Auguri di buone feste!

La voce si era sparsa già alcune settimane prima di Natale. Era stato il pastore, che dalla sua posizione nelle retrovie poteva captare i suoni dell’altro mondo, a fare l’annuncio profetico: un ciclone avrebbe cambiato tutto. Niente sarebbe stato più come prima. In tanti risero del vecchio pastore, tutto andava come doveva andare da tempo immemorabile, gli risposero, ogni posizione stabile e condivisa.

Ma il ciclone arrivò davvero, e spostò tutto. La lavandaia si ritrovò a fare il bucato in mezzo al bosco, e non avendo competenze di lavaggio a secco, se ne ebbe a male. Le pecorelle furono sparse ovunque, e circondate da nuovi e insoliti animali quali giraffe, leoni, rinoceronti di ignota provenienza. Il mugnaio, che godeva di una condizione agiata di imprenditore monopolista, vide la sua terra invasa da tre extracomunitari, uno addirittura nero. Oggi un re nero, domani un presidente, bofonchiò irritato, dove andremo a finire. Accadeva ogni anno, certo, ma i tre si presentavano all’ultimo momento pieni di doni; adesso invece si accampavano alla rinfusa con largo anticipo.

Altri invasori apparvero, strani oggetti chiamati automobiline, animali goffi, morbidi e pelosi dalle dimensioni enormi, sciocche bamboline con il sorriso stampato sulle labbra. Qualcuno aveva tratto giovamento dal cambiamento, a dire il vero: l’angioletto, per esempio, che da sempre occupava una posizione precaria appeso sulla grotta, aveva finalmente trovato un posto fisso dietro la collina, e pensava a metter su famiglia. Il ciclone aveva le fattezze violente e pasticcione della nipotina della padrona di casa che continuava a fare disordine nel presepe.

Ma poco prima della notte di Natale, una mano gentile riportò ordine, rimise la lavandaia vicino al fiume, le pecorelle con il pastore e il bambin Gesù fra GIuseppe e Maria. La vita tornava come di consueto, in attesa di un nuovo ciclone.
Non abbiate paura dei cambiamenti.
C’è posto per tutti, al mondo, l’importante è cercarlo.
Auguri!