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La Fastweb TV non c’è più

Se c’è qualche studente di nuovi media o marketing che voglia un caso interessante per una tesi, prenda in considerazione la Fastweb TV: secondo il mio modesto parere un caso straordinario di prodotto di successo letteralmente distrutto da politiche commerciali incomprensibili.

Si perché la Fastweb TV non c’è più, da alcune settimane è scomparsa dall’offerta Fastweb, rimane disponibile (fino a quando?) solo per i vecchi abbonati.
In passato ho decantato il valore di questo prodotto:( vedi Fastweb TV: la tv degli snob Oggi parlo bene di Fastweb) la prima televisione on demand disponibile via cavo in Italia. Palinsesti completamenti personalizzati, possibilità di vedere cosa si vuole quando si vuole, accesso a programmi in lingua originale, opportunità di acquistare film o partite online senza dipendere dalla schiavitù dell’abbonamento. E nessuna pubblicità, MAI.
La Fastweb TV di clienti ne aveva decine di migliaia, ed aveva un vantaggio di anni luce rispetto a chi si è affacciato in seguito su questo mercato (Alice TV e, indirettamente, Mediaset Premium).
Non solo. La Tv di Fastweb aveva una nicchia di mercato irraggiungibile dagli altri: chi, per motivi di condominio, di posizione sfavorevole del tetto non avesse avesse avuto accesso al segnale televisivo (via etere o parabola) poteva avere accesso alla prima, vera, completa IPTV (televisione via Internet).

C’è chi potrebbe dire che in fondo il business di Fastweb TV si reggeva sui finanziamenti pubblici (in migliaia hanno acquistato il decoder con i contributi governativi per il digitale terrestre). Venuti meno quelli, anche il margine è calato. Chi potrebbe invece obiettare che è stato l’abbraccio di Sky a strangolare la tv via cavo (il cavo a Sky non deve piacere troppo, se infatti da qualche tempo non è più possibile ricevere Sky via Fastweb), visto che ai clienti della tv di Fastweb è stata proposta in tutte le salse il passaggio a Sky.
Ma insomma, in questa storia non mi interessa sapere chi sono i buoni e i cattivi. So che però un mercato televisivo asfittico come quello italiano perde l’unico “carrier” puro di contenuti ondemand, visto che Alice TV e Mediaset Premium sono anche produttori di contenuti e quindi imparziali. A me dispiace, perché non mi arrendo all’idea di perdere la libertà di costruirmi il mio palinsensto, dopo averne conosciuto l’ebrezza. E mi dispiace anche perché l’archivio Rai, presente nella Fastweb TV, contiene perle che vale la pena riscoprire. La speranza adesso è nella IPTV legata ai produttori di televisori (Samsung, LG, Sony), che per ora si limitano però a proporre film e serie americane. Altri credono che la Tv di Fastweb si stia semplicemente “allargando” a nuovi mercati attraverso il canale Chili TV, disponibile anche a chi non è abbonato a Fastweb. Vedremo. Per ora, il nome da emittente soft-core, non mi entusiasma. Ma si sa, io sono sempre sospettos verso il nuovo che avanza.

Janos Baranya

Il video è piuttosto raccapricciante, e se proprio volete potete vederlo qui.
Un atleta ungherese, nello sforzo per sollevare quasi 150 chili, di rompe un gomito e si lussa una spalla. Agghiacciante, l’episodio fa porre delle domande sulla pericolosità di certi sport e sull’ossessione dell’uomo di spingersi sempre oltre, hano quando ovviamente non si può. Ma non è questo che mi ha colpito del video, quanto la sequenza successiva: un gruppo di ragazzine dotate di cartellone che coprono la scena alle telecamere. Il dolore, il fallimento, la sofferenza non fanno parte di questi giochi. Qui tutto va bene.
E se per una volta siamo pure d’accordo nel non voler esibire le urla del povero atleta, sorge spontanea la domanda: cos’altro nascondono, quei cartelloni, in Cina?

Befane pelle e ossa

Avrete visto anche voi i trailer del secondo episodio cinematografico dedicato a Bridget Jones. Il primo era molto divertente, il secondo non mi attrae particolarmente, a giudicare dagli spezzoni sa di minestra riscaldata. Guardando appunto questi spezzoni, e poi le interviste alla protagonista Renée Zellweger, sono rimasto sbigottito. Il tormentone era più o meno sempre lo stesso: l’attrice, per adeguarsi al personaggio, ha dovuto ingrassare ci 15 chili, diventare cicciottella, eccettera eccetera, ma dopo la dieta è tornata in forma smagliante. A parte l’invidia nei confronti di chi riesce a gestire così bene il suo peso corporeo, sono rimasto sbigottito perché, secondo me, secondo i miei canoni di bellezza superati, arcaici, maschilisti e triviali, la Zellweger stava molto meglio prima, con i 15 chili di più. Aveva un aria più allegra, più salubre, più gioviale, e poi, diciamolo, anche delle curve più pimpanti. Era più rassicurante, materna, morbida. E poi, cicciottella, ma che cavolo dite, era appena un po’ pienotta. Volete fare il paragone con quella ragazzina striminzita, barcollante, ossutarinsecchita e tutta smagliature che si è presentata alle anteprime del film? Sicuramente oltre al dimagrimento l’aria triste era legata a qualcos’altro (credo sia in crisi sentimentale, ma non sono ferrato nel gossip), ma insomma, mi piaceva di più prima. Smettiamola con questi modelli di donne manichino, a chi piacciono?