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Mediaset Premium: il chianti del Perù

Ho deciso di dedicare una breve rassegna alle offerte televisive a pagamento, visto che per vari motivi sono riuscito a provarle praticamente tutte. Non sarò obiettivo proprio per niente, ma quando mai lo sono stato? Cominciamo dal basso, e cioè da Mediaset.

Al di là delle antipatie ideologiche che si possono nutrire per questo servizio, visto il proprietario e le agevolazioni statali di cui ha goduto, Mediaset Premium è a mio avviso la più modesta delle offerte a pagamento presenti oggi sul mercato italiano (con l’eccezione forse di Dahila TV che però ha la scusante di essere nata dopo).

Fondamentalmente ha un’utente tipo abbastanza chiaro: l’appassionato di calcio che vuole risparmiare, quello che vorrebbe tanto Sky ma non può permetterselo. La forza di questa offerta infatti sta tutto nel pacchetto calcio, decisamente più economico rispetto all’offerta di Sky. Però è anche l’unica forza, perché in tutto e per tutto Mediaset Premium sembra uno Sky dei poveri: dalle inquadrature più tradizionali (mentre Sky offre anche delle panoramiche straordinarie) all’assenza dell’alta risoluzione, dalle serie americane di seconda scelta ai canali tematici così così,almeno per ora, tutto sa di completo dei grandi magazzini, di succedaneo del caviale, di Chianti del Perù, di villetta in multiproprietà. Tristissima l’offerta al di fuori del calcio, sembra messa lì giusto per dare una giustificazione ai mariti rispetto al resto della famiglia. La logica è quella trita dei tre canali fininvest di Freccero degli anni ottanta (ma allora era geniale): un canale per famiglia (allora Canale 5, ora Joy), uno per le donne (allora Rete 4, ora Mya) uno per gli uomini (allora Italia 1, ora Steel). La programmazione è quasi completamente dedicata alle serie tv più qualche film: niente che giustifichi un abbonamento, tuttavia. E soprattutto, niente programmi autoprodotti con qualche eccezione dimenticabile (il Grande Fratello e i programmi sportivi).
C’è qualcosa altro raccolto in giro (Cartoon Neetwork, PlayHouse, Hiro e Disnet Channel per i bambini, Studio Universal per il cinema).
L’unico vero canale che tuttavia si fa notare perché è valido è Premium Cinema, che però non ha il "doppione" posticipato di un’ora come Joy, Mya e Steel.

Che dire? Se non avete la possibilità di installare la parabola, non avete Fastweb né Alice TV e non potete fare a meno del calcio, ecco la vostra offerta. Altrimenti c’è di meglio.

La bufala del digitale terrestre

Ci hanno raccontato che con il digitale terrestre avremmo visto una valanga di canali in più. Da casa mia a Bologna non si vede Rai 1, Rai 2, Rai, Canale 5, La 7 ed Mtv, ma ci sono i meravigliosi cartoni animati anni 70 di Boing e il campionato di bocce di Raisat Sport.
Ci hanno spiegato che nuovi canali costruiti ad hoc sarebbero apparsi all’orizzonte: apparsi e scomparsi, se si considera la fine prematura della tv del Sole24 Ore, di Sport Solo Calcio e di Rai Doc. E poi, le nuove meravigliose funzioni digitali: la guida EPG, che i gestori non caricano quasi mai, e quando lo fanno è piena di errori di programmazione (e a volte anche di grammatica, segno che al digitale terrestre non sono finiti gli stagisti di belle promesse ma i vecchi inservienti sistemati dal partito).
L’interattività, la possibilità cioè di interagire con i programmi: funziona solo con i decoder MHP (cioè in larga parte quelli cinesi, insomma) collegati al telefono.
Un utente evoluto che ha il televisore con il digitsale terrestre integrato e la connessione telefonica via cavo è perciò escluso. Escluso da poco, a dire il vero: l’unica interattività possibile, di fatto, è il tasto “paga” per le partite di Mediaset Premium.
E i nuovi servizi al cittadino? La possibilità di usare servizi bancari, postali, comunali tramite la tv? Chi li ha visti? Forse l’ex-ministro Gasparri con la sua versione demo, di certo non noi. E ancora, ci hanno illustrato a fatica, perché noi poveri zucconii non capivamo, che la qualità digitale era superiore a quanto potessimo immaginare.
Peccato che non solo l’alta definizione è un traguardo irraggiungibile, non solo i programmi non hanno mai l’audio a 5 canali, ma spesso e volentieri la codifica è talmente spinta da far rimpiangere il peggiore dvx (provate a guardare una partita di calcio su un emittente locale: non si distingue il pallone) per non parlare di quando, se piove o la ricezione ha dei problemi, lo schermo si riempie di grossi cubi colorati che si muovono a scatti.
Il digitale terrestre è servito a Mediaset a vendere le partite di calcio? Bene. Io non le comprerò, neanche ci fosse il Taranto. E che cavolo, siamo uomini o caporali?