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Rileggere

Ci sono lettori a cui piace rileggere alcune pagine di un libro. Perché sono rimasti impressionati da un passaggio, perché hanno amato un personaggio, perché apprezzano una scena e vogliono rigustarsela. Il giovane papà no. Il giovane papà farebbe a meno di rileggersi continuamente pagine già lette.
Ma siccome uno dei divertimenti dei più piccoli è quello di rovistare in giro alla ricerca di segnalibri da sfilare, al giovane papà non resta che fare buon viso a cattivo gioco, e riprendere a leggere più o meno da dove si era interrotto.
Più o meno

…ma la tua festa, c’anco tardi a venir, non ti sia grave

Ieri per molti ragazzi ci sono stati gli esami di scuola media. I primi veri e propri esami, visto che quelli della scuola elementare sono stati cancellati per non “stressare” i pargoli. (come se essere circondati da genitori ossessivi con il senso di colpa e la sindrome dell’amico non fosse uno stress peggiore: ma questa è un’altra storia).
Ho nostalgia degli esami.
Gli esami erano bianco e nero, dentro o fuori. Sapevi il giorno in cui ti toccava, ti preparavi, avevi l’adrenalina a mille ma poi il gioioso svacco di dopo, un piacere difficile da recuperare. Gli esami davano un risultato certo, magari ingiusto, ma c’era. L’opaco grigiore del mondo del lavoro, invece, fatto di valutazioni strategiche, aspettative crescenti, investimenti sulla produttività, ti inaridisce giorno dopo giorno. Come un liceo che non sai quando dureraà: cinque anni, forse sette, forse trenta. Dipende dal mercato, dalla congiuntura economica, dal consiglio di amministrazione. Mai un bel voto, mai uno cattivo: tu pensi di aver superato un esame, ma in realtà bluffavano, quella era solo la prima parte, poi ci sarà la seconda, poi forse una terza.
Ho nostalgia del bianco e nero, del dentro o fuori.
E soprattutto di quello svacco del giorno dopo che ormai non arriva più…

Le infradito fra di noi

Ci volevano i podologhi inglesi per scoprire che le infradito fanno male. Dolori al tallone, infiammazioni della alla volta plantare, veschiche, distorsioni alla caviglia, fratture. Una suola piatta e un unico centurino come appriglio del piede, legato oltre tutto alle dita e non al calcagno, non potevano certo rappresentare questo gran confort per i nostri piedi. Personalmente non amo le mode, poi quando ad essere di moda è un capo esteticamente osceno come le infradito, non posso che essere inorridito. Ne ho viste di bianche e di colorate, con le perline e dorate, indossate con le calze (giuro!), da piedi belli ed eleganti e da estremità gonfie, deformi, pelose e bitorsolute. Ho visto persone chic indossarle con disinvoltura in centro cittadino, le stesse persone che bevono solo acqua minerale e solo da bottiglia aperta davanti a loro. Probabilmente le stesse che amano gli animali e vestono scarpe di coccodrillo, ma questa è un’altra storia. Le ho viste ai piedi di uomini in divisa da macho (camicia bianca sbottonata sul petto glabbro, pantalone in stile 100% orchite e occhiali modello astronauta) con il maglione sulle spalle perché fa fresco, le ho viste ai piedi di bambini che non possono andare in bici senza rotelle altrimenti cadono ma sugli scogli con le infradito evidentemente sì.
E, lasciatemelo dire, l’unica ragione per cui l’inverno che arriva non mi sembra così cattivo è che spero di non vederle più.

Odore di macho

Il mio primo articolo di costume sui maschi non ha riscosso molto successo (meno di 10 click), segno che evidentemente o non era un granché l’articolo o non interessa l’argomento. Oggi ci riprovo perché non voglio essere tacciato di misoginia, se andrà buca anche stavolta torneremo a parlare delle amate donzelle.
Il tema delicato che da secoli mina le fondamenta della convivenza civile è quello dell’odore. Cattivo. Proprio in questi giorni il direttore della metro inglese ha invitato i viaggiatori a lavarsi di più, sorvolando sul fatto che l’estate la temperatura underground supera la soglia consentita per il trasporto di animali. Però è un dato di fatto, i piedi maschili puzzano più di quelli femminili. Come mai? Perché agli uomini non è consentito andare a lavorare senza calze, per esempio; perché i sandali in ufficio sono proibiti; perché gli uomini grezzi vanno poco in bagno e quelli meno grezzi ci vanno soprattutto per leggere il giornale. Quindi si può lavorare sulla frequenza giornaliera del pediluvio; si può bandire il calzino di lana (giammai! Lascia scie del suo passaggio anche dopo giorni e se riposto in valigia causa reazioni inconsulte e guaiti da parte dei cani anti-droga in aeroporto); si possono riporre nell’armadio gli scarponi da ginnastica gomma al 100% da sigillare sotto vuoto e tirare fuori solo se strettamente necessario. E per il resto, affidarsi alla fortuna, e sperare che la vostra prossima preda sia raffreddata.