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Una settimana abruzzese

7 agosto

Ti ho attraversato tante volte in quasi trent’anni, caro Abruzzo, è arrivato il momento di approfondire la conoscenza

8 agosto

Niente risveglio muscolare.
Niente acqua-gym.
Niente gioco aperitivo.
Niente sport insulsi sulla spiaggia.
Domenica quasi tutto chiuso.
L’Abruzzo mi piace.

10 agosto

Il suo destino di terra di mezzo rende l’Abruzzo perennemente incerto, sospeso tra l’ansia di prestazione settentrionale e l’istrionica disillusione del sud.
Qui resort nuovi ed efficienti, là ecomostri decadenti. Qui parcheggi con il pagamento online, là sosta selvaggia e tacitamente consentita sui marciapiedi.
Persino il mare è insicuro e mutevole: ora torbido e verde di alghe, ora cristallino e brillante. Ora acqua alta, ora bassa, alta, di nuovo bassa. Non si decide mai.
Siete pieni di dubbi e non sapete in quale direzione indirizzare la vostra vita?
Venite in Abruzzo.
Neanche lui lo sa, ed è proprio il suo bello.

11 agosto

Uno potrebbe domandarsi come mai un gioiello come Atri, con il suo centro medievale, il suo palazzo ducale, la sua cattedrale, non sia al centro di tutti gli itinerari turistici.
Oltre tutto la sua altezza (circa 450 mt) lo rende piacevolmente fresco.
Poi ti rendi conto che il 10 agosto tutti i negozi hanno la serranda abbassata, tranne i bar, un’edicola e un paio di negozietti per turisti, due ristoranti su quattro sono chiusi (e gli altri tutti pieni), ovviamente sono chiusi di sera musei e mostre.
Insomma, c’è un Abruzzo meraviglioso che dei turisti se ne sbatte allegramente, e proprio per questo lo trovo affascinante

11 agosto. Teaser

Nell’anno della vittoria all’Eurofestival, dell’Italia campione d’Europa e dei trionfi alle Olimpiadi, il giornalista d’assalto non si esime dal compiere la sua impresa.
Questa è una anticipazione, appena recupererò le forze vi racconterò il resto.

11 agosto. Follow-up

Nell’anno de”Io ho fatto la Via degli Dei”, io la “Via della Lana e della Seta, ma saltellando sul piede sinistro”, “io sono andato a piedi a Tokio”, “anch’io ma portandomi mio zio in spalla”, nell’anno delle vittorie sportive, il giornalista d’inchiesta deve mettersi alla prova, e cercare di capire cosa costringe persone relativamente sane di mente a trascorrere le vacanze muovendosi piedon piedoni.
Il percorso Roseto degli Abruzzi – Montepagano è considerato adatto a bambini in passeggino accompagnati da nonne zoppe, ma tant’è, il mio allenamento è piuttosto precario.
Voci non confermate attestano che persino le vecchine della parrocchia abbiano percorso in processione il tratto, nella versione meno ostica. Per dire.
Google mi consiglia un percorso alternativo. Più breve. Poco più che tre chilometri mezzo, ma con un dislivello di 250 metri.
Praticamente per me un arrampicata verticale.
Accetto la sfida.
Il giornalista deve raccogliere prove, collegare indizi, cercare risposte.
Parte alla volta dell’allegro paesello, un’ora abbondante per salire, 45 minuti per scendere.
Ce la fa, ma forse è solo un effetto del microchip che gli hanno impiantato con il vaccino.
La missione è compiuta, nonostante il panico a metà percorso alle prime gocce di pioggia, poi rivelatasi una finta, e nonostante un inquietante cancello con la scritta minacciosa “attenti al cane”. Cancello aperto.
Alla fine il prode giornalista si rende conto che camminare nel silenzio di una stradina sterrata, accompagnato solo dal guizzo di qualche lucertola e da qualche grillo in lontananza è piacevole.
Riscoprire le nostre gambe, il passo lento, porta ad apprezzare il territorio circostante, e alla fine raggiungere la meta è ancora più piacevole.
La missione è compiuta
Tornerò, Montepagano.
In auto però.

12 agosto

I paesini collinari dell’Abruzzo sono freschi, graziosi e tranquilli. Anche troppo, se si considera che a Notaresco abbiamo incrociato solo un’altra famiglia di turisti che osservavano sconsolati il ristorante del borgo chiuso per ferie.
Be’ potremmo tornare a Ferragosto, qui dice che è aperto!, ha commentato il padre.
Ah, i papà, teneri e ingenui…

13 agosto

Caro Abruzzo,
questa bella settimana trascorsa insieme si avvia alla conclusione.
Ho cercato di fare “vacanza” nel vero senso della parola, cioè di lasciare un po’ di spazio a quei “vuoti” dentro i quali riscoprire chi siamo.
Un po’ di vuoto nell’agenda libera da orari, appuntamenti e scadenze, per camminare a passo lento invece di correre sempre. Un po’ di vuoto per stare immobile a osservare il mare e provare a lasciare i lidi delle nostre certezze, senza paura di affondare.
Nel tuo mare, caro Abruzzo, abbiamo visto granchietti, pesciolini e stelle marine, ma nessun dj. E questo è molto positivo, perché va bene la biodiversità ma c’è un limite a tutto.
Abbiamo percorso i vialetti silenziosi dei tuoi borghi preziosi, apprezzato la tua cucina fatta di arrosticini, pizza alle erbe, arrosticini, chitarre alla teramana, arrosticini, baccalà, crocchette, olive all’ascolana, arrosticini. Tutto molto gustoso. Forse un po’ di varietà non guasterebbe.
Abbiamo apprezzato la tua accoglienza ma anche la tua schiettezza: cari turisti, è vacanza anche per noi, siamo chiusi, ripassate un’altra volta.
Arrivederci, caro Abruzzo.
Sei stato l’avamposto orgoglioso e inespugnabile del Regno delle due Sicilie, vedetta affidabile e leale. I piemontesi ti hanno saccheggiato a tradimento (gli juventini rubavano anche quando non c’era la Juventus, e il bello è che a sostenerli oggi sono i figli di chi fu depredato di ogni bene).
Però, caro Abruzzo, la guerra è finita.
Rilassati un po’ anche tu come abbiamo fatto noi.

14 agosto

Non so di preciso cos’è la felicità.
Ma di sicuro una terrazza di ricordi da cui riguardare i momenti allegri, che abbiamo condiviso con chi ci vuole bene, gli assomiglia parecchio.
E adesso, pagnottelle e orecchiette: mi rendono felici parecchio anche quelle.

Omeopatia del rientro

In fondo le pubblicità dei panettoni sono lì dietro l’angolo che ci aspettano. E poi non è che con tutto questo caldo si stesse poi così bene. Il lavoro nobilita l’uomo. Sai che noia sarebbe la vita sempre stesi in sdraio a prendere il sole?
Si vabbe’.
Il rientro è un trauma a cui non ci si abitua mai. Non è un caso che “la vacanza” sia stata sconosciuta agli uomini che hanno popolato la terra per milioni di anni, e l’abitudine di mollare tutto e godersela per tre settimana sia emersa solo a partire dal secolo scorso, almeno in forma così popolare. Hai voglia a convincerti che è un passaggio necessario: per quanto ci possiamo sforzare di essere seri e adulti, prima o poi ci sarà un dettaglio che ci farà ripiombare nella tristezza. Un costume da bagno rimasto appoggiato ad una sedia, un biglietto aereo stropicciato, quel libro che avremmo voluto leggere, e invece.

Tutto congiura contro di noi, perché diciamocelo, il rientro è innaturale, in natura non si rientra. Una volta venuti alla luce non torniamo nel pur confortevole ambiente materno, la farfalla non torna nel bozzolo e un fiore non torna germoglio. E allora, se non possiamo liberarci del ricordo dei bei tempi perduti (che già Virgilio ricordava essere uno dei sentimenti più dolci e dolorosi al tempo stesso), portiamoceli dietro, manifestiamoli orgogliosamente. Continuiamo a canticchiare l’esercito del selfie anche in ottobre, compriamoci l’album intero se esiste, magari la stessa canzone riproposta in dieci forme diverse. Sostituiamo il divano con una sdraio di tela. Guardiamo Teche Teche te tutto l’anno, al cinema e in surround. Presentiamoci in ufficio con la treccina colorata o gli occhiali da sole da cinque euro e mettiamo fuori dalla camera da letto il cartoncino “non disturbare”. Una sorta di omeopatia del rientro, probabilmente più inefficace ancora di quell’altra, ma come quella buona a distrarci un po’e a illuderci per qualche minuto.
Perché se tutto va bene tornerà l’estate, ma noi saremo un anno più vecchi, maledizione.

Il cinghialone dodicenne

mareSono in mezzo a noi, ma non sono come noi. Sporcano, infastidiscono, danneggiano, ma contro di loro non abbiamo mezzi, nonostantr alcune proposte interessanti per contrastarne gli effetti. Sono i dodicenni cinghialoni, una delle piaghe sociali contro le quali prima o poi la nostra società dovrà svegliarsi.

I cinghialoni hanno quasi sempre dodici anni, con qualche esemplare novizio di undici o alcuni ritardari di tredici o addirittura quattordici anni. Riconoscerli non è difficile: sono quasi sempre eccessivamente pasciuti, eccessivamente numerosi, eccessivamente agitati. Sono quella massa informe che rotola giù dallo scivolo della piscina spostando talmente tanta acqua che improvvisamente vi ritrovate l’acqua alle ginocchia magari proprio nel momento in cui vi stavate rimettendo in ordine l’argenteria nel costume. Hanno la grazia di elefanti eroinomani in crisi di astinenza, sui gonfiabili sudano talmente tanto che chi li segue potrebbe usare la tavola del surf per scendere meglio. Al mare i dodicenni cinghialoni di solito giocano sul bagnasciuga con racchette con un rivestimento di legno e ossatura in cemento armato e difficilmente raggiungono tre tocchi consecutivi. In compenso però quando colpiscono la palla lanciano certi razzi terra-aria individuati dai mezzi della Nato.

C’è chi propone di rinchiuderli e impedire loro di nuocere fino a quando non compiranno tredici anni. In fondo è quello a cui serve la scuola media, che però l’estate chiude, lasciandoli liberi di colpire. C’è chi suggerisce di far loro compiere tredici anni dopo gli undici, saltando la cifra fatidica, un po’ come fanno gli americani con il tredicesimo piano. Non servirebbe, perché avemmo cinghialoni tredicenni, con la stessa iperidrosi, lo stesso accenno di ginecomastia, la stessa tendenza a rendere insopportabile l’esistenza dei vicini. Siano benedetti i Pokemon, allora, se servono a portarceli via. Penso che installerò l’app installando esche a cento metri intorno a me, in modo che funzionino con i cinghialoni come carta moschicida.

Tocca farcene una ragione: cresceranno anche loro, e diventeranno supporter renziani o tifosi di Juventus o Milan

Cronache dal villaggio – 2016

31 luglio – Un genitore può fare del suo meglio per regalarvi qualche giornata spensierata, qualche ricordo prezioso da conservare nello scrigno, come i nostri genitori hanno fatto con noi.
Ma poi, quando verrà il momento, la strada, con le sue salite, le sue curve e i suoi ostacoli, dovrete farla da sole.
E adesso si torna a casa, con lo scrigno un po’ più pesante.

arcobaleno30 luglio – In piscina ho usato una cuffia talmente stretta che quando l’ho tolta parlavo di jobs act e monocameralismo

30 luglio – Basta trascorrere una settimana al mare per capire quanto stupido sia giudicare una persona dal colore della pelle

29 luglio – Uso delirante dello zoom elettronico, riprese verticali, movimenti improvvisi, mano tremolante, messa a fuoco casuale… sto già male adesso per i parenti a cui farete sorbire le vostre video riprese delle vacanze, vandali!

piscina29 luglio – Vedo in spiaggia strani individui con una specie di fiaschetta piatta al collo tipo San Bernardo.
All’inizio ho pensato si trattasse di alcolisti che hanno bisogno di tanto in tanto di un sorso di cognac, e li ho compresi.
Poi mi sono reso conto che al collo hanno lo smartphone. Mi dispiace, ma voi non vi comprenderò mai

28 luglio. Arcobaleno. Fenomeno luminoso generato dall’induzione elettrica, provocata dal vorticoso sfregamento testicolare del villeggiante a cui un’acquerella del piffero ha rovinato il pomeriggio.

27 luglio

1. La Juventus acquista un fuoriclasse e spende molti soldi
2. Alcune testate giornalistiche segnalano la crisi del mercato dell’auto in Italia
3. Alcuni sindacati prospettano tagli e licenziamenti
4. Il governo interviene con incentivi per rilanciare il mercato dell’auto
5. La Juventus trova i soldi per comprare un altro fuoriclasse
A repetiscion…

27 luglio – Sempre più vilLAGGIOconvinto che Alvaro Soler sia il candidato ideale alla guida della sinistra europea. Con lui spacchiamo. Il programma non conta, conta la leadership. Sin tu mirada, sigo, sin tu mirada Sofiaaaa!

27 luglio – Il principio su cui si basa la pax di un villaggio turistico è l’abbondanza. È facile essere gentile con il maleducato che ti supera in fila, se tanto puoi prendere la bistecca successiva. Non ti dispiace perdere la navetta, se ne passano in continuazione. Basterebbe ridurre di un 20% i servizi e le razioni per vedere i primi prepotenti pretenderne di più perché sono arrivati prima, perché hanno i capelli più lunghi o perché glielo avrebbe suggerito una qualche divinità.

26 luglio – Da queste parti la connessione è talmente lenta che gli adolescenti vanno a caccia di fossili di Pokémon

26 luglio  – Ho provato l’ebbrezza di comprare un quotidiano che costa quasi otto centesimi a facciata. C’è un articolo della Lucarelli contro il giornalismo televisivo, un articolo contro i critici musicali, un articolo contro il rimborso spese per alcuni giornalisti in riviera romagnola e un articolo di Scanzi contro i giornalisti a cui non piace Bennato. A c’è anche un articolo contro la Rai. Insomma dal giornalismo contro al controgiornalismo…

The village – vacanze 2015

14 luglio
“La Basilicata è quella cosa che scopri quando alzi il cofano della Puglia” (Rocco Papaleo). Apriamo il cofano thevillage herewego again

piscinaDa anni, ogni volta che arriviamo in un villaggio turistico, ho un sogno proibito. Una bellissima ragazza mi si avvicina, con sguardo suadente e un sorriso che mi regala un brivido. Tende una mano verso di me e mi sussurra, riempendomi di gioia autentica: prendo le tue figlie e le porto con me al miniclub per un paio d’ore.
Macché. Non si è ancora avverato.
thevillage miniclub nonvogliamoandarci

15 luglio
Per colazione cappuccino, cornetto alla nutella, torta al cacao, torta di mele, krafen, crostata. Ma nel cappuccino ci ho messo il dolcificante al posto dello zucchero, eh? Per stare leggero ?#?thevillage? ?#?ciaodietaciao?lungomare

Ho la pelle mimetica imparareaspalmarelacremasolare

16 luglio
L’acqua bolle a 100 gradi, il ferro fonde a 1538. Per il papà che è riuscito a smollare le sue bimbe per un’ora e mezza al miniclub, il caldo non è un problema thevillage miniclub

splendido_quarantenneDopo aver valutato che con lo stato di forma attuale sarebbe in grado di fare 10 vasche, si ma di una piscina lunga 6 metri, acquista un paio di “Ray Bon”, o forse “Okley”, e cerca di convincersi di essere ancora uno splendido quarantenne.
PS Grazie per gli auguri: w gli onomastici!

17 luglio
Lo chiamano risveglio muscolare, ma, per tanti villeggianti, è più che altro una evocazione di spiriti d’oltretomba thevillage Iloveminiclub

18 luglio
– Mi raccomando Sere non fare la pipì in mare!bimbe_villaggio
– Tanquillo papà non la faccio. Io faccio pipì solo nella pissina.
cuoredipapa ironia presiperifondellidaunatreenne

19 luglio
Si viene e si va.
Nuove famiglie pallide scrutano l’ambiente mentre noi coloured sospiriamo pensando alle nostre samsonite. Per una settimana non ho pensato a delibere, comunicati o siti, ma solo a palettine, babydance e ciabattine. Quando qualcuno mi chiede se a volte non desidererei una carriera più appagante, gli rispondo convinto: sono le ciabattine, la babydance e le palettine ad appagarmi.
Se poi c’è il miniclub…thevillage domaniacasa

20 luglio
Come dmuseo_policoroa tradizione, la settimana di vacanza si ritaglia uno spazio culturale: visita al museo di Policoro. Un piccolo gioiello che se l’avessero gli americani ci farebbero un grattacielo di 150 piani espositivi. Tra l’altro organizzato bene, con aria condizionata e ambienti spaziosi. Con noi, solo due turisti stranieri. Una bella mattinata che si è conclusa con la sentenza di Serena: sono tufa di tutte quette tatuine. Se passate da queste parti, visitatelo

The village

villageIn un eccesso di prudenza oggi mia moglie mi ha messo la protezione solare livello Michael Jackson. Praticamente torni a casa più bianco di quando sei arrivato in spiaggia

“Martina, ti piace l’animazione?” “Si, soprattutto uno”. “Perché è simpatico?” “No, perché è proprio bello”. Urge il ritorno ai più tranquilli parchetti padani.

The villagge day four. Si susseguono riflessioni sul contraccolpo psicologico che potrebbe procurare al rientro il dover rinunciare a due cornetti, due bomboloni,torta (oltre a yogurt biscotti e cappuccino) a colazione.

The villagge day five. Piscina evacuata per trattamento sanitario urgente a causa di uno stronzo (letteralmente).Piscina evacuata village2

The village – The end. Solo desuete regole di decoro e discorsi logori su ruoli familiari impediscono al papà di piagnucolare “buuu non voglio tornare a lavoro” di fronte alle figlie. Ma io so che il bombole che mi ha mestamente salutato stamattina aveva, nel suo dignitoso silenzio, già capito tutto.