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Il monitoraggio dei problem-maker

Alcune urla pisicurezzauttosto veementi provocano un attimo di sgomento nel settore nord-orientale. L’addetto alla sicurezza incaricato recupera la freddezza e con uno scatto repentino riporta la situazione sotto controllo. Intanto due problem-maker più a sud, già precedentemente attenzionati per alcuni comportamenti non proprio ortodossi, entrano in conflitto, ma per fortuna la rissa è sedata immediatamente prima che possa degenerare. Nel settore generale si ripropone un problema già tante volte segnalato alle autorità, e cioè le carenze di alcuni addetti alla sicurezza, che anziché preoccupasi dei problem-maker loro affidati si distraggono trastullandosi con il loro smartphone. La loro inadeguatezza è manifesta e la loro formazione assolutamente carente, ma purtroppo il sistema di controllo vigente non prevede la possibilità di sostituzione. Per non parlare di quelli che in servizio chiacchierano fra loro anziché monitorare l’evolversi della situazione e ancora quelli ormai avanti degli anni chiamati a sostituire i titolari pur non avendo i requisiti fisici previsti per il ruolo.

L’ordine con cui i problem-maker usufruiscono delle attrezzature nel settore occidentale è improvvisamente messo in discussione da un ribelle, ma in questo caso gli addetti alla sicurezza sono pronti e intervengono con tempismo, sebbene uno di loro abbiamo evidentemente provato a fare il furbo garantendo al suo assistito una posizione che non gli compete.
Un altro tentativo di fuga, l’ennesimo, prova a scardinare le difese della sicurezza sul limite orientale, approfittando di una fase di stanchezza di un addetto che è chiamato alla sorveglienza di diversi problem-maker, alcuni dei quali già conosciuti per il loro carattere burrascoso che più volte li ha portati a tentare l’evasione. Il loro tentativo è velleitario, vengono immediatamente ricondotti nei limiti preposti e sedati con l’ausilio di calmanti ad alto contenuto di saccarosio.

Benvenuti in una giornata al parco non più tesa di tante altre da un addetto alla sicurezza di due bimbe…

Evviva il blututt

Attento alla curva… ecco dovrebbe essere proprio nella tasca del pantalone. No, quella destra. Occorre tirarlo fuori. Bene. Semaforo giallo, rallenta. Gira lo schermo, così non leggo niente. Bene. Tienilo con la mano destra, se possibile evitando i riflessi, continuando a guidare alla sinistra. Dov’era? Impostazioni e poi telefono? Oppure applicazioni e connettività? No, vediamo… dal menù principale… Eccolo qui. Attiva. Ricerca dispositivo. Non trovato. Occhio alla buca.Controlla l’autoradio. E’ attiva? Spengo e riaccendo, quando non sai che pesci pigliare spegni e riaccendi. Dispositivo connesso. Accidenti, guarda come guida quel matto, frena!

Dunque, ora dovrei fare il numero. Guarda avanti, e digita con il pollice della mano destra. Pazienza se non cambi per un po’, metti la terza e tirala un po’ se necessario. Dial. Connected. Ci siamo.
Pronto, pronto? Mi senti? Si, sto provando il vivavoce con il bluetooth connesso alla autoradio… come non senti niente? E adesso? E ADESSO?
Vabbe’ ti richiamo dopo.

W la sicurezza. W la tecnologia