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Dammi sei lamette che mi taglio le vene

Una lama afferra il pelo, l’altra lo taglia. Più o meno recitava così una pubblicità di qualche anno fa di un rasoio. Poi le lame sono diventate tre, perchè ce n’era una quarta che incitava le altre due. La Wilkinson qualche tempo fa ha lanciato "Quattro", che come dice il nome, di lame ne ha quattro: oltre a quella che acchiappa il pelo, la vera tagliatrice e quella che fa il tifo, ce n’è una che insulta il pelo per debilitarlo. Ma la risposta della Gilette non ha tardato a manifestarsi: sta per uscire un rasoio con sei lame. Sei! Cosa ci faranno, sulle nostre facce, sei lame? Cos’è, un tagliaerbe miniaturizzato? Un trenino squarcia viso? Praticamente ti appoggi il rasoio sotto l’orecchio e devi stare attento a non graffiarti il mento perchè la sesta lama è già li. Non mi piace lo spreco, sei lame costeranno tanto e dovranno essere buttate comunque dopo un po’ di barbe. Scriveva Petronio che c’era a Roma un barbiere talmente lento (allora di lama ce n’era una sola, ma molto affilata) che mentre radeva un cliente da un lato, la barba ricresceva dall’altro. Con le nostre sei lame non avremo questo problema, e in compenso potremo prestarle alle nostre amiche che potranno depilarsi tutto il polpaccio con un colpo solo. O due, nel caso di cicliste.

Ci vediamo all’angolo salotti

Una volta avevamo il rito della domenica pomeriggio. Celebrato da film e canzoni, rappresentava il trionfo della mascolinità distratta nel resto della settimana: (riuniti in circoli, salotti, club, automobili (quando l’autoradio era un lusso, sembra ieri) e, i più fortunati, negli stadi, ci si incontrava per il rito del campionato di calcio. Chiave di accesso a quel mondo era la schedina, ripiegata nel portafogli, che ostinatamente per i più si fermava all’11, esitante sulle soglie dell’orgasmo. Quel mondo non c’è più: dilatato nell’anticipo, nel posticipo, nella Champions, nelle dirette criptate, oggi chi volesse seguire il campionato di calcio con gli amici dovrebbe trascorrere con loro tutta la settimana. Troppo, decisamente.
Non ci resta che fare come le donne, e vederci per fare shopping all’Ikea.
L’importante è non farsi scoprire mentre si piange di malinconia sulla libreria in faggio laccato.

Minigonnari e spacchisti

Gli uomini essenzialmente si possono dividere in due categorie: i minigonnari e gli spacchisti. I minigonnari sono coloro che non sanno nascondere il loro compiacimento di fronte ad una donna che indossi una mini. Non importa che le gambe siano affusolate, snelle, dritte, depilate. Per i minigonnari si tratta di elementi accessori: quello che conta è la dimensione di pelle scoperta. I minigonnari sono concreti, realisti, un po’ infantili, hanno bisogno di emozioni forti, hamburger e patatine fritte, film hollywoodiani e fumetti, macchine sportive e birra.
Gli spacchisti, invece, sono gli uomini che vanno in visibilio di fronte alle donne che indossano una gonna con lo spacco. Non importa la dimensione dello spacco, quello che conta per lo spacchista non è il poco che osserva, ma il tanto che immagina. Lo spacchista vive di immaginazione, di sogno, intravvede turbini di piacere indescrivibile dove ci sono pochi centimetri di collant. Lo spacchista ama la letteratura e i tramonti, il vino e la pasta, il cinema europeo e la bicicletta, non vuole emozioni, vuole evocazioni. Siamo fatti così.

PS Per le donne: spacchisti o minigonnari, se volete far colpo su un uomo, dimenticatevi i pantaloni. Sono dei dissuasori mobili per lo sguardo. Forse un giorno l’involuzione porterà ad una sottospecie di jeansari, trogloditi con la coda e i peli sulla fronte. Nel frattempo, compratevi una gonna.

Orgoglio bambinone

Ho visto qualche tempo fa un papà che cercava animosamente di convincere il figlio (avrà avuto due anni) a farsi regalare la PlayStation 2. Il piccolo sembrava titubante, non ho indagato ma probabilmente avrebbe preferito un triciclo. Una pubblicità reclamizza un uomo che decide di comprarsi un’automobile enorme perché sta per diventare padre. Ci sono ragazzi che si vantano di vedere CultNetwork (a proposito, ho letto che l’unico canale tematico dedicato alla cultura verrà chiuso da Sky a dicembre, siam messi bene) solo per giustificare l’acquisto di abbonamento a Sky, così come altri spiegano che il computer con uscita dolby digital e scheda 3d realtime gli serve per l’aggiornamento professionale
Che noi uomini facciamo un sacco di boiate, non è una novità. Ma vogliamo smetterla con queste scuse infantili? Compriamoci la Playstation, l’abbonamento a Sky e il computer per giocare con i Sims, e buonanotte. Le donne saranno felici. COme farebbero le donne senza niente per cui accusarci di immaturità?

Quelli che amano l’aria condizionata

Quelli che amano l’aria condizionata li riconosci subito perché per fare un chilometro a piedi ci mettono due ore attraversando sette negozi e tre centri commerciali. Sono gli unici che se ne stanno sereni in fila alla cassa e si agitano quando arriva il loro turno, non perché non hanno i soldi ma perché non vogliono uscire. Preferiscono il freddo secco dei grandi magazzini a quello un po’ umido dei centri commerciali, ma si sentono veramente a loro agio solo accanto ai frigoriferi con i surgelati nei supermercati, che ogni tanto aprono di nascosto ai dipendenti per godersi la vampata di freddo che li investe. Quelli che amano l’aria condizionata tengono sempre il motore acceso, anche quando parcheggiano, per non spegnere il condizionatore, e se proprio è necessario prima di risalire aspettano che la temperatura dell’abitacolo riscenda di almeno 20-25 gradi. I loro amici soffrono di emicrania, cervicale, torcicollo, nevralgie, e finiscono per frequntarli sempre meno specie in estate, con loro grande incomprensione. Quelli che amano l’aria condizionata hanno appartamenti alti due metri, perché 70 centrimetri ci sono voluti per il mega impianto di areazione e riciclo, cambiano gatto ogni anno perché ogni tanto il micio scappa e si rende conto che fuori si sta meglio, mostrano fieri frigoriferi a tre piazze e congelatori che potrebbero contenere un cavallo intero. In piedi.
Sono fatti così, cominciano ad ansimare appena la temperatura supera i 25 gradi, vanno al mare di inverno e in montagna d’estate, mettono sei cubetti di ghiaccio anche nel cappuccino e se fanno sport scelgono la palestra dopo aver visto e confrontato i bocchettoni.
Si presentano in ufficio in giacca di panno e camicia di fustagno pretendendo di portare la temperatura degli uffici a 11 gradi a costo di ibernare qualche segretaria scollata. Quelli che amano l’aria condizionata consumano, sprecano, disperdono un sacco di energia elettrica, in casa, in ufficio o in auto. Infatti è una mania prevalentemente statunitense. In Giappone l’hanno capito e hanno invitato la gente a vestirsi in maniera più leggera. Qui da noi ancora no, anche perché la vera ragione per cui alcuni amano tanto l’aria condizionata, è che con il caldo il sangue arriva il cervello e lo mette in funzione. E questo, ai maniaci dell’aria condizionata, dà molto fastidio…

Odore di macho

Il mio primo articolo di costume sui maschi non ha riscosso molto successo (meno di 10 click), segno che evidentemente o non era un granché l’articolo o non interessa l’argomento. Oggi ci riprovo perché non voglio essere tacciato di misoginia, se andrà buca anche stavolta torneremo a parlare delle amate donzelle.
Il tema delicato che da secoli mina le fondamenta della convivenza civile è quello dell’odore. Cattivo. Proprio in questi giorni il direttore della metro inglese ha invitato i viaggiatori a lavarsi di più, sorvolando sul fatto che l’estate la temperatura underground supera la soglia consentita per il trasporto di animali. Però è un dato di fatto, i piedi maschili puzzano più di quelli femminili. Come mai? Perché agli uomini non è consentito andare a lavorare senza calze, per esempio; perché i sandali in ufficio sono proibiti; perché gli uomini grezzi vanno poco in bagno e quelli meno grezzi ci vanno soprattutto per leggere il giornale. Quindi si può lavorare sulla frequenza giornaliera del pediluvio; si può bandire il calzino di lana (giammai! Lascia scie del suo passaggio anche dopo giorni e se riposto in valigia causa reazioni inconsulte e guaiti da parte dei cani anti-droga in aeroporto); si possono riporre nell’armadio gli scarponi da ginnastica gomma al 100% da sigillare sotto vuoto e tirare fuori solo se strettamente necessario. E per il resto, affidarsi alla fortuna, e sperare che la vostra prossima preda sia raffreddata.