Avantasia: The Scarecrow

Ho amato "Avantasia: the metal opera"  senza guardarne i difetti (struttura narrativa esile, luoghi comuni fantasy) ma abbagliato dalle qualità (epic metal di livello  elevatissimo, songwriting ispirato, arrangiamenti accurati): è così che si ama un disco, in fondo. Per questo, quando ho sentito parlare di un nuovo volume "Avantasia", i sono subito lanciato sull’acquisto, aspettandomi un nuovo capitolo della saga.
Disdetta e delusione.
Il nuovo cd di Tobias Sammeth  può sempre contare su collaboratori di livello, tra cui anche gli’ eterni Alice Cooper e Rudolph Schenker, la confezione del cd è di primo livello e contiene anche un dvd con i video, i musicisti sono signori musicisti. Però… però siamo a livello dell’ultimo Bon Jovi o anche peggio, pop rock fatto bene con venature progressive ma tutto lì. E i metallari che in passato hanno crocifisso Metallica, Bon Jovi e compagnia bella per le loro svolte commerciali, dovranno davvero arrampicarsi sugli specchi per giustificare questo Avantasia: The Scarecrow
Tobias afferma di essere stanco delle tematiche fantasy (e sputiamo nel piatto in cui mangiamo…) ma se per lui crescere vuol dire sdilinguirsi nella sdolcinatissima "Carry me over" che riporta alla memoria Carrie degli Europe, o al pop da disco di Lost in space, allora era meglio morire da piccoli.
Bella la traccia di apertura Twisted Mind, resta il fatto che di memorabile per i posteri rimarrà un’altra ballatona, "What Kind of Love". Tanto vale Bryan Adams, allora, che almeno piace pure alle ragazze.
Insomma un buon album, ma Avantasia era un’altra cosa.