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Magnitudo Apparente, di Roberta De Tomi

cover_Magnitudo_ApparenteSarà capitato a tanti adolescenti di trascorrere qualche settimana a casa degli zii, magari durante le vacanze estive. Proprio quello che succede a Nicolò, uno dei protagonisti di Magnitudo Apparente, romanzo di Roberta De Tomi edito da Lettere Animate Editore, che trascorre un’estate a Milano lavorando per lo zio che ha uno studio di contabilità. Un’occasione per vedere posti nuovi, fare un’esperienza lavorativa, uscire un po’ di casa.
Ma non è un’estate come un’altra, e Nicolò non viene da una zona qualsiasi: è il 2012 e Nicolò viene da una città emiliana “della Bassa” (così viene spesso definita nel romanzo la provincia a nord di Modena) sconvolta dal terremoto di maggio.
Il terremoto è uno dei protagonisti di questa vicenda, ma l’autrice è scaltra nel raccontarlo nei riflessi opachi di esistenze  profondamente ferite. Più che gli accadimenti sono infatti i ricordi, le descrizioni delle macerie, i racconti di chi è sopravvissuto a quella terribile pagina della storia emiliana a renderci partecipi di un dramma così profondo.
Parte dei racconti vengono proprio da Nicolò, che porta nel cuore di una grigia e distratta Milano l’esperienza di un terremotato molto legato alla sua terra. Una Milano dove tutti sembrano preoccuparsi solo di fatture, clienti e lavoro. In una famiglia “per bene” che, come succede spesso, nasconde tensioni e incomprensioni che l’arrivo di Nicolò contribuirà a far emergere
Un’altra delle voce emiliane, dalle cui parole il lettore scoprirà quel vuoto che lascia nell’anima l’esperienza di un sisma, è una misteriosa donna che ha qualche legame con Carlo, lo zio di Nicolò che evidentemente ha qualcosa da nascondere a sua moglie Rosanna e sua figlia Nicole.
La storia prosegue quindi per immagini, quadretti accostati come scene teatrali in cui più che il filo del discorso o l’intreccio a contare sono i sentimenti sottaciuti, nascosti, talvolta gridati dai protagonisti. Se si trattasse di cinema diremmo che è una storia di primi piani e lunghi piani sequenza più che di montaggio forsennato.
Una storia non facile, che non strizza l’occhiolino al lettore come spesso accade negli autori più giovani ma che nella sua sincerità rappresenta una testimonianza autentica del terremoto del 2012. Con qualche riferimento qua e là alla cultura musicale dark e metal che il sottoscritto ha evidentemente apprezzato.
Un’ultima nota la merita Nicole, la cugina di Nicolò, personaggio femminile centrale “schiacciato” tra genitori ingombranti, esigenti e molto concentrati su se stessi e  figure maschili di successo presente o futuro (il fratello Giordano, il cugino Nicolò). L’autrice la definisce una NEET “Not (engaged) in Education, Employment or Training“, cioè una persona non impegnata nel lavoro, nello studio o nella formazione. Si tratta di un “tipo” sociale abbastanza recente che individua quei giovani che vivono in famiglia (le fasce d’età variano partendo dalla fine della scuola dell’obbligo fino alla soglia dei 30 anni e oltre) e che “galleggiano” in un’esistenza sospesa in cui hanno finito di studiare ma non riescono a trovare lavoro. Nicole in particolare ha un talento artistico e la storia lascia presagire qualcosa di buono per lei, ma non è detto che questo accada a tutti i giovani senza lavoro dopo gli studi (in Italia sono il 25%) di cui finora ci si è svogliatamente occupati solo in studi statistici. Bisogna che qualcuno prima o poi si accorga dei Neet, sembra dirci l’autrice, e non vedo come darle torto.

Tutti sotto il tavolo

Ci sono delle professionalità che godono di uno status privilegiato, perché la comunità gli riconosce un valore quasi assoluto: se un medico ti dice che devi prendere una pillola, gli credi, al limite ne consulti un altro, ma sempre con un pizzico di fiducia alla base. Se un avvocato ti spiega qual è l’alternativa legale all’omicidio di tutti i tuoi condomini, alla fine gli dai retta; se uno storico dell’arte ti dice che quel cumulo di sassi nel trecento erano le mura di un castello, cavolo, guardi quel cumulo di sassi con un po’ più di rispetto. E poi ci sono le professionalità non riconsciute, disprezzate quasi: Truffault diceve che tutti hanno due mestieri, il proprio e quello di critico cinematografico. Perché se il critico ti spiega i motivi tecnici per cui un film è un capolavoro, tu scuoti la testa e affermi che no, quella è una cagata pazzesca.
In questi giorni difficili per l’Emilia alla figura del critico si è aggiunta quella del sismologo, che – con tutto il rispetto per chi fa il suo lavoro con impegno – in certi momenti ricordano i commentatori sportivi delle emittenti locali. Quelli che dopo la sconfitta sono lì che spiegano come era ovvio, lo sapevano già da mesi, di cosa vi stupite voi altri ignoranti. Ma prima della partita no, non si sbilanciano, fare un pronostico è impossibile, il risultato è aperto. Se non si possono prevedere i terremoti, non si sa perché ci siano e perché ad un certo punto smettano, se i dati strumentali sono pochi e manca una storia di rilevamenti, se le mappe sismiche vengono costruite in base alla probabilità statistica – come dire che il Genoa ha più probabilità di vincere lo scudetto della Roma perché in passato ne ha vinti tanti – allora va bene, ce ne facciamo un ragione, accettiamo la nostra impotenza di fronte alla natura. Lo facciamo anche per il loro bene, perché se non dicono niente sono irresponsabili, se parlano diffondono il panico. Se proprio vogliamo un dato statistico, mettiamogli un gps in tasca a questi sismologi e vediamo dove vanno a dormire loro e i loro amici. Da quel dato avemmo una mappa sismica molto più accurata.
Ma smettiamola di pagare commissioni, consulenti e ricercatori che elucubrano aria fitta. E semmai in televisione mandiamoci le insegnanti di scuola materna, quelle che hanno insegnato a mia figlia, con molta umilità, che se c’è il terremoto si scappa tutti sotto il tavolo e si aspetta che passi.

Ma cosa c’è da festeggiare?

C’è un aspetto della vicenda del cosiddetto Ruby Gate che mi fa riflettere. Siccome sono un garantista e per me sono tutti innocenti fino a che non si dimostra in aula il contrario, partiamo del presupposto che il premier sia innocente.
Fa delle feste private, invita gente. Non succede niente di sconveniente.

A parte il fatto che come presidente del Milan potrebbe discutere, che so, di calcio con calciatori campioni del mondo, come presidente di Medusa potrebbe avere premi oscar a cena, come proprietario di Mondadori potrebbe chiacchierare con premi Nobel e promesse della letteratura. E invece si circonda da ballerine, soubrette e protagoniste di reality (per non dire altro).
Ma la domanda è:  cosa avrà da festeggiare?

Qui di seguito una serie di date per le quali è certo che il primo ministro fu coinvolto in feste e festini, dai dati emersi dalle varie indagini. Dando per assodato che ci si limitò a cantare, ballare e bere un bicchiere, il mistero dei motivi di tanta gioia rimane

8 ottobre 2008
La cirsi mondiale ci costerà 1400 miliardi, secondo l’FMI, gli statali minacciano lo sciopero, Napolitano rimprovera a Berlusconi l’eccessivo ricorso al decreto d’urgenza. E la sera un bicchiere e passa la malinconia

10 dicembre 2008
Lo sciopero generale mette in ginocchio la Grecia, per la FAO ci sono un miliardo di uomini che soffre la fame Berlusconi accellera sulla riforma della giustizia e per non pensarci su la sera organizza un rendez-vous

6 febbraio 2010
I mercati europei bruciano oltre 200 miliardi, i pm annunciano che una sentenza della Cassazione potrebbe cancellare centinaia di processi per mafia, alcuni scienziati annunciano 24 mila miliardi di danni per lo scioglimento dell’Artico. Il premier parla di incentivi all’auto – che non ci saranno – e la sera festeggia.1

27 febbraio 2010
Il premier afferma che la magistratura politicizzata è la più grave patologia della democrazia, i pm peggio dei talebani,il popolo viola scende in piazza contro il legittimo impedimento, a Kabul viene ucciso un agente dei servizi segreti italiano, Fini ricorda che la vera piaga in Italia è il lavoro nero. Il premier la sera festeggia

5 aprile 2010
Iin Pakistan un kamikaze uccide 36 persone, l’Aquila ricorda le vittime del terremoto, a Bagdad ci sono tre attentati, un ecodisastro minaccia l’Australia. E la sera si balla e si canta

17 aprile 2010
Tre operatori Emergency sono prigionieri in Afganistan dopo essere stati tratti in arresto, si svolgono i funerali di Raimondo Vianello, Berlusconi si scaglia contro libri come Gomorra che fanno una cattiva pubblicità all’Italia e chiede le dimissioni di Fini da presidente della Camera. E la sera festeggia

15 ottobre 2008
La Caritas dichiara che in Italia ci sono 15 milioni di poveri,la Lega propone l’istituzione di classi per stranieri, Saviano, minacciato, annuncia che forse lascerà l’Italia. E la sera bunga bunga (qualcunque cosa sia)