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Il giorno dello sfigato

Appaiono improvvisamente con il loro comunicato in mano, il volto scuro, l’aspetto tenebroso.
Nessuno li ha mai visti prima, nessuno sa chi siano, vederseli così, piombare in salotto mentre leggono ossequiosi le righe che il comitato di redazione ha passato loro fa un po’ impressione.
Sono quei giornalisti di retroguardia, che magari fanno un lavoro prezioso e ricoprono un incarico redazionale importante, che appaiono in tivù solo quando c’è sciopero, per annunciare che il telegiornale non c’è, per questo e quell’altro motivo. Sono gli unici che godono di un momento di popolarità in una circostanza per altro sfavorevole, chissà, forse chiamano gli amici, accendete la televisione che oggi leggo il comunicato dello sciopero, proprio io, non ci crederai!
Detto questo, condivido le motivazioni con cui i giornalisti hanno scioperato ieri (non avendo un contratto da giornalista, posso limitarmi al sostegno morale), cioè contro la norma voluta da Mastella contro le intercettazioni. Non ne conosco bene i dettagli, ma dall’indulto in poi ho imparato che da Mastella non può venire niente di buono, per cui va bene lo sciopero…

Hai lasciato tutto il meglio!!

Mangia che ti fa bene! Tutta salute! Benedica! Quanti di noi sono cresciuti ascoltando queste frasi? Provenienti da una cultura contadina, genuina e che non tanti anni prima aveva conosciuto la fame, da bimbi abbiamo imparato che se c’era un modo per far contenti i grandi era pulire il piatto. Tanto poi si correva in bici in cortile, si giocava a calcio per strada e ci si arrampicava in posti pericolosi dove i grandi non potevano vederci. Ma Per i bambini di oggi non è così facile. Non è per fare della retorica alla via Gluck, ma certo oggi i cortili non ci sono più, e se ci sono sono invasi di automobili, per giocare a palla bisogna prenotare la palestra (carissima) e gli appartamenti sono talmente piccoli che al limite bisogna arrampicarsi per salire sul letto al castello. E come se non bastasse sempre più spesso c’è del ketchup nel panino al posto del formaggino, i mitici Atene sono sostiuiti da biscotti con glassa e cioccolata, i tarallini boicottati e gelati alla crema preferiti a quelli alla frutta. Il risultato è che un bambino su tre (dati resi pubblici oggi) è a rischio di obesità. Probabilmente diventerà un ciccione, insomma, diciamolo senza troppi giri di parole, è così che lo chiameranno i compagni di classe: mangia troppo e si muove troppo poco. Io quando ero piccolo lasciavo sempre il sugo in fondo al piatto (lo faccio tutt’ora, e non so di preciso perché non ho mai avuto un buon rapporto con la scarpetta) e mi dicevano: che sciocco che sei, hai lasciato tutto il meglio.
Oggi sono contento di averlo lasciato lì e non essermelo accumulato nella pancia…