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I cellularditi

C’è quello che ha deciso di rincretinire il nipotino (ma se ha preso da lui non ce n’è bisogno) facendogli ascoltare tutte le suonerie monofoniche del cellulare. Quello che ogni tre minuti controlla se ha ricevuto un messaggio, e no, non ce ne sono. Quella che va spiaggia solo per il gusto di telefonare all’amica che non è venuta, o magari che è andata sull’altro litorale.
L’invadenza dei cellulari nella nostra vita è stata più volte ribadita, ma in vacanza probabilmente l’azione dei cellularditi raggiunge il suo apice. Persino i ragazzotti, anziché sbirciare le ragazza in bikini (saranno sovrappeso, ma almeno sono vere) sembrano più interessati agli ultimi filmatini scaricati da Youtube, mentre una coppia litiga perché lei aspettava un sms, e invece lui gli ha fatto solo uno squillo intelocutorio.
Non resta che tuffarsi in acqua: per il momento non esistono cellulari impermeabili,e i cellularditi in crisi non possono azionare il loro strumento. Buon bagno

L’imprenditor che prende

Per anni, ai tempi della lira debole, piagnucolavano perché le materie prima erano troppo costose, perché operare all’estero costava dei capitali enormi, perché la nostra monetina era imbarazzante.
E allora chiedevano allo stato di intervenire. Adesso c’è l’euro forte, l’energia ci costa di meno, altri paesi spendono capitali pur di cambiare la loro valuta nella nostra, ed eccoli lì, i nostri capitani d’impresa, che piagnucolano perché non si riesce più ad esportare, e chiedono aiuto allo stato.
Avete voluto il libero mercato, la globalizzazione, il liberismo? Adesso datevi da fare, inventatevi nuovi prodotti, investite, date spazio ai giovani intraprendenti anziché ai figli degli amici, ma senza stato, miei cari.
La bici è vostra, non possiamo pedalare sempre noi.