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W la scienza

Una ricerca inglese ha monitorato i movimenti di migliaia di ignari cittadini osservando la posizione dei loro cellulari.
Grandi calcolatori in opera, algoritmi evoluti applicati e scienziati a studiare enormi moli di dati. Risultato: facciamo quasi sempre le stesse strade. Ufficio, casa, poi qualche volta casa di amici, parenti. Stupore e soddisfazione tra i cervelloni per la straordinaria scoperta, che certifica il fatto che uno che abita a Pavia e lavora a Milano non passa mai, ma dico mai, da Bergamo. Così come un romano che abita a Tor Vergata e monotamente si dirige verso l’ufficio in centro senza mai provare l’ebbrezza alternativa di passare da Rieti.
Si potrà obiettare: prima di questa ricerca, dire che facciamo sempre le stesse strade era un’opinione, adesso è un fatto documentato. Bene.
Mi aspetto allora che gli scienziati documentino con migliaia di interviste e focus group che è più comodo stare in poltrona che in piedi e uno studio etnografico che dimostri senza dubbio alcuno che farsi il bidè è più piacevole se l’acqua è tiepida.

Chiamo io o chiami tu?

Sotto l’ombrellone, mentre i bambini giocano sulla riva e la moglie prende il sole; a teatro, parlando a bassavoce per non infastidire troppo gli attori che, si sa, sono permalosi; a cena con gli amici. Sono solo alcuni dei casi in cui ormai nessuno più si scandalizza se osserva un uso quantomeno aggressivo del cellulare. Non c’è niente di male, direte voi. Infatti.
Se non fosse che sotto l’ombrellone si parla con lo zio, che abita al piano superiore e che si rivedrà dopo due ore; al teatro si racconta l’ultima novità al collega, in anticipo rispetto alla pausa caffé del giorno dopo; a cena con gli amici si chiacchiera al cellulare con altri amici. Non sto parlando di comunicazioni di servizio (ho lasciato le chiavi sul tavolo, vicino alla frutta), parlo di lunghe conversazioni.
E allora? Possibile che non si possa fare a meno di comunicare con persone con cui comunichiamo già tutto il giorno? Sarebbe bello se fosse possibile inserire un microchip che attiva le conversazioni solo se l’interlocutore è a più di trenta chilometri di distanza.
Negli altri casi, muoviti e parlagli di persona, imbecille.