Lui le ha detto, dopo averla riaccompagnata a casa: ciao, ci sentiamo domani. Per lui quel “ci sentiamo domani” è rituale, come quando si dice arrivederci ad una persona che sta per partire per la Groenlandia, come quando si saluta con un “buon giorno” anche se diluvia e ci sono i presagi di un terremoto.
Per lei no.
Per lei quel “ci sentiamo domani” significa: “domani ti telefonerò per dimostrarti quanto ti ami, quanto la tua presenza dia conforto nei momenti difficili e risplenda luminosa nelle mie giornate”. Non necessariamente, però; può anche voler dire: “domani verrò a casa tua, so che sei fuori per lavoro ma aspetterò in portone tutto il pomeriggio oppure entrerò a chiacchierare del tempo e di Beautiful con tua nonna (a proposito, Brooke è ancora viva e sfiglia che è un piacere), e aspetterò il tuo arrivo per dirti quanto ti ami, quanto la tua presenza dia conforto nei momenti difficili e risplenda luminosa nelle mie giornate”. Poi succede che lui non le telefona. Non c’entra niente con il conforto, l’illuminazione e tutto il resto: è che c’ha da organizzare la partita di calcetto con gli amici, ha il cellulare che non scarica le suonerie polifoniche e il capo con la luna storta, insomma se ne dimentica. E a lei si gonfia lo stomaco come un pallone di rugby, i muscoli si irrigidiscono in una morsa d’acciaio e tutto, il respiro del collega del piano di sotto, il vento che muove le foglie e le auto per strada diventano insopportabilmente irritabili.
Finché lei non lo richiama, furibonda, offesa, delusa e umiliata dopo due giorni, e già immagina di essere stata tradita con una squadra femminile di sollevamento pesi, alza la cornetta, sta per scaricare 10000 watt di incazzatura, e sente la sua voce. “Ciao bella, come va? Andiamo a vedere Guerre Stellari sabato?”
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Donne e scarpe
Possono tollerare un marito condiviso con altre mogli. Possono accettare un ruolo subalterno, possono anche farsi da parte quando il marito decide di provare una moglie temporanea. Sono alcune donne iraniane sottomesse dal 1979 alla legge islamica. Ma quando le toccano le scarpe, ebbe’ se ci sono di mezzo le scarpe, non c’è legge che tenga. ? successo davvero a Teheran dove tre donne hanno tentato il suicidio con un’overdose di farmaci perché la più giovane, 27enne, aveva comprato un paio di stivali costosi. E no, con le scarpe non si scherza. La storia dà parecchi spunti, sul ruolo della donna nella vita della famiglia e sul ruolo della scarpa nella vita della donna. E conferma una volta di più che la monogamia è la migliore delle forme di convivenza. ? già duro osservare allibiti quanto la propria donna dilapida in scarpe; confrontarsi poi con tre è da suicidio (ops, questa è involontaria)