Auguri alle credenti (e non)

Se il nostro premier fosse stato donna, non avrebbe avuto voglia di bunga bunga – qualunque cosa esso sia – tutte le sere, perché dopo una giornata di duro lavoro in ufficio si sarebbe dedicato al duro lavoro a casa.

Se il nostro premier fosse stato donna non avrebbe avuto bisogno del trapianto dei capelli e si sarebbe fatto una tinta molto meno appariscente.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe parlato molte lingue straniere, perché una donna non può tollerare che sia un interprete a tradurre i suoi commenti rivolti alla ministra tedesca sulla nuova capigliatura dell’ambasciatrice.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe avuto un’idea più chiara di come funziona la scuola, pubblica o privata, perché sarebbe andato a parlare con gli insegnanti dei propri figli almeno una volta a quadrimestre.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe indossato con molta più nonchalance i tacchi e i rialzi che gli regalano 7-8 cm.

Se il nostro premier fosse stato donna non si sarebbe dato da fare per recuperare onorevoli finiani promettendogli chissà che, perché una donna prima di riaccogliere un traditore lo fa crogiolare il tempo necessario.

Se il nostro premier fosse stato donna avrebbe apprezzato di più le donne.

Auguri alle credenti (nella festa della donna) e non.

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