Il terzetto dei fuorisede – seconda parte

Il terzetto dei fuorisede purtroppo è vittima di ogni genere di abusi da parte della città ospitante. Paga prezzi spropositati in bar che gli indigeni non frequenterebbero neanche per aver perso una scomessa, compra molti più biglietti di autobus di quanti non ne sarebbero necessari e per non fare brutta figura li timbra tutti, finisce, esausto e sfiduciato dopo giorni di ricerca, a sistemare l’erede in camere triple ricavate in tuguri senza pavimenti e con il bagno in comune con l’appartamento due isolati più avanti. Sono ancora migliaia i terzetti che frequentano Bologna, talvolta anche nella versione coppia (la più efficiente, perché non c’è l’inutile ingombro del papà) o in quella familiare che comprende anche la zia che ha visto il mondo perché partecipa sempre ai pellegrinaggi in corriera organizzati dalla parrocchia o il fratello minore che pur di liberarsi del porimogenito è disposto a quel gironzolare senza meta.
Se incontrate un terzetto, a Bologna, Roma, Firenze o in qualunque altra città universitaria, siate accondiscendenti con loro.

E soprattutto spiegateli che no, non è normale pagare 500 euro in nero per un posto letto, e che se cercano un altro po’ forse troveranno di meglio.