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Vecchi e nuovi abbonati

Immaginate di entrare in un bar di cui siete affezionato cliente, ci entrate tutti i giorni da vent’anni, conoscete il proprietario e la sua storia. Chiedete un caffé, il barista vi fa attendere, poi sbotta, poi serve altri due clienti facendogli pagare il caffé 50 centesimi, ad uno che non s’era mai visto prima glielo offre gratis. Quando voi vi agitate un po’, finalmente il barista vi dà il caffé e ve lo fa pagare 3 euro. Sembra fantascienza? In realtà è quello che fanno continuamente i gestori di telefonia e servizi annessi o le utilities (luce, gas). Per i nuovi clienti offerte, sconti e promozioni. Per i vecchi niente, si attacchino, a loro tocca pagare di più per un servizio più scarso. Dov’è l’inghippo, allora? Il problema è che il barista maleducato lo saluti e cambi bar, cambiare fornitore è un dramma che può raccontarvi solo chi c’è passato.
Ricordate, gente, prima di accedere ad una nuova promzione, che tutti, prima o poi, diventiamo vecchi clienti….

La colazione

Avevo un compagno d’appartamento d’università che faceva tre colazioni al giorno. La prima colazione, latte e biscotti. La seconda colazione, latte e biscotti. La terza colazione, latter e biscotti. Niente male come dieta, sarà forse un caso che subì un intervento di peritonite acuta (e andò in ospedale in bici… quando la vita supera i romanzi). In effetti, però, le sue erano colazioni.
Ma allora mi volete spiegare perché adesso sui programmi di conferenze, corsi o manifestazioni tra l’una e le due, in orario quindi che non lascia adito a dubbi, mi ritrovo “Colazione”? Offriranno forse a clienti o partecipanti latte e biscotti, o magari te e bacon per fare gli inglesi? Niente di tutto questo, è che il pranzo sa di importante, siccome invece in queste occasioni si offre un buffet di schifezzuole fredde, meglio denigrarlo al grado di “colazione”.
Ma come vi permettete?
Pensate che basti cambiare una parola per cambiare l’oggetto a cui si rivolge? Se la chiamate “colazione” forse non arà più un’accozzaglia di schifezzuole fredde? Io penso proprio di no, a me che non vi basti chiamare bolide la vostra utilitaria per sentirvi Alonso, o magione i vostri 35 metri quadri.
Le cose sono quello che sono, e non è giocando con le parole che le migliorerete. Scrivete “pranzo di lavoro”.
La gente capirà che è meglio non aspettarsi le lasagne, ma nemmeno i Saiwa.