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Forza Taranto, nonostante tutto

Alcuni anni fa era di moda tra gli interisti mostrarsi tifosi superiori, un po’ snob forse, per la loro capacità di rimanere attaccati ad una squadra nonostante la scarsità di vittorie. Ora che vincono anche loro, l’unico tifoso che può a ragione fregiarsi del titolo di "Tifoso nonostante" è quello del Taranto.
Tifoso nonostante da quindici anni non si riesca ad andare in serie B. Tifoso nonostante da due ci si arrivi ad un passo: semifinali play-off l’anno scorso, finale quest’anno, e da favoriti anche. Tifoso nonostante certi altri tifosi, quei simpaticoni che ci hanno fatto perdere tre punti, e forse il campionato, durante la partita con la Massese persa a tavolino per gli scontri sugli spalti. Tifosi nonostante l’amore per questa squadra sia come quello per una bella donna antipatica e presuntuosa: dà solo sofferenze, frustrazioni e invita a domandarsi "ma perché continuo"?
Continuiamo a tifare Taranto, nonostante tutto.

Il lato B

Allora, mettiamoci d’accordo.
O Miss Italia è un concorso in cui delle belle fanciulle disinibite mostrano le loro grazie nella speranza che la vista di tanti centimetri di pelle ignuda metta di buon umore uomini (e donne) che le offrano di continuare a mostrarsi, anche più nude, ma solo se è un nudo artistico. In cambio di bei soldoni. Oppure è uno spettacolo culturale per celebrare la bellezza femminile e la capacità della gioventù di intrattenere, emozionare, stupire.
Nel secondo caso, lo dico subito, non servirebbero bikini (perché si è belle anche in abito da sera), per valutare non basterebbero pochi sguardi dei giudici, e soprattuto alle concorrenti dovrebbe essere concessa un po’ più libertà di esprimersi al di fuori di rigidi binari (adesso balla; adesso canta; su la gamba; cuccia).
Nel primo caso, nel caso in cui finalmente ci decidessimo ad ammettere senza ipocrisia che ci piace vedere delle belle ragazze in mostra, scommetere su di loro, commentare audacemente la loro esibizione…
Allora perché non il lato B? Perché non mostrare le ragazze anche di spalle? Non dico che è la prima cosa che molti uomini guardano nelle donne (anche perché di solito è difficile stringere la mano ad una persona e sbirciarle il posteriore), ma sicuramente è quella che fa la differenza tra una bella donna e un “tipo”. Sarebbe bello una Miss Italia alle nove di sera con ragazze vestite che sfilano e poi suonano e poi recitano versi scritti da loro. E una alle undici e mezza dove sorridono come oche, sbattono le ciglie e si fanno inquadrare il popò. Ma è la neotelevisione, bellezza, e tutto dev’essere sempre mischiato, ambiguo, indefinito: senza lato B, però, che non si dica che siamo maschilisti…

Fisicamente

“Fisicamente” è un avverbio, e come tutti gli avverbi andrebbe usato con parsimonia; come un suo collega (quell'”assolutamente” che domina le nostre risposte affermative e negative) sta vivendo un momento di gloria in questa stagione della lingua italiana.
“Dobbiamo fisicamente dirgli…” “abbiamo bisogno fisicamente di un supporto” “questo sarà un’occasione per scambiarci fisicamente delle esperienze”. Le battute triviali si sprecano, in un tripudio di doppi sensi che finalmente riporta in auge il corpo, o meglio il fisico, ai danni dell’anima, con buona pace dei seguaci di San Paolo e dei mistici di tutto il mondo. Ma non è questo il punto: interessante è invece notare come in una società dove tutto è immateriale, si discute tramite videocellulare o conference call, si scrive solo con le e-mail e ci si innamora via chat, torna alla ribalta un avverbio che differenzia un’attività dalle altre proprio per il suo aspetto concreto, fisico, materiale. Una volta sarebbe stato pleonastico, adesso suona indispensabile. Come sempre, evitiamo di esagerare. Meglio “vorrei farle una proposta di persona, se ne avrò l’occasione” di “vorrei fisicamente farle una proposta”. A meno che l’interlocutore non sia una bella donna procace e la proposta qualcosa che di cui non si può parlare in un blog per bene come questo…