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Spero che ritorni presto l’era della pigrizia

Cuochi. i guru dei tempi moderniLa società dei consumi si basa su quei privilegi e piaceri, piccoli o grandi, che nella loro versione più sconsiderata la Chiesa cattolica ha spesso identificato con i vizi capitali. Fateci caso: per anni il paradigma principalmente televisivo dentro il quale siamo stati abituati a inquadrare non solo divi e attori, ma anche cantanti, presentatori, uomini e donne di spettacolo è stato quello della bellezza, ma di una bellezza sensuale inevitabilmente legata alla lussuria.

Che ci piacesse o no, i nostri idoli, i nostri punti di riferimento erano spesso, inutile negarlo, persone con cui avremmo trascorso volentieri un fine settimana in un centro benessere, di quelli magari gestiti da orientali senza troppo pudori. Ora, da qualche anno a questa parte la lussuria sembra cedere il passo, arrancare, di fronte al nuovo vizio che riempie le colonne dei giornali e le cronache televisive: la gola. D’altronde il sesso è sopravvalutato, si è detto, e poi non è alla portata di tutti. Non tutti possono avere un partner corrispondente ai propri desideri, tutti possono avere una Sant’Honorè.  Ed ecco che se una volta pendevamo dalle labbra di attrici sensuali e cantanti ammiccanti, adesso il nostro cuore batte solo per chi ci spiega che il ragù deve cuocere almeno per sette ore, e che la carne non va macinata ma sminuzzata con il coltellino anche se questo richiede altre dieci ore. Il tempo non è un problema per i nuovi guru delle nostre vite, per i signori del mattarello che con uno sguardo sono in grado di comprendere il nostro subconscio e condurci verso il viale luminoso dell’insalata d’oca distesa su un letto di misticanza di stagione.

Finirà anche l’era della gola, lo so. Durerà a lungo, forse decenni, ma finalmente lascerà il posto alla vera era di pace universale, altro che Acquario: l’era dell’accidia, o come dice chi vuol farsi capire, quella dell’ozio, o della pigrizia. Basta donne sensuali che non uscirebbero con noi nemmeno se possedessimo l’ultimo caricatore di cellulare sulla terra. Basta chef persuasivi che propongono ricette che richiedono di fare la spesa in tre continenti diversi e solo per ottenere manicaretti adatti a sfamare un passerotto. A solleticare i nostri appetiti saranno i nuovi leader, che ci convinceranno a dormire dodici ore al giorno, sostituire le scrivanie con divani imbottiti e lasciarci andare all’unico vizio di cui possiamo godere gratuitamente tutti, da soli e senza passare per depravati: quello di una sana e rigenerante dormita.

Mastersleep e prova del cuscino, aspettatemi.

Quello che i bimbi non sanno (fare)

Ci sono tante cose che i bambini neonati non sanno fare. Non sanno camminare, non sanno esprimersi, non stanno in piedi.
Se ci riflettete il paragone con altri mammiferi è imbarazzante: in confronto ai cuccioli di uomo vitellini, agnellini e gattini sono un pezzo avanti. Poi si perdono per strada, ma all’inizio sono quasi autosufficienti. Ma c’è soprattutto una cosa importante? che i cuccioli di uomo non sanno fare, e il giovane papà loo scorprirà a sue spese.
Non sanno soffiarsi il naso.
Tirano tutto su, come capita quando si è ad una riunione importante e non si hanno fazzoletti, o quando si gioca a calcio con la divisa a mezze maniche. Loro tirano sempre su, e questo ha effetti indesiderati quali mal di gola, tosse, febbre. Il giovane papà per prevenire tutto ciò (o curare, quando è troppo tardi) deve dotarsi di una pompetta: da una parte i polmoni del genitore, dall’altra la narice otturata del figlioletto. Inutile dire che vincerà la sfida, soprattutto se si considera che il piccolo considera la violazione delle proprie narici come un atto ostile di guerra e reagisce con tutti i mezzi a sua disposizione.
Finché, paonazzo in viso e con un principio di soffocamento, il giovane papà non riuscirà ad aspirare qualche goccia di muco giusto un attimo prima di vederla scomparire tra le fauci della figlia che se ne riappropria come di un bene personale.