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Fermate la cucina creativa!

Ieri ho confermato pubblicamente di essere un conservatore quasi reazionario in ambito culinario, litigando con il cuoco del self service dove vado a mangiare in pausa pranzo.
 Quando ci vuole ci vuole. Il fatto è che io credo alla teoria del darwinismo applicata alla cucina: la pasta e piselli è il risultato di un lungo processo selettivo che ha escluso man mano gli accoppiamenti inopportuni portando al risultato attuale. Volendo, si potrebbe dire che la pasta e piselli che conosciamo è la migliore delle paste e piselli possibili. Il problema semmai è che mentre certi accoppiamenti mostruosi in natura non hanno futuro (e se qualche scienziato ci prova in laboratorio madre natura si ribella e la creatura muore), nell’ambito culinario sembra che più mischi e più sei innovativo, bravo, originale. E allora via alla creatività, infiliamoci la frutta nell’arrosto, il vino nella salsa, le caramelle nella pasta asciutta.
O addirittura (SCEMPIO! SCEMPIO! SCEMPIO!) mettiamoci la salsiccia nelle orecchiette con le cime di rapa, come ha fatto quello scellerato del cuoco che ieri volevo denunciare al nucleo anti-sofisticazione dei carabinieri.
Ma come si fa?
Certo che senza prove non ci sarebbe evoluzione, ma uno le prove se le fa nel retrocucina, al limite fa inguirgitare al vice-cuoco (che è un dottore di ricerca in Filologia Romanza e lavora come precario, per cui meglio se assaggia e poche storie), non le propina alla clientela.
Smettetela!
Perché se uno prova a fare accoppiare una scimmia con una giraffa il mondo si ribella, gli ambientalisti protestano, i dottori di morale si strappano le vesti, e nessuno dice niente se un cuoco mette la salsiccia con orecchiette con le cime di rapa?
Bisogna fare qualcosa, è ora che Green Peace, il WWF o Italia Nostra si mobilitino, di più, questa deve essere una missione dell’Onu, che visto che costa caro e per fermare le guerre è inutile, almeno potrebbe riabilitarsi fermando la cucina creativa.