Papo e Martina

Improvvisamente tu

Improvvisamente mi viene in mente il ragazzino che giocava in riva al mare. Sognava di diventare un grande calciatore e di portare il Taranto in serie A. C’è il silenzio della notte padana tutto intorno e due grandi occhioni spaventati che mi fissano.
Fa caldo qui dentro eppure ho i brividi e le mani mi tremano. Poco più in là si affannano a mettere in ordine, sistemare, ripartire. Ci sono sorrisi sereni e tanta stanchezza.
Cerco di distrarmi e di pensare ad altro ma i tre chili che ho tra le braccia mi sembrano pesare tonnellate ed è come se ogni cellula del mio corpo avesse organizzato una festa con le vicine e stesse ballando e festeggiando.

Improvvisamente mi viene in mente il ragazzino che giocava in riva al mare che sono stato e che adesso è diventato papà. Ha lasciato casa, fatto 800 chilometri (ma non chiamatelo immigrato, la nazione è la stessa, per cui al massimo è un mobilitato), si è costruito un’identità e, adesso, una famiglia.
Là fuori c’è la crisi, le proteste, i comizi. Il Taranto non andrà mai in serie A, speriamo ci resti il Bologna.
Ma c’è ancora un cielo in cui perdere lo sguardo.
Benvenuta, Martina. Il tuo papà avrebbe voluto per te un mondo migliore, ma questo è il meglio che ha da offrirti.