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Odore di macho

Il mio primo articolo di costume sui maschi non ha riscosso molto successo (meno di 10 click), segno che evidentemente o non era un granché l’articolo o non interessa l’argomento. Oggi ci riprovo perché non voglio essere tacciato di misoginia, se andrà buca anche stavolta torneremo a parlare delle amate donzelle.
Il tema delicato che da secoli mina le fondamenta della convivenza civile è quello dell’odore. Cattivo. Proprio in questi giorni il direttore della metro inglese ha invitato i viaggiatori a lavarsi di più, sorvolando sul fatto che l’estate la temperatura underground supera la soglia consentita per il trasporto di animali. Però è un dato di fatto, i piedi maschili puzzano più di quelli femminili. Come mai? Perché agli uomini non è consentito andare a lavorare senza calze, per esempio; perché i sandali in ufficio sono proibiti; perché gli uomini grezzi vanno poco in bagno e quelli meno grezzi ci vanno soprattutto per leggere il giornale. Quindi si può lavorare sulla frequenza giornaliera del pediluvio; si può bandire il calzino di lana (giammai! Lascia scie del suo passaggio anche dopo giorni e se riposto in valigia causa reazioni inconsulte e guaiti da parte dei cani anti-droga in aeroporto); si possono riporre nell’armadio gli scarponi da ginnastica gomma al 100% da sigillare sotto vuoto e tirare fuori solo se strettamente necessario. E per il resto, affidarsi alla fortuna, e sperare che la vostra prossima preda sia raffreddata.

Mi fanno male le scarpe

Appoggiate con un braccio teso al muro, la mano aperta, l’altra che sostiene la punta della scarpa sollevata da terra, una smorfia di dolore sul volto. Sedute sui gradini di una chiesa, a controllare che il tacco sia ancora lì, gambe incrociate strette perché vogliono mettere la minigonna ma non vogliono far vedere le cosce; in fondo alla sala di un cinema, finalmente rilassate e sollevate, persino sorridenti, non perché il film sia bello, ma perché nell’oscurità della sala hanno potuto slacciarsi la fibbia. Sto parlando, se non l’avete capito, del rapporto delle donne con le scarpe. Avete mai visto un uomo lamentarsi perché le scarpe gli fanno male? Può succedere una volta, poi non le indosserà più. Gli uomini indossano raramente scarpe abbinate all’abbigliamento, a volte le trascurano, le puliscono poco, e soprattutto fanno fatica a comprendere che ne occorrano più di tre paia per vivere dignitosamente: quelle per tutti i giorni, quelle da ginnastica, gi scarponi da neve. Ci sono le eccezioni, certo, ma sono appunto eccezioni. Le donne no, per le donne le scarpe non servono a camminare, servono ad esistere. Per cui pazienza se producono calli grossi come palline da golf, pazienza se i tacchi complicano la sopravvivenza nella giungla metropolitana, pazienza se l’alluce la sera sembra il naso di Babbo Natale. L’esistenza richiede sacrificio.
Una atroce usanza orientale costringeva le donne a deformare barbaramente il proprio piede perché il gusto dell’epoca apprezzava i piedi molto piccoli e dalla forma arcuata. Per fortuna i tempi sono cambiati…O no?