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Faccioni in copertina

Una volta si distinguevano i libri più smaccatamente commerciali per la presenza sulla terza di copertina della foto dell’autore. Se il viso conosciuto di una star che non disdegna salotti televisivi ed è così simpatico nel promuovere l’opera vale più di quest’ultima, conviene puntare sul nome.
Niente di male, per carità, sono strategie di marketing che puntano soprattutto ad accalappiare il regalatore di libri, quello che non li legge ma li regala a Natale per darsi un tono.
Adesso però le case editrici hanno fatto un passo avanti, e il faccione dell’autore lo piazzano addirittura in copertina: mi è capitato di dare un’occhiata ad un libro con la Gruber, uno con Morelli e un altro con Signorini, lo specialista dei pettegolezzi.
Per quanto mi riguarda, si tratta di un bel passo avanti: adesso posso evitare i libri sgradevoli senza dover sbirciare la terza di copertina…

Maledetto antitaccheggio

Il titolo non vi spaventi, non sono un cleptomane (termine che molti italiani hanno scoperto grazie ad una canzone recente senza peraltro comprenderne il significato), capisco che ci siano strumenti per prevenire i furti nei supermercati. Come per esempio quelle placcone di plastica avvinghiate agli indumenti, quelle che di solito le commesse non sanno sbloccare e che se non fate attenzione vi ritrovate nel guardaroba ancora avvinghiate alla giacca. Ce le avete presenti? Staccarle è impossibile, indossarle fa più grattino (vedi cleptomane) che punk e se avete perso lo scontrino non potete neanche portarle indietro, rischiereste una denuncia. Ma non divaghiamo. Di placche, adesivi, custodie, ce ne sono anche sui cd. Il problema è che chi le appone non si pone minimamente il problema di dove le infila: il risultato è che leggere la track list di un cd è praticamente impossibile, diventa difficile scoprire l’anno di pubblicazione, per non parlare dei maledetti codici a barre sulle quarte di copertina, che impediscono di leggerne i contenuti. Perché non ci guardate, prima di appiccicarli? Un libro non è un pigiama! Per leggere la quarta di copertina di un libro che mi interessava in un ipermercato ho dovuto prenderne cinque, leggere una riga da uno, una dall’altro (gli impiegati per fortuna appiccicano gli adesivi a casaccio, mai nello stesso posto), recuperare le parole mancanti da un altro ancora. Alla fine ho deciso di comprare il libro. In libreria. Non mi sognerei mai di comprare un libro con una patacca collosa sulla quarta di copertina…