli ho ancora spiegato che fra qualche mese conto di tirarlo via…

I miracoli del fotoritocco

La foto qui sopra è una scansione tratta da City di qualche tempo fa, di proprietà dell’Ansa.
L’articolo presentava una serie gialla in sei puntate mandata in onda da Sky con la direzione artistica di Salvatores e con Angela Baraldi protagonista. Ed è proprio di questo di cui vorrei parlare: l’attrice a sinistra è nella sua versione reale, così come viene fotografata alla conferenza stampa, a destra nel poster della serie.
A me pare ci siano delle leggere differenze, non trovate? Se solo potessimo fotoritoccarci nella vita reale…

Quelle travi nell’occhio

Qualche tempo fa uno dei tanti pseudo artisti che cerca di compensare la mancanza di talento con la volgarità e l’offesa ha intitolato una mostra in una maniera oscena che non voglio neanche ripetere ("La Madonna piange…"), mostra che poi è stata soppressa.
La reazione della chiesa di Bologna come succede spesso è stata quella di chi reagisce con il Napalm per combattere una zanzara. Invettive, proteste, proclami, messe di riparazione.
Quella che era una mediocre porcheria è così diventata una forma di espressione culturale minacciata e soppressa dall’inquisizione.
Allo stesso modo, la chiesa bolognese adesso si sta battendo contro il progetto di costruzione della moschea, quasi avessimo ricevuto da Dio l’esclusività per pregarlo in un certo modo. E allora io, cattolico ignorante, mi dico: ma non sarebbe meglio se la chiesa bolognese pensasse alle sue pecorelle che si sfondano di ecstasy il sabato sera e poi si schiantano contro i pali, che fanno dell’evasione fiscale un vanto e un’orgoglio, che saltano l’ora di religione per andare a bestemmiare nei giardini e a fare gara a chi imbratta più case con lo spray?
Quand’è che cominceremo a pensare alla trave nel nostro occhio invece di essere ossesionati dalla pagliuzza in quello del vicino?

I miei generi preferiti

Qualche tempo fa ho pubblicato un sondaggio per capire cosa guardano in tv i lettori di questo blog . Ci sono state solo due risposte. Allora? Ci diamo una mossa? Guardate che è gratis. E anonimo. Per stuzzicarvi, ho deciso di pubblicare tutti i miei gusti in termini di generi televisivi. Mi aspetto i vostri commenti.

Film
I film sono da sempre ciò per cui vale la pena acquistare una televisione, se non si è ricchi abbastanza per andare al cinema ogni sera. Ai tempi dell’Università, i “Bellissimi” di Rete 4 erano un must assolutamente imperdibile. Col tempo sono diventato sempre più insofferente nei confronti della pubblicità, ma qualcosa sulla Rai continuo a vederla. Voto: 10

Telefilm
Dottor House è uno dei pochi programmi di cui mi dispiace perdere una puntata (anche se lo faccio spessissimo perché sono uno spettatore molto poco seriale). In generale i telefilm americani hanno una cura per la scrittura e la regia che fa impallidire i ridicoli tentativi italiani, ma anche i commissari europei con e senza cane. Peccato solo per questo uso stupido che ne fa il palinsesto italiano per cui vengono aggregati due o tre episodi: il bello di un telefilm è che dura 30 minuti o un’ora al massimo. Voto: 8

Soap-opera
Qualcuno ha calcolato che dopo vent’anni i protagonisti di Beautiful si sono sposati otto-nove volte a testa, e si sono riprodotti in maniera improbabile per cui ora i nipoti corteggiano le amiche delle nonne. L’aspetto positivo è che puoi trovarti in una sala chiassosa a leggere un giornale e chiacchierare con qualcuno buttando un occhio di tanto in tanto, e capire perfettamente quello che sta succedendo, e quello che accadrà nei successivi dodici episodi. Voto: 1

Varietà
Il genere è ormai scomparso, e un po’ dispiace. Quegli spettacoli con balletti, cantanti internazionali, attori di grido e comici ospiti di livello (Benigni, Grillo) ormai costano troppo. Però mettono anche un po’ di nostalgia: da bambino “Fantastico” era sinonimo di sabato sera. Oggi al limite ci si può permettere uno showman che canta, bella e fa battute comiche tipo Fiorello, ma non è la stessa cosa. Per quanto riguarda i quiz…Non li vado certo a cercare. Ma il gusto di provare a rispondere c’è sempre.Voto: 5

Notiziari
I migliori sono quelli di Rai News 24, senza dubbio, se si è interessati alle notizie. Se invece interessa un po’ di gnocca in orari pomeridiani, imperdibile Studio Aperto, che trasmette più backstage dei calendari che notizie di nera.
Voto: 5 (media tra il 10 di Rai News e il non classificabile del TG4)

Talk-Show
La gente che chiacchiera mi annoia. Qualcosa di interessante si vede su Sat2000 e La7 (mi piace poco Ferrara ma Otto e mezzo è un ottimo programma). Le chiacchiere della domenica pomeriggio e tutta la brodaglia della De Filippi sono per me invece simpatici quanto una gastroenterite acuta: è noioso sentire parlare persone intelligenti, figuriamoci tronisti e morti di fama. Voto 3

Reality Show
Niente da fare, c’è una profonda incompatibilità tra me e questo genere. Non volendo risultare uno di quegli snob che giudica senza vedere, ci ho provato, ma niente, non capisco. Non capiso i maniaci che si eccitano per un bacio sotto le coperte captato con gli infrarossi, non capisco chi trova divertente l’ignoranza, non capisco come possa essere premiata la strategia di colpire alle spalle. Non sopporto neanche la Gialappa’s che ci fa dei programmi: è come divertirsi a giocare a palle di fango. Conosco modi più divertenti di trascorrere il tempo. Voto: 0

Cartoni animati
Chiariamoci subito: non sono programmi per bambini. Non solo. Date un’occhiata a certi manga su Mtv, se volete capire a cosa mi riferisco. E anche i Simpons andrebbero trasmessi in seconda serata – e con i testi originali, e non edulcorati – invece che all’ora di pranzo. Comunque sia, i cartoni animati fatti bene lasciano molta più libertà agli autori, e la libertà mi piace. Voto: 7

Documentari
Mi piacciono molto quelli storici e quelli turistici, specie se locali. Se vedo un bel documentario sulla Toscana, infatti, penso: che bello, una domenica ci potremmo fare un giro. Se lo vedo sull’isola di Pasqua, mi convinco che non ci andrò mai, e mi deprimo. Invece non mi piacciono quelli naturalistici, con le foche che si accoppiano e i leoni che sbranano le gazzelle. Non ho niente contro questi programmi, ma non mi seducono. Voto 8.

E adesso dite la vostra, o votate nel sondaggio a destra!

Buon viaggio, Piergiorgio

Qualche giorno fa è morto Piergiorgio Welby, il malato terminale che si è battuto perché gli venisse riconosciuto il diritto di rifiutare le cure e perché venisse spento il respiratore che tramite un tubo che gli ventilava artificalmente i polmoni sedici volte al minuto.
Questo diritto non gli è stato riconosciuto, perché viviamo in un mondo dove si muore ancora di fame, ma bisogna assolutamente tenere in vita artificialmente persone dilaniate dal dolore per non offendere i teologi bavaresi.
La notizia di oggi però è che la Chiesa ha negato i funerali a Welby richiesti da sua madre, cattolica credente, perché Piergiorgio “è morto nel peccato”.
Per un cattolico credente come me è devastante vedere come nella gerarchia ecclesiale ci siano ancora rigurgiti di quei sentimenti oltranzisti che portarono morte e distruzione in Palestina, che inquisirono la scienza e la libertà, che sostennero le guerre contro chi non si sottometteva.
Qualche tempo fa è morto Pinochet: credo che i suoi peccati fossero ben superiori a quelli del povero Piergiorgio, eppur i funerali sono stati ossequiati senza alcuno scrupolo da parte dei crociati. Come la mettiamo, signori teologi? Spiegatelo a noi poveri ignoranti!

Caro Gesù Bambino, se davvero hai intenzione di rinascere ancora una volta quest’anno, sappi che i mercanti del Tempio sono sempre più numerosi…

Ai spic inglisc

Hanno cominciato, qualche tempo fa, a pronunciare la sigla dvd “dividì” anzichè “divudi” per fare i fighi e mostrare che sanno l’inglese. Perché in Italia si dice “Vu” e non “Vi”: abbiamo le videocassette “vuaccaesse”, non viaccasse, guardiamo la tivù, non la tivì, e abbiamo anche una simpatica lettera, la w, che si chiama doppiavu, e non doppiavi.
Non stanchi di queste boiate ridicoli, i guru della tecnologia ne hanno inventato un’altra. C’è una tecnologia per la connessione digitale che si chiama HDMI. Acca-di-emme-i. Pronunciarla in inglese sarebbe tostissimo, verrebbe più o meno “eic-di-em-ai”. E allora cosa fanno? Pronunciano acca-di-emme-ai! Almeno la i teniamocela in inglese, “ai”. Ma fatemi il piacere…anzi, “fac iu”…