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Ninna nanna dell’insonnia

Ninna ah, ninna oh
questo bimbo a chi lo do
se lo do all’uomo bianco
mi risponde sono stanco
se lo do all’uomo nero
poi si offende per davvero
se lo do all’uomo rosso
mi risponde io non posso
se lo do all’uomo verde
va a finire che lo perde

Ninna ah, ninna oh
questo bimbo a chi lo do
se lo do all’uomo giallo
mi risponde ho male a un callo
se lo all’uomo blu
mi risponde pensaci tu
se lo do all’uomo marrone
mi risponde fossi… babbione
se lo do alla befana
fa overdose di tisana…

Ninna ah, ninna oh
questo bimbo a chi lo do,,,
[ad libitum]

Colichette

Il giovane papà crede nella scienza e nella medicina.
Apprezza i risultati della ricerca sulle malattie più gravi, spera nell’uomo su Marte e sogna un giorno un auto che va a vapore.
Quello che proprio non riesce a capire, il giovane padre, è perché la scienza non faccia progressi nel campo delle coliche infantili. Possono passare a 2,3,4, 5 mesi, chi lo sa?
Possono essere causate dal tipo di latte, dal modo in cui il piccolo si alimenta, dalla sua costituzione, chi lo sa?
Si possono curare con tisane al finocchio, massaggi, coccole, camomilla, chi lo sa?
A volte il giovane padre vorrebbe che la scienza facesse qualche passo avanti nel campo delle colichette.

Scacco matto

Che drammatica sciagura.

Quando la vita sembra seguire il felice corso che la benevola provvidenza gli ha destinato, quando schemi e regole prefissate sembrano avere la meglio sugli imprevisti scherzi del fato, due semplici parole possono annientare tutto. La battaglia era stata terribile. Quante morti, quanta distruzione. Dalla torre si potevano osservare i campi squadrati dove l’irreale tranquillità che segue i grandi sconvolgimenti lasciava i protagonisti di quello scontro immobili, rigidi, incapaci ormai di movimento. Persino quei fieri animali compagni dell’uomo in tante lotte e dall’uomo così facilmente manovrabili, i cavalli (quelli sopravvissuti), di solito così saettanti, rapidi nei loro salti, pronti a lanciarsi per primi nella mischia, se ne stavano fermi, esterrefatti.

Persino il viavai di pedoni che caratterizzava le zone del centro era stato interrotto da quella incredibile sciagura.

La guerra aveva sconvolto ogni simmetria, ogni ordine predefinito: solo il campo sembrava pronto a nuovi duelli e nuove sfide, quasi si sentisse estraneo alle sconfitte cui puntualmente faceva da scenario. La sciagura era arrivata improvvisa, imprevista, scioccante: i reali erano ancora circondati dai loro uomini di fiducia, e la regina in particolare sembrava più scintillante che mai nei suoi abiti  magnificenti: la battaglia sembrava così lontana dai fasti di corte…

Eppoi, imprevedibile e imprevista, la sciagura, sintetizzabile in due parole…
…scacco matto.