Chardin, il pittore del silenzio

Siete stufi di scarabocchi, intricati puzzle geometrici, macchie irregolari di pittura?
Non ne potete più di fingervi ammirati di fronte a tele squarciate, opere di cui non si distingue l’alto dal basso o fatte di avanzi di spazzatura, perché se non ammirate vuol dire che non capite la sofisticata arte concettuale che va oltre il figurativo?

Immagine tratta da Wikimedia

Allora questa mostra fa per voi: “Chardin, il pittore del silenzio”. Al Palazzo dei Diamanti di Ferrara dal 17 ottobre fino al 30 gennaio, orario continuato 9-19 tutti i giorni- Vedrete quadri che emozionano, raccontano storie, ritagliano momenti di un’intimità dimenticata, aprono la porta a ricordi o sensazioni dimenticate. Quadri belli, insomma.
D’altronde Siméon Chardin diceva che non si dipinge con i colori, si dipinge con il sentimento. Ebbe il coraggio di rifiutare i dipinti maggiormente in voga nella Francia dei suoi tempi, quelli a tema storico o mitologico, scegliendo il genere “minore” delle nature morte. Che in realtà sono vivissime e sembrano lì a portata di mano, con quella magia della pittura ad olio così realista da sembrare vera ma carica di un punto di vista e di un’atmosfera che la piattezza della fotografia, per esempio, raramente può raggiungere. Ma oltre alle nature morte in mostra è possibile ammirare scene di interni, la quotidianità di persone comuni o rampolli borghesi colti nella vita di tutti i giorni. Opere talmente attuali e moderne perché la perferzione dell’equilibrio tra rappresentazione della realtà e forma genera il bello, e il bello non ha tempo.
Prima o poi vi toccherà accompagnare qualcuno ad osservare chiodi nel muro e linee sghembe: rifatevi gli occhi con Chardin con il quale riuscirete a sopportare i momenti più difficili di certa “arte” contemporanea.