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Facciamo un po’ per uno

Non metto in discussione che Pietro, Paolo e tanti altri discepoli siano venuti a predicare a Roma perché era la capitale culturale dei loro tempi; e nemmeno mi lamento della fortuna che ha rappresentato per l’Italia essere la culla della cristianità.
Ma proprio per questo motivo dico: non saremo troppo egoisti? Ospitiamo il papa da quasi duemila anni. Non sarebbe giusto che anche gli altri popoli godessero da vicino della luce che irradia il pontefice? A parte la sgradevole parentesi avignonese, infatti, abbiamo sempre custodito il tesoro di conoscenza rappresentato dal Vaticano. Cristianamente, penso che dovremmo condividerlo.
Per un anno, il Vaticano potrebbe essere ospitato da Parigi, e da lì io prelati mettere in guardia dallo scempio delle baguette troppo corte e dei balletti licenziosi del Mouline Rouge; poi la curia papale potrebbe spostarsi a Londra e indicare ai cittadini del Regno Unito quale partito votare e quali cure scientifiche adottare e quali no. E che dire dell’immenso dono che sarebbe per la Russia, Mosca ma anche Vladivostok e la Siberia, poter apprendere dalla voce dei cardinali quali canzoni rispettano l’etica cristiana e quali no? E magari ricevere preziose indicazioni sui libri da leggere e su quelli da usare per scaldare il camino?
Come i genitori anziani arrivati ad un certo punto sono ospitati a turno dai figli, penso che il Vaticano in tour sarebbe una buona cosa. Faccio la mia modesta proposta, se c’è qualche stato che si candida, ce lo faccia sapere.

Vigilate sulle vigilesse!

Non so se le barzellette sui carabinieri siano vere, di certo ci sono certe gustose vicende sui vigili urbani di Bologna che meritano di essere raccontate. Domenica sera, porta San Donato, svolto a sinistra per via Malaguti. Di fronte a me, una coppia di simpatiche e brillanti vigilesse uscite da un master in furbizia ad Harvard in mette la freccia per svoltare a sinistra in direzione opposta. Piccolo dettaglio: svoltare in via Irnerio per chi viene da viale Filopanti come le due talentuose giovani fanno è vietato. Lo fanno tutti perchè fare il giro è noioso, e lo fanno anche le due luminari universitarie in astuzia.
Mi innervosisco, perché dovrebbero dare il buon esempio, ma tollero. Ma le due future premi nobel a questo punto danno il colpo di grazia: cominciano a sfanalarmi, mi costringono ad abbassare il finestrino indicando che non potrei svoltare a sinistra perché sarebbe corsia preferenziale. Spiego alle due scienziate che via Malaguti è preferenziale – e solo per una corsia – in senso opposto, e purtroppo non faccio in tempo a mostrare che sono loro che stanno compiendo un’infrazione. Che fare di fronte ad un vigile che imbocca una svolta proibita e riprende un automobilista corretto? Niente, raccontarlo sorridendo.
O magari fare un appello a chi, al comune, le ha assunte. Non metto in dubbio i titoli per cui queste due principesse della scaltrezza hanno vinto il concorso. Solo, come cittadino, domando che facciano un corso di scuola guida dopo l’assunzione. Così, tanto per stare certi che i titoli fossero ben documentati.