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Tutti al mare

Il giovane papà sa che la prova del mare sarà una delle più faticose che sarà chiamato a compiere.
D’altronde ha avuto tutto l’inverno per temprarsi, prepararsi, allenarsi. Tanto per cominciare liberiamo il campo da vecchie abitudini da marito in ferie: niente giornale la mattina, colazione sì ma di fretta, toilette limitata al minimo indispensabile che il bagno serve.
Poi si parte, e si lasciano a casa libri da leggere sotto l’ombrellone, radio, enigmistica.
Non servono.
Non più.
Sostituiti da braccioli, salvagente con mutandina, salvagente senza mutandina, formina, formina di animale, formina di fiore, paletta destra, paletta sinistra, secchiello, secchiello d’emergenza, barile di crema solare, merenda, cappellino, cambio. L’elenco è incompleto, diciamo che qui ne è stato riportato un dieci per cento scarso. E poi sedie (il papà ha sempre usufruito di una semplice asciugamano, la stessa con la quale si asciugava, ma per i figli la sedia e la stuoia sono il minimo), palloni, borse grandi più o meno quanto quelle degli scalatori del K2.
Il papà si carica volentieri come un mulo e si avvia ansimante alla spiaggia, e non sa ancora che quella sarà la parte migliore della giornata al mare.

Insana tempora currunt

Una volta si diceva che non c’era più la mezza stagione, e finiva lì. Dall’inverno all’estate, tutto d’un tratto.
Adesso la faccenda si è complicata.
Adesso le stagioni hanno i flashback, come gli episodi più ingarbugliati di Lost.
E improvvisamente non sai più se sei a Bologna nel maggio 2010 o nella tundra ucraina del 1800, non sai più se è primavera o sta per finire l’autunno, hai l’impressione di aver sentito quel freddo ma non era maggio, era il gennaio del 2003. Non so se il clima è impazzito, ma sicuramente si è rotto i capasisi di noi e delle nostre fabbriche puzzone e ìn un modo o nell’altro ce la sta facendo pagare.
Io intanto torno a recuperare i maglioni invernali messi frettolosamente da parte e li accosto al costume da bagno, così sono pronto sia ad un flashback nella neve che ad un flashforward sotto l’ombrellone.