Archivi tag: ti ricordi

I collegomani

Camminata ondulante, mano che spazia con finezza dalla patta all’ascella, braccio appoggiato alla scrivania e stuzzicadenti tra i denti, o, in alternativa, stanghetta degli occhiali tra le labbra.
Il collegomane è a caccia, dissemina gratis adulazioni e complimenti, ti trovo benissimo ma dov’è che vai in palestra, quel pantalone ti sta divinamente ma chissà come staresti senza. Quand’è che mangiamo insieme o almeno prendiamo un caffé, ti ricordi quella volta in cui, mamma mia come lavorano le tue colleghe non le distraiamo eh eh eh.
Se trova una collegomane allora il siparietto può durare un quarto d’ora, generare grasse risate, feste e cotillon, con eventuale prolungamento per l’aperitivo.
Se invece la vittima della caccia non ride, non batte le ciglia, non arrossisce e insomma non dà soddisfazione allora entra nella lista delle zitelle acide che il collegomane eviterà accuratamente in futuro, sempre che ci sia per loro un futuro…

Al? Taranto al?, al?…

Si sente parlare di calcio scommesse, truffe, raggiri, arbitri corrotti, sport venduto alle esigenze di marketing, e allora la parte razionale che è in te ti fa dire ma basta, cambiamo passione. Dedichiamoci a qualche sport che sa di internazionale, che so l’hockey, o di raffinato, tipo la scherma. Poi però l’hockey lo praticano in 4 nazioni e ti ricordi che Montano è un campione di scherma ed è raffinato come una pizza tonno e cipolle. Allora dedichiamoci all’arte, si bello ma chi ce li ha soldi per viaggiare? I documentari televisivi non rendono neanche il 5%. Allora sia il bricolage, mio Dio la vite autofilettante no, o il giardinaggio. Insomma, ci provi a trovarti un altro motivo stupido per sentirti felice per qualche ora almeno. Poi il Taranto batte il Melfi 2-0 e ribalta l’1-3 dell’andata, e ti trovi solo in casa a gridare come uno scemo infilando una serie di insulti gratuiti contro i lucani. E tutto questo solo attraverso il televideo: pagherei qualunque cosa per vedere il Taranto in tivù, ma la pay-tv è prerogativa dei grandi club. Quella delle truffe, dei raggiri e del marketing.
Meglio l’infantile gioia di un umile aggiornamento del televideo, aspettando la finale.