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Google Books

Hanno cominciato con un motore di ricerca essenziale ma efficiente, poi non si sono più fermati. Pubblicità online, mappe, software per ufficio, quelli di Google hanno il marchio più popolare al mondo (e prezioso: l’hanno valutato 67 miliardi di dollari). Adesso hanno cominciato anche a pubblicare libri. Online, ovviamente, come nel loro stile, anche se più di una pubblicazione si tratta di un copia e incolla: anche questo nel loro stile. Provate a cliccare su http://books.google.it/ e cercate, per esempio, “Bello dentro, fuori meno”. Troverete un bel po’ di pagine del mio romanzo da leggere. Si tratta (immagino) di un’iniziativa di tipo promozionale, visto che non tutto il libro è online, ma una parte, per cui qualcuno potrebbe sfogliarlo come farebbe in libreria e decidere poi di comprarlo se gli piace. Però c’è tutta la divina commedia, per esempio, è c’è una valanga di altri testi, tutti ricercabili in modalità full text. Si sta forse realizzando quell’unico, gigantesco Aleph vagheggiato da Borges? Oppure siamo di fronte alla reincarnazione del progetto Xanadu di Ted Nelson, che finalmente risorge e vede la luce? Niente di tutto questo, credo. La natura di Google Books va ricercata altrove: è in quelli piccolo rettangoli pubblicitari che arrivano al lettore di Dante come a quello diei fumetti. I signori di Google non stanno creando una grande biblioteca globale di condivisione del sapere: stanno vendendo, il loro è un grande supermercato, e il povero Dante ridotto a telepromozione…

Paleospot

Ero convinto che ormai fosse stata definitivamente archiviata, che l’ultima versione a 35 mm appartenesse a qualche collezionista facoltoso. Credevo che ormai l’invincibile “quante cose al mondo vuoi fare” della Tassoni fosse l’ultimo paleospot ancora esistente: e invece no. Ieri, intorno a mezzanotte su una rete Rai l’ho visto, lui, con il suo sguardo imbecille e il vigile nervoso che fischiava e si sentiva dire: devo dipingere una parte grande, mi serve un pennello grande. Incredibile. Non so quanto costi un passaggio televisivo in Rai ad agosto oltre le 23, ma voglio ringraziare i programmatori che mi hanno consentito questo viaggio nel tempo e mi hanno fatto addormentare sognando grandi pennelli.

Bye bye my friends…

La lega ci ricopre di vergogna di fronte all’Europa e al mondo, Berlusconi annuncia che l’unico leader del centro destra è lui, Vieri cambia squadra, Bush fa capire che non gli importa un fico secco dell’ambiente, arrestano un prete pedofilo e si annuncia un estate di ricorsi al tar per il calcio putrebondo. In onore a Vico tutto sembra ripetersi uguale a se stesso, in questa estate italiana svogliata. Quasi tutto: ieri è stata trasmessa l’ultima puntata dell’ultima serie di Friends, il telefilm di maggiore successo degli ultimi dieci anni. I protagonisti si danno al cinema, al teatro, alle corna (fatte e subite), insomma cercano di sfruttare la celebrità sperando che con i loro personaggi non svanisca anche il loro successo (chi ha più visto in giro i vari Fonzie, Harnold, George Jefferson?). Un po’ di malinconia resta. Hanno cominciato che avevo 19 anni, finiscono che ne ho 30: per quanto sia uno spettatore televisivo distratto e discontinuo, mi mancheranno. Urge raccolta di fondi per recuperare i dvd, adoro l’effetto nostalgia…


I protagonisti di Friends


Immagine tratta da http://www.friends-tv.org