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Il biscottone Atene

Ci sono poche certezze incrollabili nella mia esistenza e una di queste è il biscotto Atene. Per me la giornata non parte con il piede giusto se non mangio il mio biscottone con i tre buchi e gli ornamenti ellenici intorno. Cinque al giorno, di solito, nel latte e caffé. Uno di quei riti quotidiani che nella loro quotidianità servono a sopportare meglio stress e pressioni.
Ebbene, da un paio d’anni la Doria è stata acquisita dalla Bauli. In quanto consumatore fortissimo di biscotti Atene, mi preoccupo subito: sta a vedere che mi mettono lo zucchero a neve sul biscotto. Oppure il candito a tradimento. Niente di tutto questo, per fortuna la nuova dirigenza non si azzarda a intaccare la sacralità del biscottone con i tre buchi. Ma qualcosa l’ufficio marketing deve inventarsela per giustificare lo stipendio. Cambiano il packaging, con un leggero restyling della grafica. Poco male, sono praticamente immune agli effetti del marketing sui prodotti che mi piacciono, comprerei gli Atene anche in una confezione nera con il faccione di Hitler incavolato stampato sopra. Ma non si limitano a questo: intaccano i pacchetti di plastica interni, quelli da dieci biscotti dieci, e li sostituiscono con pacchettoni da sedici biscotti.
Dico, è un tentativo di boicottaggio?
Qualche faida familiare vi invita al suicidio commerciale di un prodotto perfetto?
Avete fatto un corso di management alla Parmalat?
Io i miei pacchetti di plastica li buttavo nella raccolta differenziata dopo attenta scrollatina delle briciole. La carta mi si inumidisce, si impatacca, come faranno a riciclarla, e poi, con le foreste amazzoniche in fiamme, questo spreco non lo capisco. Per non parlare del fatto che il pacchetto di plastica conteneva 10 biscotti, l’ideale per due giorni: che cifra è 16? Se ne mangio quattro al giorno durano troppo a lungo e poi diventano mollicci. Se continuo con i 5 il quarto giorno me ne resta uno solo.
Che disastro.
Ci manca solo un intervento profanatorio sul biscotto tappandone un buchetto o riducendone le dimensioni, e allora davvero dovrò studiare un piano di fuga: Oro Saiwa, forse, o Colussi, o simil Mulino Bianco fatti dalla Coop.
Non lo so, per ora non voglio pensarci…

Perch? Sanremo era Sanremo

Non capisco come mai si siano resi conto quest’anno del calo di ascolti di Sanremo, secondo me è in crisi da almeno dieci anni così com’è in crisi la televisione generalista che si sforza di radunare intorno ad un evento un pubblico frammentato e distratto.
Potrebbe migliorare, certo: se ci liberasse una volta per tutte della bella coppia di bruna e bionda, sostituendola per esempio con una conduttrice vera, di questo insulso televoto (hanno ripetuto il numero un miliardo di volte! Tagliando tutte le volte che Pippo ha ricordato il numero fisso e per cellulari, il festival sarebbe durato due giorni).
Se si facesse a meno di qualche canzone, e di una giuria di qualità composta da vip a casaccio in cerca di visibilità. Se si eliminassero i big in passarella fuori gara: se hanno voglia, partecipino, o almeno contribuiscano con i duetti, l’unica cosa che mi piace. Detto questo, di questo festival rimarrà l’esibizione di Max Gazzé con Paola Turci e , quella di Cristicchi con Frankie (soprattutto la teatralità era notevole), e la solita geniale comparsata di Elio e le Storie Tese.
E i vincitori? Facile prevedere un futuro da Jalisse, io però ho notato in loro soprattutto un segno dell’inciucio che verrà: di bellezza ariana lui, figlia di italiani nel mondo lei, una coppietta da spot mediaset con una canzone fondo di magazzino di un’artista maledetta che sfida Dio a fulminarla come la Giannini.
Se non è questo il Partito Democratico della Libertà questo…

Oggi risparmio, domani no

In Italia c’è una crisi del settore avicolo come in nessun altro paese d’Europa. La ragione, secondo molti analisti, è che nel nostro paese più che altrove c’è scarsa fiducia nelle autorità. A parte il presidente della Repubblica, praticamente non ci fidiamo di nessuno, e più Storace dice di mangiare pollo, più la gente compra suino, bovino o si dà alla cucina vegetariana. Siamo noi infidi e malpensanti?
Un momento: il 16 febbraio c’è stata la giornata del risparmio energetico. Tutti a sollecitare di spegnere le luci non indispensabili, abbassare il riscaldamento, ricorrere ai mezzi pubblici: in primis sono stati proprio gli amministratori pubblici a invitare al risparmio. Due giorni dopo Torino celebra la notte bianca, una delle più grandi sciocchezze di tutti i tempi: tutti i negozi aperti, riscaldamenti a manetta, la gente fa shopping in negozi illuminati a giorno tutta la notte. E i soliti amministratori che ne parlano bene, e addirittura annunciano il bis per la settimana successiva, come le Olimpiadi in sè non siano già un bello spreco di risorse. Allora, signori, decidetevi, o si risparmia o si sperpera, o si mangia pollo o si digiuna.
Siate di destra, siate di sinistra, ma vi supplichiamo, mantenete la stessa posizione coerente per qualche settimana almeno…

Troviamogli qualcos’altro da fare

Come inviato in Messico per la Talpa, o in Brasile per la Fattoria, o in un ipotetico reality show in Lapponia sarebbe perfetto. Già lo vedo abbronzato, con il sorriso belloccio, la giacchetta disinvolta mentre scatena bagarre in studio cambiando opinione ad ogni puntata. Oppure me lo immagino mentre riferisce ai concorrenti notizie e informazioni inventate per poi smentirle il giorno dopo e ribadirle dopo due giorni. Ma sarebbe fantastico anche nel dirigere un talk-show, assolutamente imparziale visto che nessuno sarebbe in grado di capire da che parte sta: da tutte e due, probabilmente. Sarebbe l’erede perfetto di Biscardi, con la sua capacità strardinaria di friggere l’aria e distribuirla al popolo come se si trattasse di meditazioni illuminate; e, restando nel mondo del calcio, sarebbe il presidente ideale, sempre pronto a trovare colpevoli e dichiarare vittoria dopo una retrocessione. Insomma, ci sono migliaia di professioni in cui Rutelli riuscirebbe meglio che in quella di politico. Troviamogliela, lanciamo una petizione, una rraccolta firme per cercargli un nuovo impiego. E la vittoria del centrosinistra sarebbe certa.