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La colazione

Avevo un compagno d’appartamento d’università che faceva tre colazioni al giorno. La prima colazione, latte e biscotti. La seconda colazione, latte e biscotti. La terza colazione, latter e biscotti. Niente male come dieta, sarà forse un caso che subì un intervento di peritonite acuta (e andò in ospedale in bici… quando la vita supera i romanzi). In effetti, però, le sue erano colazioni.
Ma allora mi volete spiegare perché adesso sui programmi di conferenze, corsi o manifestazioni tra l’una e le due, in orario quindi che non lascia adito a dubbi, mi ritrovo “Colazione”? Offriranno forse a clienti o partecipanti latte e biscotti, o magari te e bacon per fare gli inglesi? Niente di tutto questo, è che il pranzo sa di importante, siccome invece in queste occasioni si offre un buffet di schifezzuole fredde, meglio denigrarlo al grado di “colazione”.
Ma come vi permettete?
Pensate che basti cambiare una parola per cambiare l’oggetto a cui si rivolge? Se la chiamate “colazione” forse non arà più un’accozzaglia di schifezzuole fredde? Io penso proprio di no, a me che non vi basti chiamare bolide la vostra utilitaria per sentirvi Alonso, o magione i vostri 35 metri quadri.
Le cose sono quello che sono, e non è giocando con le parole che le migliorerete. Scrivete “pranzo di lavoro”.
La gente capirà che è meglio non aspettarsi le lasagne, ma nemmeno i Saiwa.

W lo spot dello scoiattolo

Sono bloccato a casa con una noiosa influenza gastrointestinale, e non mi dilungo nei dettagli, sapete a ciò che mi riferisco. Basti sapere che la cosa più buona che ho mangiato negli ultimi tre giorni è stata una fetta biscottata, e anche se comincio a sentirmi meglio, preferisco starmene isolato perché pare sia piuttosto infettiva (e se becco quello che me l’ha passata…)
Insomma, è in queste circostanze che guardo un po’ più di televisione del solito, anche perché ho mal di testa e non riesco a leggere (e neanche a scrivere: sto facendo uno sforzo pazzesco per questo post, ma chi me lo fa fare). Insomma, tutte queste chiacchiere per dire che, complice la mia situazione interna, visto il mio approccio più attento al video, ho scoperto una pubblicità meravigliosa: quella dello scoiattolo che prende una gomma da masticare e con un peto ghiacciato riescie a spegnere l’incendio nel bosco. Il ritmo è perfetto, la costruzione drammatica e incalzante, il tono quasi epico…Bellissima.
Dai tempi di un’altra pubblicità per la stessa marca di gomme (quella in cui un tizio vinceva al lotto gridando yes, yes, e uscendo fuori in strada finiva schiacciato da un auto che precipitava dal cielo) non mi divertivo tanto. Bravi.