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Scacco matto

Che drammatica sciagura.

Quando la vita sembra seguire il felice corso che la benevola provvidenza gli ha destinato, quando schemi e regole prefissate sembrano avere la meglio sugli imprevisti scherzi del fato, due semplici parole possono annientare tutto. La battaglia era stata terribile. Quante morti, quanta distruzione. Dalla torre si potevano osservare i campi squadrati dove l’irreale tranquillità che segue i grandi sconvolgimenti lasciava i protagonisti di quello scontro immobili, rigidi, incapaci ormai di movimento. Persino quei fieri animali compagni dell’uomo in tante lotte e dall’uomo così facilmente manovrabili, i cavalli (quelli sopravvissuti), di solito così saettanti, rapidi nei loro salti, pronti a lanciarsi per primi nella mischia, se ne stavano fermi, esterrefatti.

Persino il viavai di pedoni che caratterizzava le zone del centro era stato interrotto da quella incredibile sciagura.

La guerra aveva sconvolto ogni simmetria, ogni ordine predefinito: solo il campo sembrava pronto a nuovi duelli e nuove sfide, quasi si sentisse estraneo alle sconfitte cui puntualmente faceva da scenario. La sciagura era arrivata improvvisa, imprevista, scioccante: i reali erano ancora circondati dai loro uomini di fiducia, e la regina in particolare sembrava più scintillante che mai nei suoi abiti  magnificenti: la battaglia sembrava così lontana dai fasti di corte…

Eppoi, imprevedibile e imprevista, la sciagura, sintetizzabile in due parole…
…scacco matto.

Io ti ucciderò

Io ti ucciderò.
Sarò crudele, spietato, implacabile. Voglio vedere il tuo sangue schizzare fuori dai tuoi miserevoli, leggiadri arti.
O è forse mio, quel sangue?
Ti ucciderò.
L’ultima notte trascorsa insieme è stata orribile. Sai che non sopporto il modo in cui mi tocchi, in cui ti fai sentire vicina, in cui sembri impossessarti del calore del mio corpo, della vita che mi scorre nelle vene…

Vuoi dei figli, vero? È per questo che mi fai soffrire così? Il mattino dopo posso ancora vedere i tuoi segni sulla mia pelle…Mi fai sudare, mi fai dibattere nel letto continuamente, su e giù…Ma non durerà a lungo. Sì, perchè io ti ucciderò. Ormai non sopporto più neanche i rumori che fai,

i tuoi movimenti così rapidi e imprevisti,
i tuoi impossibili voli pindarici…
Io ti ucciderò. Ti farò a pezzi, e nessuno potrà punirmi.
Nel nostro paese non è un reato uccidere una zanzara.