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Un altro giro di Walzer

In tutte le migliori famiglie c’è sempre una vecchia zia o un cugino pronto sempre e immancabilmente a dire la cosa sbagliata al momento sbagliato. A fare gli auguri per la gravidanza ad un’amica che magari è solo sovrappeso, a far notare all’amico che l’ultima volta che si sono visti aveva molti più capelli, a fare i complimenti per un vaso antico in casa d’altri affermando di averne visto uno uguale al mercato per dieci euro.

Osservazioni di questo tipo, insomma. Una vecchia zia così ce l’ha anche il partito democratico, e si chiama Walzer Veltroni. L’uomo che nell’autunno 2007, con l’allenza tra Fini e Berlusconi già in procinto di crollare, l’ha miracolosamente ricompattata cominciando a blaterare di Partito Democratico. L’uomo che ha fatto cadere il gioverno Prodi proclamando che non ci sarebbero state mai più alleanze con piccoli partiti. L’uomo che ha portato il centrosinistra al peggior risultato nel dopoguerra, prendendo a calci da una parte la sinistra e portandola fuori dal parlamento, dall’altra spiazziando i cattolici con l’incorporazione dei radicali. Un genio. Sempre la scelta sbagliata al momento sbagliato, avendo poi il coraggio di vantarsi del 32% raggiunto dal PD (come se uno che perde 6-2 gongola per la doppietta realizzata). Però poi si è dimesso, e come la zia che arrosisce e si allontana col capo chino, ha finito per intenerire tutti.

Ma eccolo, di nuovo al rischio che il governo cada, pronto a sostenerlo con la solita mozione per la quale bisogna andare da ma anche con l’UDC ma anche con la sinistra ma anche da soli l’importante è sognare. Si è giustificato dicendo che era un anno e mezzo che non parlava, che non ci stordiva con uno dei suoi giri di Walzer. Un anno e mezzo di silenzio.
Ma perché interrompere questa bella abitudine?

Insana tempora currunt

Una volta si diceva che non c’era più la mezza stagione, e finiva lì. Dall’inverno all’estate, tutto d’un tratto.
Adesso la faccenda si è complicata.
Adesso le stagioni hanno i flashback, come gli episodi più ingarbugliati di Lost.
E improvvisamente non sai più se sei a Bologna nel maggio 2010 o nella tundra ucraina del 1800, non sai più se è primavera o sta per finire l’autunno, hai l’impressione di aver sentito quel freddo ma non era maggio, era il gennaio del 2003. Non so se il clima è impazzito, ma sicuramente si è rotto i capasisi di noi e delle nostre fabbriche puzzone e ìn un modo o nell’altro ce la sta facendo pagare.
Io intanto torno a recuperare i maglioni invernali messi frettolosamente da parte e li accosto al costume da bagno, così sono pronto sia ad un flashback nella neve che ad un flashforward sotto l’ombrellone.

Nuovo romanzo in cantiere (anzi, in arsenale, che mi piace di più)

A chi mi chiede se “Bello dentro, fuori meno” avrà un seguito finora ho risposto nicchiando. Ci sto lavorando, dicevo. Adesso penso di poter cominciare a scoprirmi. Nel secondo semestre dell’anno infatti dovrebbe andare in stampa, incrociando le dita, il mio secondo romanzo. Non è un seguito di Bello dentro: pur mantenendo uno stile fortemente orientato all’ironia e all’umorismo, il prossimo romanzo infatti ha la pretesa di uscire dal genere “comico”, un po’ troppo rigido per i miei gusti, per esplorare nuovi terreni. Ci sarà molto sud e molta adolescenza: sembra che io l’abbia fatto per sfruttare una moda, ma a dire il vero la struttura di base risale a quasi dieci anni fa. Di recente l’ho solo rimaneggiata per eliminare alcune ingenuità e alcuni autobiografismi fuori luogo. La parola a questo punto passa all’editore, ma sono fiducioso. In autunno dovremmo avere il libro (che stavolta, anche come spessore, sarà più “sostanzioso”). Mentre voi aspettate comincio a pensare al terzo…
PS Il titolo per scaramanzia non lo svelo. Per ora.

Esce “Buia è la notte” volume secondo

C’è aria di novità e le prospettive per l’anno nuovo sono buone. Intanto ringrazio tutti coloro che hanno partecipato alla presentazione di venerdì 28 novembre presso il Similaun di Bologna. Sarà stato il clima conviviale, sarà stata l’aria di festa, sarà stato il vino, ma mi pare che ci siamo proprio divertiti. Venendo alle novità, Nonsoloparole Edizioni ha pubblicato “Buia è la notte”, volume secondo, una raccolta di racconti in cui un gruppo di autori hanno provato a narrare la notte. Racconti scuri, a volta cupi, a volte durissimi, a volte emozionanti. Io ho contibuito con il mio racconto “Il richiamo”