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Una notte al museo

Ecco uno di quei film che solleticano la parte infantile che è in noi e le regalano un paio d’ore di sano divertimento.
La storia è semplice: nel museo di storia naturale di New York (bellissimo, se avete l’occasione visitatelo, è un milione di volte più appassionante dei tristi cadaveri di animali impagliati europei) gli “ospiti” prendono vita di notte, e creano non pochi problemi al nuovo custode notturno, l’imbranato Ben Stiller.
Il resto sono gag a profusione (indimenticabile la “scemo scemo, dammi gomma gomma”: stupida ed esilarante come la vera comicità), effetti speciali accurati, ritmo ben gestito con pause e accellerazioni, attori che si divertono e si vede (oltre a Ben Stiller c’è un Robin Wiliams più in parte che mai, Owen Wilson, Mickey Rooney e tanti altri).
Il bello di questi film – ma quando impareremo a farli anche noi italiani? – è che riescono a essere divertenti senza essere volgari, a coinvolgere i bambini e gli adulti, a giocare con la storia e la cultura mantenendo comunque quel rispetto per i libri e i musei tipicamente anglosassone.
Ma soprattutto, adoro questi film per le reazioni snob che generano, perché mi divertono i commenti di chi li considerano bambinate noiose cercando di darsi un tono, di chi ne parla male per far capire che lui sì che ne capisce di cinema.
Ma il cinema, oltre che un arte, è anche un’industria: e sono film come questo che andrebbero studiati nelle scuole di cinema italiani, se vogliamo avere un futuro, altro che la Corazzata Potemkin (con tutto il rispetto per Ejzen?tejn, era solo per fare un esempio…)

Hero

Per fortuna c’è ancora gente come Tarantino capace di guardare cinema straniero (e per gli americani è davvero raro), innamorarsene, proporlo, dargli la platea che merita. Questo è il caso di Hero, capolavoro cinese che stupisce per la grazia con cui riesce a fondere i ritmi lenti e pacati del cinema orientale, una fotografia commovente, effetti speciali che riescono a non cadere mai nel ridicolo (anche se un paio di volte ci vanno vicino), gusto per il dettaglio (la fiamma delle candele, la sagoma lasciata dalle frecce, le foglie rosse…Da brivido). La storia è quella di un gruppo di eroi di Chao che, nell’estremo oriente di 2000 anni fa, si battono contro l’invadenza dei Chin, che poi effettivamente unificheranno i sette regni allora divisi che porteranno più o meno a ciò che noi chiamiamo Cina. Mentre sempre più spesso la televisione occidentale svilisce la tecnica di ripresa, il gioco di luci e la scelta originale del punto di vista (si pensi a sit-com con la camera fissa o alle fiction curate e precise ma senza una idea nuova che sia una), viene dall’oriente un maestro a ricordarci che la cinepresa è un pennello che può dipingere le nostre emozioni. Bellissimo film, che ci lascia tra l’altro una frase che rimarrà nella storia del cinema: pace sotto un unico cielo.