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Il cane giallo della Mongolia

Ci sono film che meritano di essere visti per alzare finalmente lo sguardo dall’ombelico romanesco dei vari filmetti con l’amore nel titolo, dei soliti block-buster in cui ditruggono New York, dei film da ridere in cui ti senti escluso perché non fanno ridere per niente. Il film in questione (se interessati, si trova in dvd) sta a metà strada tra il documentario e la finzione, e ci mostra la vita di una famiglia di allevatori in Mongolia.
Una famiglia moderna, con i mestoli di plastica, il generatore di corrente e i quaderni da colorare, è alle prese con attività millenarie quali proteggere le pecore dai lupi, preparare il formaggio, portarle al pascolo. Nonostante i tempi siano dilatati e manchi quell’ossessiva ricerca del colpo di scena a cui ci hanno abituati i film occidentali, il film regala alcuni momenti di intensa commozione, grazie anche agli scenari maestosi e cupi della campagna mongola. Ma ci rendiamo conto che dall’altra parte del mondo ci sono bambini che a sei anni montano su a cavallo e conducono un gregge al pascolo, mentre i nostri sono capaci solo di accendere e spegnere la PlayStation? Riusciamo a considerare l’idea che esista – oggi, nel ventunesimo secolo – una vita priva di televisione, frigorifero e telefono?
Dal film si intuisce che anche in Mongolia questo modo di vivere sta lentamente scomparendo, e non è una buona notizia.
PS Il cane giallo della Mongolia fa riferimento ad una divertente leggenda buddista che ovviamente non vi svelerò qui.

Abbattiamo le soglie

Sembra essere tornati al rinascimento, esportiamo sapienza in tutto il mondo. Siamo andati in Francia ad illuminare il globo con la nostra genialità imprenditoriale: per risolvere i problemi dell’Europa, basta alzare la soglia del fatidico 3% (il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo che devono rispettare i paesi firmatari del trattato di Maastricht). Così possiamo fare più debiti, spendere di più e chi se ne frega. Facile, no? Ma io non mi accontenterei, tanta lungimiranza non può essere limitata ad un solo settore: abbassiamo la soglia della sufficienza a scuola, tutti promossi anche con 4 e 5, all’università promossi con 15, 16 e 17, così finalmente crescerà il numero dei laureati, aumentiamo il numero dei campioni d’Italia, 5 scudetti ogni anno in ogni disciplina così la smettono di litigare, 15000 punti sulla patente per tutti, hai voglia a perderne, e se davvero vogliamo combattere la criminalità, niente di più facile. Smettiamola di considerare crimini certe azioni un po’ troppo irruente. Che bello.