Un conto corrente gratuito

Alcuni giorni fa ho ricevuto in omaggio uno smartphone della Samsung che Ing Direct regalava a chi apriva un conto corrente a novembre e ci addebitava lo stipendio. Una delle tante iniziative commerciali per acquisire nuovi clienti.
Il conto corrente, per intenderci, è completamente gratuito, lo smartphone è vero e funziona (anche se te lo spediscono sei mesi dopo per evitare trucchetti, va bene essere olandesi ma in fondo noi siamo italiani per cui meglio non fidarsi).
Ebbene, mi è capitato di parlarne con amici e conoscenti e la domanda è sempre la stessa: ma davvero a costo zero? E dov’è il trucco? Ma non è che ti fanno pagare le commissioni? E il bancomat? Ma è un bancomat vero?

Il punto è che ormai nella nostra testa sottoposta a ripetuti lavaggi da parte di bancari istruiti a puntino da convention ecorsi aziendali uno dovrebbe pagare per depositare i soldi in banca. Ma quando mai? Le banche hanno bisogno del nostro denaro, specie in tempi di crisi liquidità, e se lo vogliono devono fare qualcosa per convincerci a concederglielo. Sono loro, e questo è davvero l’abc dell’economia classica, che dovrebbero pagarci per averci come clienti. Come? Con un tasso di interesse che remuneri i nostri risparmi.

Ma ai direttori di banca hanno insegnato nei weekend di formazione tra un bigné e un tiro alla fune a spiegarci che ci sono le spese per la gestione della carta di credito, le spese per la gestione del bancomat, le spese per le utenze, il personale…

D’accordo, ma perché dobbiamo pagare noi le spese per le loro utenze? E perché dobbiamo pagare NOI per le affrancature delle lettere che la legge impone LORO di spedirci?
Con l’ebanking pago le bollette, effettuo bonifici, incasso lo stipendio e faccio acquisti senza mai, dico mai, ricorrere agli sportelli bancari (che chissà com’è anche in tempi di crisi proliferano ovunque, fra un po’ mi aspetto che ne appia uno al mercato al posto del banco del pesce). Per cui i conti correnti a costo zero non sono né un trucco né un miracolo (io ho citato il conto corrente Arancio ma ce ne sono tanti altri), semplicemente in questi casi le banche anziché premiarci con tassi di interessi decenti – ricordo che se noi prendiamo i soldi in banca per un prestito paghiamo dal 6 al 20%, se invece li portiamo ci danno lo 0,4%! Ma stiamo scherzando?- anziché pagarci gli interessi, dicevo, non ci fanno pagare i servizi.

Poi è chiaro che a Bologna c’è un solo sportello di Ing Direct, ma per quanto mi riguarda questo non è un problema, non credo che ci andrò mai.
PS Io e mia moglie stiamo litigando per lo smartphone, per chi debba tenerlo. Nel senso che non lo vuole nessuno dei due, io odio il touchscreen (le ditate sullo schermo mi fanno orrore), lei vuole un cellulare che faccia il cellulare e non il computer portatile. Consiglio per ING Direct: la prossima volta regalate un forno a microonde, che mette tutti d’accordo…